Due camionisti morti e un altro in fin di vita. Tre episodi distinti che hanno avuto per protagonisti degli autotrasportatori nel parcheggio del polo logistico di Piacenza in sole due settimane. Distinti, appunto, perché la polizia che si è occupata dei casi, finora, non ha trovato un fil rouge che potesse far pensare ad un legame tra le due morti e il violento pestaggio che purtroppo mantiene in coma un uomo di 45 anni. Unico legame fra loro, oltre al lavoro che svolgevano, è la provenienza. Tutti dell’est, due polacchi e due russi.
Polacche le vittime: il 56enne trovato senza vita domenica 8 giugno nel piazzale, con un profondo taglio alla testa, e il 54 enne il cui cadavere è stato rinvenuto da un collega nel campo adiacente al parcheggio giovedì 26, sempre con ferite al volto. Di nazionalità russa, invece, la coppia di camionisti che la stessa sera della scoperta del primo cadavere, di nuovo nell’area di sosta di via Torre della Razza, se le sono date di santa ragione. Così tante che uno dei due, di 45 anni, è finito in coma all’ospedale e l’altro, di 28, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
E se la dinamica non aiuta, neppure la medicina sembra essere riuscita a cavare un ragno dal buco, perché entrambi i decessi sono stati catalogati come morti naturali (per la seconda vittima autopsia sabato 27 giugno, anche se il verdetto pare scontato). E sulla baruffa, degenerata in pestaggio, uno dei due non è interrogabile, perché sedato farmacologicamente nel reparto di rianimazione e l’altro, il presunto aggressore, quando è comparso davanti al giudice per la convalida dell’arresto ha dichiarato di essere stato tanto ubriaco quella sera da non ricordarsi nulla. Anzi, ha aggiunto il suo avvocato: “Ha detto che non avrebbe avuto nessun motivo per prendersela con un collega appena conosciuto e fisicamente molto più prestante”.
Buio fitto, insomma, su ben tre episodi violenti che si sono consumati nello stesso piazzale, più o meno nei medesimi orari, cioè quando la cerchia ristretta di qualche decina di camionisti è costretta ad uscire dalle autostrade e fermare i propri mezzi pesanti per riposare. Così, proprio grazie al gioco delle coincidenze e alle domande che rimangono evase, questi casi iniziano a far pensare gli inquirenti che, infatti, non hanno escluso nessuna pista investigativa, dai malori, alle cadute accidentali, passando per l’eccesso di alcolici, fino ad arrivare alla più inquietante: la matrice seriale.
Non che il luogo sia fra i più rinomati di Piacenza. E’ la periferia di una città, già periferica di per sé e che ogni sera fa registrare episodi di cronaca in cui sono coinvolti, spesso e volentieri, proprio camionisti. I mattinali della questura di viale Malta, da sempre, si arricchiscono ogni giorno di nuove storie. Spesso e volentieri si parla di autotrasportatori che, avendo a che fare con prostitute o transessuali che vendono il proprio corpo sull’adiacente strada Caorsana, vengono derubati, oppure reagisco e quindi, viceversa, la segnalazione alla polizia è della lucciola o del viado di turno che arriva in questura tumefatto.
Da due settimane, però, la gravità di quanto accaduto è ben diversa. E nonostante i medici legali abbiano parlato di “morte naturale” per i due cadaveri trovati a pochi metri e a pochi giorni di distanza, e sul pestaggio i testimoni diretti, per circostanze diverse, non siano in grado di rispondere alle domande, Piacenza e soprattutto coloro che abitano e lavorano nella zona si interrogano su cosa possa essere accaduto e se, eventualmente, possa accadere di nuovo.