Le speranze degli ambientalisti sono in queste ore riposte a Bruxelles, visto che in Italia le cose non vanno come vorrebbero. Giovedì il Consiglio europeo discuterà il pacchetto clima-energia per arrivare a un accordo sugli obiettivi al 2030 per quanto riguarda efficienza energetica, energie rinnovabili e Co2. Sullo sfondo la crisi ucraina, le tensioni irachene e la necessità di una maggiore indipendenza energetica dalla Russia. Oltre, ovviamente, ai cambiamenti climatici sempre più allarmanti. All’appuntamento però il governo italiano si presenta zoppicante, innanzitutto sui target da fissare. Per la Commissione europea bisogna raggiungere due traguardi: -40 per cento per le emissioni di CO2 e quota 27 per cento di rinnovabili. Per l’Europarlamento bisogna aggiungerne un terzo: arrivare al 40 per cento sull’efficienza. L’Italia invece, insieme a Gran Bretagna e Paesi dell’est, spinge per il solo obiettivo sulla CO2. “Lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica non abbisognano di specifici obiettivi, essendo tali due opzioni essenziali per la riduzione delle emissioni di gas serra”, ha spiegato il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. Il nostro Paese, tra l’altro, deve ancora recepire la direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza, il cui termine è scaduto il 5 giugno.
Gli ambientalisti sono già insorti. “Un solo target non basta”, l’esecutivo è “fuori rotta sul cambiamento climatico”, dicono Greenpeace, Wwf, Legambiente e Kyoto Club. Anche i manager italiani delle compagnie che fanno parte di EU-Ase (European Alliance to Save Energy) sono scesi in campo. Con una lettera al presidente del Consiglio Renzi, spiegano che puntando sull’efficienza l’Europa potrebbe risparmiare tra i mille e i duemila miliardi di euro fra il 2020‐2030. E le importazioni di gas russo ad esempio della Germania potrebbero essere dimezzate in 10 anni. I manager citano poi l’International Energy Agency (IEA) per dire che con maggiori investimenti nel settore, i prezzi industriali per l’elettricità si ridurrebbero di almeno il 15 per cento entro il 2035.
In senso contrario all’Italia, si stanno muovendo la Germania e la Danimarca che, a seguito della crisi Ucraina, sono tornati a chiedere con ancora più forza obiettivi vincolanti sull’efficienza: “Se parliamo di ridurre la nostra dipendenza dall’import non possiamo permetterci di trascurare uno dei principali strumenti disponibili: il risparmio energetico”, ha sottolineato il ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, aggiungendo che l’Ue spende oltre 1 miliardo di euro al giorno in importazioni di combustibili fossili.
Ma per il governo di Roma la discussione sul pacchetto clima-energia si apre anche con un grosso fardello sulle spalle. Lo “spalma-incentivi”, previsto dal “taglia-bollette”, ha fatto infuriare gli operatori esteri, oltre quelli italiani. Che minacciano il ritiro degli investimenti, azioni legali e, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, meditano di acquistare una pagina sui quotidiani dal titolo “Investire in Italia? No grazie”. La manovra “mette l’Italia nella categoria dei paesi a rischio di credibilità governativa. Abbiamo sospeso due investimenti che avevamo in programma”, dice a Reuters il partner di un investitore estero specializzato in asset energetici, che vuole mantenere l’anonimato. Insomma, il provvedimento tanto voluto dal governo si profila come un boomerang per l’immagine dell’Italia, che già non gode di ottima salute. Sono un paio d’anni, infatti, che gli investitori stranieri guardano altrove. In base al “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” (Recai) di Ernst & Young, il Paese si posiziona oggi al dodicesimo posto della classifica mondiale dell’attrattività negli investimenti nelle rinnovabili. L’anno scorso era all’undicesimo posto; due anni fa al quinto. Che invece la strada prioritaria sia quella di un maggior sviluppo delle energie “green” e dell’efficienza è chiaro dai dati allarmanti sui cambiamenti climatici.
La rete di vigilanza atmosferica globale della World Meteorological Organization ha fatto sapere che ad aprile per la prima volta nella storia sono state superate le 400 parti per milione (ppm) di Co2 in tutto l’emisfero settentrionale. Con molta probabilità, quindi, l’aumento di 2 gradi centigradi della temperatura globale, previsto per metà secolo, avverrà prima. Di qui il rischio di un’escalation di fenomeni ambientali catastrofici (come terremoti, tsunami, e alluvioni), un’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai e della desertificazione. “Se vogliamo preservare il nostro pianeta per le generazioni future, dobbiamo intervenire con urgenza ora e frenare le nuove emissioni di questi gas che intrappolano il calore. Il tempo sta scadendo”, ha commentato il segretario generale della WMO, Michel Jarraud.
Ambiente & Veleni
Ue e pacchetto clima, l’Italia si presenta all’appuntamento zoppiccante sugli obiettivi
Oggi il Consiglio europeo discute gli obiettivi al 2030. L'Italia, insieme alla Gran Bretagna, spinge per la sola riduzione delle emissioni. Intanto però lo “spalma-incentivi”, previsto dal “taglia-bollette” del governo Renzi, fa infuriare gli investitori stranieri che minacciano di ritirare i fondi e portare avanti azioni legali. Insorgono intanto gli ambientalisti
Le speranze degli ambientalisti sono in queste ore riposte a Bruxelles, visto che in Italia le cose non vanno come vorrebbero. Giovedì il Consiglio europeo discuterà il pacchetto clima-energia per arrivare a un accordo sugli obiettivi al 2030 per quanto riguarda efficienza energetica, energie rinnovabili e Co2. Sullo sfondo la crisi ucraina, le tensioni irachene e la necessità di una maggiore indipendenza energetica dalla Russia. Oltre, ovviamente, ai cambiamenti climatici sempre più allarmanti. All’appuntamento però il governo italiano si presenta zoppicante, innanzitutto sui target da fissare. Per la Commissione europea bisogna raggiungere due traguardi: -40 per cento per le emissioni di CO2 e quota 27 per cento di rinnovabili. Per l’Europarlamento bisogna aggiungerne un terzo: arrivare al 40 per cento sull’efficienza. L’Italia invece, insieme a Gran Bretagna e Paesi dell’est, spinge per il solo obiettivo sulla CO2. “Lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica non abbisognano di specifici obiettivi, essendo tali due opzioni essenziali per la riduzione delle emissioni di gas serra”, ha spiegato il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. Il nostro Paese, tra l’altro, deve ancora recepire la direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza, il cui termine è scaduto il 5 giugno.
Gli ambientalisti sono già insorti. “Un solo target non basta”, l’esecutivo è “fuori rotta sul cambiamento climatico”, dicono Greenpeace, Wwf, Legambiente e Kyoto Club. Anche i manager italiani delle compagnie che fanno parte di EU-Ase (European Alliance to Save Energy) sono scesi in campo. Con una lettera al presidente del Consiglio Renzi, spiegano che puntando sull’efficienza l’Europa potrebbe risparmiare tra i mille e i duemila miliardi di euro fra il 2020‐2030. E le importazioni di gas russo ad esempio della Germania potrebbero essere dimezzate in 10 anni. I manager citano poi l’International Energy Agency (IEA) per dire che con maggiori investimenti nel settore, i prezzi industriali per l’elettricità si ridurrebbero di almeno il 15 per cento entro il 2035.
In senso contrario all’Italia, si stanno muovendo la Germania e la Danimarca che, a seguito della crisi Ucraina, sono tornati a chiedere con ancora più forza obiettivi vincolanti sull’efficienza: “Se parliamo di ridurre la nostra dipendenza dall’import non possiamo permetterci di trascurare uno dei principali strumenti disponibili: il risparmio energetico”, ha sottolineato il ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, aggiungendo che l’Ue spende oltre 1 miliardo di euro al giorno in importazioni di combustibili fossili.
Ma per il governo di Roma la discussione sul pacchetto clima-energia si apre anche con un grosso fardello sulle spalle. Lo “spalma-incentivi”, previsto dal “taglia-bollette”, ha fatto infuriare gli operatori esteri, oltre quelli italiani. Che minacciano il ritiro degli investimenti, azioni legali e, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, meditano di acquistare una pagina sui quotidiani dal titolo “Investire in Italia? No grazie”. La manovra “mette l’Italia nella categoria dei paesi a rischio di credibilità governativa. Abbiamo sospeso due investimenti che avevamo in programma”, dice a Reuters il partner di un investitore estero specializzato in asset energetici, che vuole mantenere l’anonimato. Insomma, il provvedimento tanto voluto dal governo si profila come un boomerang per l’immagine dell’Italia, che già non gode di ottima salute. Sono un paio d’anni, infatti, che gli investitori stranieri guardano altrove. In base al “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” (Recai) di Ernst & Young, il Paese si posiziona oggi al dodicesimo posto della classifica mondiale dell’attrattività negli investimenti nelle rinnovabili. L’anno scorso era all’undicesimo posto; due anni fa al quinto. Che invece la strada prioritaria sia quella di un maggior sviluppo delle energie “green” e dell’efficienza è chiaro dai dati allarmanti sui cambiamenti climatici.
La rete di vigilanza atmosferica globale della World Meteorological Organization ha fatto sapere che ad aprile per la prima volta nella storia sono state superate le 400 parti per milione (ppm) di Co2 in tutto l’emisfero settentrionale. Con molta probabilità, quindi, l’aumento di 2 gradi centigradi della temperatura globale, previsto per metà secolo, avverrà prima. Di qui il rischio di un’escalation di fenomeni ambientali catastrofici (come terremoti, tsunami, e alluvioni), un’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai e della desertificazione. “Se vogliamo preservare il nostro pianeta per le generazioni future, dobbiamo intervenire con urgenza ora e frenare le nuove emissioni di questi gas che intrappolano il calore. Il tempo sta scadendo”, ha commentato il segretario generale della WMO, Michel Jarraud.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Un team negoziale israeliano sta attualmente discutendo la questione degli ostaggi con i mediatori egiziani in Egitto. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Le autorità della Macedonia del Nord stanno indagando su un possibile caso di "corruzione" in relazione all'incendio che ha ucciso almeno 59 persone in una discoteca. Lo ha riferito il ministro degli Interni Pance Toskovsky.
"Questa azienda non ha una licenza legale per lavorare. Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione", ha detto Toskovsky durante una conferenza stampa a Kocani, una piccola città nell'est del paese balcanico dove è avvenuta la tragedia durante un concerto nella notte tra sabato e domenica.