Non è semplice fare affari quando devi trattare con un paio di miliardi di procuratori. Nel mese del Mondiale tutti si scoprono grandi intenditori di calcio. Se ogni paese deve convivere con le opinioni di un’infinità di commissari tecnici, più globalizzato è il mestiere di scopritore di talenti. La Coppa è una vetrina planetaria che droga il calciomercato per almeno un anno. Bastano tre partite per fare schizzare il prezzo di un giocatore alle stelle, per ridimensionarne altri e modificare progetti già avviati.

E’ quanto accade a Mario Balotelli che il Milan, senza mai dichiararlo, aveva messo sul mercato. Dopo l’ennesimo esame fallito, però, l’Arsenal si è tirato indietro e il patrimonio rimane così a carico. Il Brasile sarà il trampolino di lancio per la carriera di tanti giovani e l’ultima occasione di un contratto importante per altri calciatori. Ne sa qualcosa il portiere del Cile Claudio Bravo che, dopo una vita alla Real Sociedad, a 31 anni ha strappato un ingaggio al Barcellona. Ora si attende di capire le destinazioni di Ochoa, numero uno del Messico che difficilmente rimarrà a lungo disoccupato dopo i miracoli messi in mostra su Neymar e di Keylor Navas, al momento in forza al Levante. 

Come lui molte sorprese della prima fase arrivano dalla Costa Rica. Il nostro giustiziere Ruiz ha quasi 30 anni e un discreto curriculum in Europa, meglio allora puntare su Yeltsin Tejeda. E’ un centrocampista classe 1992, porta nel nome un omaggio all’ex presidente russo e gioca in patria nel Saprissa. L’alternativa è il difensore Giancarlo Gonzalez, mentre è più complesso arrivare al 22enne attaccante Joel Campbell: l’Arsenal ce l’ha in casa e non vorrà lasciarselo sfuggire. 

Tra tanti volti noti nell’Uruguay ha impressionato Josè Gimenez. Ha 19 anni e in patria lo paragonano a Montero, Simeone ci ha visto lungo e lo ha portato all’Atletico Madrid.
Nell’Argentina la rivelazione si chiama Marcos Rojo. E’ del ’90, fa il difensore e milita nello Sporting Lisbona. Un gol di ginocchio contro la Nigeria e una rabona a liberare l’area ne fanno lievitare la quotazione. C’è da poco da scoprire anche nella Colombia di Pekerman. James Rodriguez è un campione, ma il Monaco lo ha capito prima di noi, mentre Quintero dopo il Pescara ha conquistato Porto. Segnatevi allora il nome di Eder Balanta: è un difensore del River Plate classe 1993 e pare pronto per il salto in un club del Vecchio Continente.

Nonostante l’eliminazione ha fatto bene anche l’Ecuador. Tutti aspettavano Antonio del Manchester United, invece a fare il fenomeno è stato Enner Valencia. Ha lo stesso scatto del suo omonimo e solo 25 anni. Nel Pachuca, in Messico, gioca attaccante e nelle prossime settimane nello stato di Hidalgo arriveranno decine di agenti con una elegante penna nel taschino. In mezzo al campo si è distinto Juan Carlos Paredes che gioca al Barcelona, ma quello di Guayaquil. Il prospetto migliore appare Gruezo che è nato nel 1995 e si è già accasato allo Stoccarda.

A quelle latitudini rimane da parlare del Cile. I destini dei giocatori della Roja si intrecciano spesso con l’Italia, come nel caso di Charles Aranguiz. Il centrocampista, devastante nelle prime due sfide e ora infortunato, era di proprietà dell’Udinese che ha incassato 8 milioni dall’Internacional poche settimane fa. Ora, però, ne vale di più. Edu Vargas nel Napoli ha fatto la figura dell’oggetto misterioso. Il boom al Mondiale potrebbe regalargli una nuova occasione.  Il capitale umano degli Stati Uniti di Klinsmann, invece, si avvia verso la fine della carriera. Il nome giusto potrebbe essere John Anthony Brooks, difensore a disposizione dell’Hertha Berlino e conteso tra Usa e Germania.

Sono mancati all’appello, fino a questo momento, i gioielli africani. In una spedizione deludente per le squadre del continente si sono salvate Nigeria e Algeria, approdate agli ottavi. Tra le Super Aquile ha impressionato Ahmed Musa, attaccante del Cska Mosca, a segno due volte contro l’Argentina. I ragazzi di Halilhodzic si sono affidati a un ottimo reparto centrale composto da Yacine Brahimi (1990) e Sofiane Feghouli (1989). Merita un’ultima chiamata il 32enne capitano Madjid Bougherra che dopo il fallimento dei Rangers di Glasgow e la scadenza del suo contratto in Qatar è rimasto senza squadra. Un nome a testa per le altre squadre del continente: il centrocampista Rabiu per il Ghana, l’ivoriano Aurier e Vincent Aboubakar in quota Camerun.

L’avventura della Sud Corea in Brasile è stata un disastro, ma non per Son Heung-Min, tinto attaccante del Bayer Leverkusen che ha aumentato il suo valore sul mercato. Bisogna invece andare a Esfahan, nel cuore dell’Iran, per portarsi via il difensore Ehsan Hajsafi. Può rivelarsi un investimento, ma se si vuole andare sul sicuro meglio puntare su Reza Ghoochannejhad.

Fare affari in Europa, con migliaia di famelici uomini mercato in circolazione, è un’impresa. Nella Svizzera multietnica, oltre a Shaqiri del Bayern, si sono messi in luce Seferovic, ex serie A ora in Liga, e Ricardo Rodriguez del Wolfsburg. Il bosniaco Muhamed Besic è ancora abbordabile visto che gioca in Ungheria con il Ferencvaros, costa un po’ di più Kostas Manolas, difensore della Grecia e dell’Olympiakos.

Ci vogliono soldi veri, invece, per strappare alla concorrenza le due nuove stelle dell’Olanda. Dietro a Robben e Van Persie sgomita Memphis Depay. Ha già segnato e incantato nonostante la fama da bad boy, il Psv si sfrega le mani e resta in attesa di telefonate da Manchester. A malincuore il Feyenord potrebbe invece separarsi dal suo capitano Stefan De Vrij, in gol contro la Spagna. Chiudiamo con il Belgio: tra tanti campioni annunciati l’uomo della provvidenza è stato Divock Origi. Suo padre è del Kenya e in nazionale ha giocato solo 5 volte, ma ha realizzato un gol vitale contro la Russia. Non rimarrà a lungo nel Lilla perché Roma, Liverpool e Arsenal sono pronte a fare follie per lui. Potere del Mondiale.

Lo speciale mondiali de ilfattoquotidiano.it

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