Intesa, Mediobanca, Generali e Telefonica si spartiscono azioni e debiti della holding che aveva rilevato il pacchetto di controllo del gruppo di telecomunicazioni da Marco Tronchetti Provera
Bilancio amaro per Telco, la scatola delle banche e di Telefonica che, ancora per poco, custodisce il pacchetto di controllo di Telecom. La holding ha infatti chiuso il 2013-2014 con una perdita di 952,5 milioni di euro dopo oneri finanziari per 120,3 milioni e rettifiche di valore sulle azioni di Telecom Italia per complessivi 830,5 milioni. Le rettifiche di valore sulle azioni Telecom sono ripartite per 498,9 milioni dall’allineamento del valore di carico a quello di Borsa del 30 aprile scorso (0,92 euro per azione) e per 331,6 milioni da una svalutazione operata in corso di esercizio. Tenuto conto della perdita di 369,1 milioni contabilizzata nella situazione patrimoniale al 31 agosto 2013, già coperta con delibera dell’assemblea straordinaria, la perdita residua ammonta a circa 583,4 miloni, superiore ad un terzo del capitale sociale.
Lo ha annunciato il cda della stessa Telco, che ha approvato all’unanimità la scissione della società dopo le comunicazioni dei soci Generali, Mediobanca e Intesa SanPaolo che hanno deciso, nei giorni scorsi, di esercitare l’opzione per la scissione. Per effetto di quest’ultima, spiega Telco, “si determinerà l’assegnazione a quattro società beneficiarie di nuova costituzione, interamente controllate da ciascun azionista, della quota di propria competenza della partecipazione detenuta da Telco in Telecom Italia (22,4% del capitale ordinario), ossia: il 14,77% alla newco controllata da Telefónica, il 4,32% a quella del Gruppo Generali e l’1,64% a ciascuna delle newco controllate rispettivamente da Intesa Sanpaolo e da Mediobanca”. A ciascuna newco verrà poi attribuito un finanziamento soci a favore di Telco, di rispettiva competenza, che servirà alla holding a rimborsare per intero il finanziamento bancario da 660 milioni e il prestito obbligazionario da 1,75 miliardi (più 70 milioni di interessi).
Lo scioglimento della holding è comunque subordinato al via libera delle autorità brasiliane Cade e Anatel, dell’argentina Cndc e dell’italiana Ivass. Telco rimarrà in vita con un capitale minimo e senza più azioni Telecom in portafoglio per gestire le attività e passività residue in bilancio; terminata questa fase è prevista la liquidazione. L’ultimo costoso capitolo del salvataggio della Olimpia di Marco Tronchetti Provera dalla quale Intesa, Mediobanca, Generali e Telefonica avevano rilevato il pacchetto di controllo Telecom. Per l’ok alla scissione, al bilancio e alla riduzione del capitale per perdite superiori a un terzo capitale sociale, è stata convocata un’assemblea il 9 luglio.