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Ue, Jean-Claude Juncker nominato nuovo presidente della Commissione Europea

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, su Twitter. Le cronache di ieri parlano di uno scontro a cena tra Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Merkel, poi di un tête-à-tête distensivo. In mattinata un nuovo incontro a due. Il premier italiano preme per le nomine di Letta alla presidenza del Consiglio Ue e della Mogherini agli Esteri. Aperture sulla flessibilità, esulta il Pd: "Passi in avanti significativi"

“La decisione è presa. Il Consiglio europeo propone Jean-Claude Juncker come prossimo presidente della Commissione europea“, lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, su Twitter. La designazione di Jean-Claude Juncker è stata decisa dal Consiglio Europeo con un voto a maggioranza qualificata che ha visto 26 Paesi esprimersi in suo favore e solo due (Gran Bretagna e Ungheria) votare contro. La parola passa ora al Parlamento europeo. La nomina formale a presidente della Commissione europea di Juncker arriverà infatti solo dopo l’approvazione da parte dell’assemblea di Strasburgo. Il voto avverrà il 16 luglio in un vertice straordinario a Bruxelles.

Il premier britannico Cameron: “Ve ne pentirete”
La prima reazione è quella del grande oppositore, il premier britannico David Cameron. In un tweet, il leader inglese ha reso noto di aver detto ai colleghi europei durante la riunione del Consiglio che “potrebbero rimpiangere per tutta la vita il nuovo processo” messo in atto per “scegliere il nuovo presidente della Commissione. Mi batterò sempre per gli interessi della Gran Bretagna”. Una nomina cui il Regno Unito aveva ribadito in mattinata il proprio no: “E’ la persona sbagliata”, aveva detto per l’ennesima volta Cameron al suo arrivo al vertice. Ma il premier britannico è isolato e lo sa: “Io rispetto l’opinione di Cameron, ma siamo 28 e ci sono almeno 26 paesi a favore”, la risposta a distanza del collega spagnolo Mariano Rajoy.

Cosa vuole l’Italia
La partita più importante per l’Italia al vertice Ue in corso è quella della flessibilità che Roma vorrebbe in cambio delle riforme avviate. Dopo le tensioni e la riappacificazione registrate nella serata di ieri, questa mattina, prima dell’avvio dei lavori, Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un nuovo incontro.  

Flessibilità, aperture nelle bozze delle conclusioni
Di buon mattino è arrivato un ‘no’ al programma italiano. “Il patto di stabilità deve essere basato su due pilastri. Il primo è la stabilità e non c’è bisogno di altra flessibilità”, è la prima cosa che ha detto il premier finlandese Aleksander Stubb al suo arrivo al vertice Ue. Il secondo pilastro, spiega Stubb è la crescita, ma “non dobbiamo creare l’illusione che siano i politici a crearla”. Ma le anticipazioni delle conclusioni del vertice che stanno uscendo da Ypres sembrano contenere un’apertura verso le richieste italiane. “Fare il miglior uso della flessibilità” già contenuta nelle regole esistenti del Patto di Stabilità e crescita, si legge nelle ultime bozze dell’Agenda Van Rompuy e delle conclusioni del vertice Ue. “Rispettiamo il Patto di Stabilità e crescita – si legge – tutte le nostre economie devono continuare a perseguire le riforme strutturali“. Se sia una vittoria o no per il governo, lo si capirà meglio nella formulazione esatta della versione finale, certo è chiaro l’obbligo ad utilizzare possibili deroghe per fini concreti e non per aggiustare i bilanci: creare occupazione e combattere la povertà.

Immigrazione, Frontex verso la polizia di frontiera unica
Passi in avanti anche in direzione di una gestione comunitaria dei flussi migratori.  Frontex, l’agenzia europea che gestisce il controllo delle frontiere, “dovrebbe rafforzare la propria assistenza operativa, in particolare per sostenere gli Stati membri che devono affrontare una forte pressione alle loro frontiere esterne”. Tutto ciò “nel rispetto dell’articolo 80” del Trattato sul funzionamento dell’Ue che prescrive il “principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri”. Ovvero l’apertura che l’Italia avanza da tempo a Bruxelles. Nel contesto dello sviluppo a lungo termine di Frontex, il consiglio auspica “la possibilità di istituire un sistema europeo di guardie di frontiera per migliorare il controllo e la capacità di sorveglianza alle frontiere esterne dovrebbe essere studiato”. Nulla di fatto, invece, per il “mutuo riconoscimento” delle decisioni sull’asilo, punto fortemente voluto dall’Italia, che scompare nell’ultima bozza.

Il governo: soddisfatte le richieste italiane
“Abbiamo ottenuto quanto volevamo: ampi spazi di manovra sul fronte della flessibilità con l’impegno a tenere conto delle riforme strutturali e la possibilità di sviluppare strumenti finanziari per progetti di investimenti nel lungo periodo”, esulta Sandro Gozi, responsabile delle politiche Ue. “Sono stati fatti passi avanti molto significativi”, ribadisce Gozi, anche dopo il lavoro portato avanti nella notte dagli sherpa dei 28 sul testo Van Rompuy, il documento che deve disegnare il mandato della Commissione Ue nei prossimi 5 anni. “E’ stata confermata la volontà, da parte di tutti, di un migliore uso della flessibilità del Patto e di dare attenzione particolare alle riforme strutturali” per la crescita. Un passaggio “sempre chiesto dall’Italia“, ricorda il responsabile delle politiche Ue. Inoltre – aggiunge – si indicherà anche la “possibilità di sviluppare strumenti finanziari, in particolare quelli per i progetti di investimento a lungo periodo”, sempre in chiave della crescita.

Politiche Ue, il 63% degli italiani non ha fiducia in Renzi
Nel semestre di presidenza italiana dell’Unione europea che comincia la prossima settimana Renzi non riuscirà a cambiare la politica Ue. La pensa così il campione intervistato dall’istituto Ixè per ‘Agorà’ (Rai3): per il 63% Renzi non ce la farà “perché le decisioni vengono prese altrove”. Il 35%crede invece nel successo del premier.

Serata di tensione Renzi-Merkel
Quella di ieri al vertice Ue era stata una serata di tensione tra Matteo Renzi e Angela Merkel. “Cara Angela, noi rispettiamo e rispetteremo il Patto: non faremo come la Germania nel 2003”, quando Berlino chiese e ottenne uno sforamento del 3%, l’affondo del presidente del Consiglio. Il premier vuole che l’Europa si dia una “mossa” per “le famiglie, la crescita e l’occupazione”. E vuole che la sua ricetta – fatta di rispetto delle regole, ma anche di maggiore flessibilità – passi come linea guida del mandato della prossima presidenza Ue, per cui è pronto a dare il suo via libera a Jean-Claude Juncker, ma a patto che il ‘cambio di verso’ dell’Europa diventi realtà. Stando alle cronache che arrivano da Ypres, Renzi ieri ha tenuto il punto anche con la cancelliera. Negli ultimi tempi la sintonia tra i due c’è, ma quando ieri si è entrati nei dettagli di quella flessibilità sulla quale entrambi concordano si sono accesi momenti di tensione. Fonti europee hanno raccontato di una “accesa discussione” tra i due durante la cena dei leader. Dopo cena, riferiscono le stesse fonti, le acque tuttavia si sarebbero calmate. E Renzi e la Merkel avrebbero avuto un tête-à-tête distensivo “in un clima di intesa” per spiegarsi meglio le rispettive ragioni. 

Prosegue il balletto delle nomine
La posizione italiana è quella di portare a casa la poltrona del capo della diplomazia europea, per la quale Renzi ha messo in pista Federica Mogherini (il che risponderebbe anche ai suoi desiderata di una forte quota rosa). Ma la partita non è scontata. E Roma potrebbe calare altri assi nella trattativa diretta tra i 28. L’obiettivo rimane quello di ‘Mrs Pesc’, ribadisce chi gli è vicino. Ma quando la discussione entrerà nel vivo e si potrebbero creare nuovi spazi di mediazione, l’Italia potrebbe riproporre anche un altro obiettivo: l’Eurogruppo. Una casella che – qualcuno ricorda – era quella su cui Roma originariamente sembrava puntare (con l’ipotesi Padoan). Altri sostengono poi sia ancora aperta anche la partita per il Consiglio Europeo e rilanciano il nome di Enrico Letta che compare, accanto ad uno ‘smile’, tra i candidati (l’altro è la premier danese Thorning-Schimdt, che però ieri è sembrata sfilarsi) del toto-nomine sul Financial Times.

Firmato l’accordo Ucraina-Ue, ira della Russia
In mattina a Ypres è stato firmato l’Accordo di associazione tra Ucraina ed Europa. L’intesa è stata sottoscritta, nel corso di una cerimonia al vertice Ue, dal presidente Petro Poroshenko e dai leader dei 28. Lo stesso tipo di accordo è stato concluso anche con Georgia e Moldavia. La notizia ha provocato le ire di Mosca. “La decisione dell’Ucraina di firmare l’accordo di associazione con l’Ue rientra nella sua sovranità, ma le conseguenze di questo passo saranno gravi”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Interfax il vice ministro degli Esteri della Russia, Grigory Karasin.

Bruxelles, attivisti di Greenpeace in azione
Sospesi nel vuoto, agganciati ad una gru accanto al Justus Lipsius, la sede del vertice Ue, dove hanno appeso un enorme striscione che raffigura i leader dell’Unione pronti a schiantarsi con una limousine. L’azione dimostrativa è stata inscenata da sei dei 35 attivisti di Greenpeace coinvolti oggi a Bruxelles in una protesta per dire la loro contro la dipendenza energetica europea, a pochi passi dal luogo dove sono riuniti i capi di Stato e di governo dei 28. Gli attivisti di Greenpeace hanno srotolato enormi striscioni sul palazzo in costruzione del Consiglio europeo: sono raffigurati i leader Ue che corrono sul crinale di una scogliera, a bordo di una limousine sponsorizzata dalle industrie energetiche più inquinanti e pericolose per l’ambiente. Gli attivisti sono adesso in attesa di recapitare ai leader europei una lettera in cui chiedono di liberare l’Europa dall’inquinamento e dai combustibili dannosi.