Il tentativo di reintrodurre o rafforzare l’immunità dei Parlamentari non è un’isolata “sconcia porcata”, bensì la cartina di tornasole di un’intera riforma istituzionale. È questa riforma, nel suo insieme, la “porcata” da rigettare.
L’immunità è stata bloccata grazie al Bicameralismo. L’iniziativa preparata in segreto (come in altri casi) si è rivelata all’opinione pubblica con il voto alla Camera. A quel punto è scattata la reazione popolare. Non essendo il provvedimento ancora Legge, essa ha costretto il Governo prima a negare goffamente, poi a fermarsi. Perché dunque hanno tanta fretta di bloccare il Senato? I colpi di mano contro l’interesse generale diverranno possibili senza troppe interferenze dell’opinione pubblica.
Tutto il progetto istituzionale di Renzi, Boschi, e Madia mira al trionfo della ‘casta’ sui cittadini, a sottrarla per quanto possibile al controllo dei cittadini. Ciò implica un’ulteriore perdita di libertà e dignità dei comuni mortali di fronte alla classe politica, e un’accentuazione del declino economico di lungo periodo. Oltre al danno c’è la beffa: tutto si fa in nome della lotta … alla ‘casta’!
Il ‘verso’ del cambiamento Renziano è lo stesso del ventennio Berlusconiano. Lo ha spiegato lo stesso Renzi riconoscendo una “profonda sintonia” con Berlusconi. Non era una battuta: l’alleanza fra Renzi e il Pd è ‘strategica’: per loro.
Le riforme si articolano in tre tappe: (1) la nuova legge elettorale ‘Italicum’; (2) la c.d. ‘Riforma del Senato’; (3) la riforma della P.A.. Tutte e tre imprimono una svolta autoritaria alle istituzioni.
L’‘Italicum’ viola in modo esagerato il principio democratico ‘una testa = un voto’. Sottrae ai cittadini la possibilità di favorire governi di coalizione (più moderati del ‘monocolore’, nel quale nessuno stempera le iniziative più estremiste dei ‘vincitori’). Impedisce ai partiti sotto il 12% di entrare in Parlamento, nonostante la loro presenza non ridurrebbe la ‘governabilità’ (il 53% dei seggi andrà comunque alla prima minoranza). Esclude i collegi uninominali, sottraendo ai cittadini la selezione dei Parlamentari. Nell’insieme, considerando gli astenuti, i cittadini rappresentati dalla maggioranza parlamentare saranno pochissimi.
Il Senato non viene abolito: vengono abolite le elezioni. Al Senato vengono però sottratti i poteri di controllo democratico. L’argomento per cui anche in altri paesi esiste il monocameralismo non vale nulla: dipende dalla qualità degli altri check and balance. Da noi si aboliscono i controlli democratici senza sostituirli. L’argomento della ‘velocità’ è fuorviante: serve velocità nell’amministrazione, non nella legislazione. L’argomento del ‘risparmio’ è una penosa foglia di fico. Si era partiti da una richiesta popolare di ridurre gli stipendi dei politici, i finti rimborsi, i doppi incarichi, i conflitti di interesse, ecc.; ciò avrebbe moralizzato la politica, togliendo incentivi a chi fa politica per il proprio tornaconto e aprendo spazi alle competenze e ai valori. Ma Veltroni ebbe la geniale idea di dirottare l’opinione pubblica verso la riduzione del numero dei parlamentari (tanto i leader vengono sempre eletti). Renzi ha fatto un altro passo: la sua idea è ridurre le istituzioni stesse e le loro funzioni.
La Pubblica Amministrazione sarà ancora di più in balia della ‘casta’. La licenziabilità dei dirigenti – da parte dei politici, si badi, non da parte di un giudice del lavoro sulla base di norme severe – toglie qualsiasi possibilità della P.A. di resistere all’uso privatistico dell’amministrazione da parte dei politici. L’abolizione del Segretario Comunale (un ‘controllore’ fino ad oggi indipendente degli amministratori locali) va nello stesso senso. Il ‘ruolo unico della dirigenza’ (la possibilità per i politici – non organi tecnici imparziali – di rimandare indietro nella carriera, o di far fare salti in avanti clamorosi, ai dirigenti pubblici) politicizza definitivamente le carriere.
Queste ‘riforme’ sono contrarie allo spirito della Costituzione e spianano la strada a un proliferare di ‘porcate’ di ogni tipo. Perciò ha poco senso paragonare il PD di Renzi alla DC. Con tutti i suoi difetti, la DC difese i valori della ‘resistenza al totalitarismo’. Renzi promuove invece i valori di Berlusconi che, da Primo Ministro, per anni si rifiutò di partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile. Il risultato sarà una società ancora più autoritaria, dove i cittadini scelgono ogni cinque anni il loro padrone, fra due o tre leader. Cinque? Due? Tre? Mah! Perché mai il processo di concentrazione del potere dovrebbe fermarsi? Già stanno cercando di aumentare il numero dei Commissari delle Autorità indipendenti, per poter piazzare propri uomini e controllarle meglio. L’argomento: ‘da Renzi non abbiamo nulla da temere’ non vale nulla: dopo Augusto vennero Tiberio e Nerone. Quando il potere politico ha le mani libere nel fare i propri interessi, troverà il modo di farli.
Sembra di vivere nella Fattoria degli Animali di Orwell, dove i maiali, i leader della ‘rivoluzione’, una volta al potere, modificavano gradualmente le parole d’ordine… fino a stabilire un regime più oppressivo di prima. Orwell terminava il libro immaginando una nuova rivolta degli animali contro i maiali. Chi potrebbe, da noi, osare tanto!?
Alcuni parlamentari PD con un po’ più di cultura e un po’ meno pelo sullo stomaco di altri, da me incontrati nelle scorse settimane, hanno risposto alla mia reprimenda abbassando gli occhi. Si vergognano, e si sentono umiliati per quello che sono ‘costretti’ a fare (anche dalla spinta della base renziana del Pd). Non resta che sperare in un sussulto di dignità. Ma i M5S non si considerino innocenti. Il populismo non si ferma con la conservazione, né con atteggiamenti aventiniani, sfascisti, con le fughe in avanti della democrazia diretta; bensì proponendo un cambiamento uguale e contrario. È ciò che chiedevamo nel 2013. Ancora aspettiamo che qualcuno contrapponga all’autoritarismo, senza ambiguità, i valori della Costituzione, come progetto di radicale rigenerazione della società, dello Stato, e della politica. Ma ci vuole una carica emotiva: che diventerà possibile solo quando cominceremo a dire la verità sulle riforme in atto.
PierGiorgio Gawronski
Economista
Politica - 27 Giugno 2014
Riforma Senato, le ‘sconce porcate’ nella Fattoria degli Animali
L’immunità è stata bloccata grazie al Bicameralismo. L’iniziativa preparata in segreto (come in altri casi) si è rivelata all’opinione pubblica con il voto alla Camera. A quel punto è scattata la reazione popolare. Non essendo il provvedimento ancora Legge, essa ha costretto il Governo prima a negare goffamente, poi a fermarsi. Perché dunque hanno tanta fretta di bloccare il Senato? I colpi di mano contro l’interesse generale diverranno possibili senza troppe interferenze dell’opinione pubblica.
Tutto il progetto istituzionale di Renzi, Boschi, e Madia mira al trionfo della ‘casta’ sui cittadini, a sottrarla per quanto possibile al controllo dei cittadini. Ciò implica un’ulteriore perdita di libertà e dignità dei comuni mortali di fronte alla classe politica, e un’accentuazione del declino economico di lungo periodo. Oltre al danno c’è la beffa: tutto si fa in nome della lotta … alla ‘casta’!
Il ‘verso’ del cambiamento Renziano è lo stesso del ventennio Berlusconiano. Lo ha spiegato lo stesso Renzi riconoscendo una “profonda sintonia” con Berlusconi. Non era una battuta: l’alleanza fra Renzi e il Pd è ‘strategica’: per loro.
Le riforme si articolano in tre tappe: (1) la nuova legge elettorale ‘Italicum’; (2) la c.d. ‘Riforma del Senato’; (3) la riforma della P.A.. Tutte e tre imprimono una svolta autoritaria alle istituzioni.
L’‘Italicum’ viola in modo esagerato il principio democratico ‘una testa = un voto’. Sottrae ai cittadini la possibilità di favorire governi di coalizione (più moderati del ‘monocolore’, nel quale nessuno stempera le iniziative più estremiste dei ‘vincitori’). Impedisce ai partiti sotto il 12% di entrare in Parlamento, nonostante la loro presenza non ridurrebbe la ‘governabilità’ (il 53% dei seggi andrà comunque alla prima minoranza). Esclude i collegi uninominali, sottraendo ai cittadini la selezione dei Parlamentari. Nell’insieme, considerando gli astenuti, i cittadini rappresentati dalla maggioranza parlamentare saranno pochissimi.
Il Senato non viene abolito: vengono abolite le elezioni. Al Senato vengono però sottratti i poteri di controllo democratico. L’argomento per cui anche in altri paesi esiste il monocameralismo non vale nulla: dipende dalla qualità degli altri check and balance. Da noi si aboliscono i controlli democratici senza sostituirli. L’argomento della ‘velocità’ è fuorviante: serve velocità nell’amministrazione, non nella legislazione. L’argomento del ‘risparmio’ è una penosa foglia di fico. Si era partiti da una richiesta popolare di ridurre gli stipendi dei politici, i finti rimborsi, i doppi incarichi, i conflitti di interesse, ecc.; ciò avrebbe moralizzato la politica, togliendo incentivi a chi fa politica per il proprio tornaconto e aprendo spazi alle competenze e ai valori. Ma Veltroni ebbe la geniale idea di dirottare l’opinione pubblica verso la riduzione del numero dei parlamentari (tanto i leader vengono sempre eletti). Renzi ha fatto un altro passo: la sua idea è ridurre le istituzioni stesse e le loro funzioni.
La Pubblica Amministrazione sarà ancora di più in balia della ‘casta’. La licenziabilità dei dirigenti – da parte dei politici, si badi, non da parte di un giudice del lavoro sulla base di norme severe – toglie qualsiasi possibilità della P.A. di resistere all’uso privatistico dell’amministrazione da parte dei politici. L’abolizione del Segretario Comunale (un ‘controllore’ fino ad oggi indipendente degli amministratori locali) va nello stesso senso. Il ‘ruolo unico della dirigenza’ (la possibilità per i politici – non organi tecnici imparziali – di rimandare indietro nella carriera, o di far fare salti in avanti clamorosi, ai dirigenti pubblici) politicizza definitivamente le carriere.
Queste ‘riforme’ sono contrarie allo spirito della Costituzione e spianano la strada a un proliferare di ‘porcate’ di ogni tipo. Perciò ha poco senso paragonare il PD di Renzi alla DC. Con tutti i suoi difetti, la DC difese i valori della ‘resistenza al totalitarismo’. Renzi promuove invece i valori di Berlusconi che, da Primo Ministro, per anni si rifiutò di partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile. Il risultato sarà una società ancora più autoritaria, dove i cittadini scelgono ogni cinque anni il loro padrone, fra due o tre leader. Cinque? Due? Tre? Mah! Perché mai il processo di concentrazione del potere dovrebbe fermarsi? Già stanno cercando di aumentare il numero dei Commissari delle Autorità indipendenti, per poter piazzare propri uomini e controllarle meglio. L’argomento: ‘da Renzi non abbiamo nulla da temere’ non vale nulla: dopo Augusto vennero Tiberio e Nerone. Quando il potere politico ha le mani libere nel fare i propri interessi, troverà il modo di farli.
Sembra di vivere nella Fattoria degli Animali di Orwell, dove i maiali, i leader della ‘rivoluzione’, una volta al potere, modificavano gradualmente le parole d’ordine… fino a stabilire un regime più oppressivo di prima. Orwell terminava il libro immaginando una nuova rivolta degli animali contro i maiali. Chi potrebbe, da noi, osare tanto!?
Alcuni parlamentari PD con un po’ più di cultura e un po’ meno pelo sullo stomaco di altri, da me incontrati nelle scorse settimane, hanno risposto alla mia reprimenda abbassando gli occhi. Si vergognano, e si sentono umiliati per quello che sono ‘costretti’ a fare (anche dalla spinta della base renziana del Pd). Non resta che sperare in un sussulto di dignità. Ma i M5S non si considerino innocenti. Il populismo non si ferma con la conservazione, né con atteggiamenti aventiniani, sfascisti, con le fughe in avanti della democrazia diretta; bensì proponendo un cambiamento uguale e contrario. È ciò che chiedevamo nel 2013. Ancora aspettiamo che qualcuno contrapponga all’autoritarismo, senza ambiguità, i valori della Costituzione, come progetto di radicale rigenerazione della società, dello Stato, e della politica. Ma ci vuole una carica emotiva: che diventerà possibile solo quando cominceremo a dire la verità sulle riforme in atto.
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Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Findus, azienda attiva nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata Msc (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata Asc (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico, con circa 20mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro.
“Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della Gdo. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni - ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia - Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”.
Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo Iias nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata Msc e Asc. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento - fa notare l'azienda - il volume totale dei prodotti ittici certificati Msc in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione Msc, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati Msc è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo.
A partire dalla prossima settimana, tutti i prodotti delle gamme Findus - oltre 60 referenze - porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile Msc e quello verde di acquacoltura responsabile Asc.
La pesca sostenibile e certificata Msc deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti.
Per quanto riguarda invece il marchio verde Asc, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (Asc), un'organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale e sociale. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell'acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.
Reggio Emilia, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Dai 2,2 miliardi di metri cubi che vengono consumati oggi a livello mondiale si arriverà ad un consumo di 3,2 miliardi di metri cubi e in questo giocherà una chiave sempre più importante il riciclo, quindi dobbiamo essere bravi a cercare di sostituire ove possibile materiale di legno vergine con materiale riciclato". A dirlo Massimiliano Bedogna, presidente di Conlegno, che ha aperto i lavori degli stati generali delle aziende attive nella riparazione, riutilizzo e gestione dei pallet a Gattatico di Reggio Emilia.
"Nel cospetto europeo siamo tra i sistemi più più evoluti, abbiamo un consorzio come Rilegno che ha una raccolta capillare molto importante del fine vita dell'imballaggio in legno e abbiamo anche delle industrie che trasformano per quanto riguarda l'imballaggio il fine vita del legno da imballaggio in prodotti riciclati, quindi io direi che la strada è tracciata; ovviamente non è sufficiente però dobbiamo spingere affinché si trovi sempre di più un compromesso tra l'economia e la sostenibilità affinché entrambe possano giocare un ruolo determinante per il futuro del nostro paese", ha concluso Bedogna
Reggio Emilia, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Dai 2,2 miliardi di metri cubi che vengono consumati oggi a livello mondiale si arriverà ad un consumo di 3,2 miliardi di metri cubi e in questo giocherà una chiave sempre più importante il riciclo, quindi dobbiamo essere bravi a cercare di sostituire ove possibile materiale di legno vergine con materiale riciclato". A dirlo Massimiliano Bedogna, presidente di Conlegno, che ha aperto i lavori degli stati generali delle aziende attive nella riparazione, riutilizzo e gestione dei pallet a Gattatico di Reggio Emilia.
"Nel cospetto europeo siamo tra i sistemi più più evoluti, abbiamo un consorzio come Rilegno che ha una raccolta capillare molto importante del fine vita dell'imballaggio in legno e abbiamo anche delle industrie che trasformano per quanto riguarda l'imballaggio il fine vita del legno da imballaggio in prodotti riciclati, quindi io direi che la strada è tracciata; ovviamente non è sufficiente però dobbiamo spingere affinché si trovi sempre di più un compromesso tra l'economia e la sostenibilità affinché entrambe possano giocare un ruolo determinante per il futuro del nostro paese", ha concluso Bedogna
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - "Il rapporto delle Nazioni Unite sugli atti di genocidio contro il popolo palestinese conferma ciò che è accaduto sul terreno: un genocidio e la violazione di tutti i principi umanitari e legali". Lo ha detto all'Afp il portavoce del movimento islamico, Hazem Qassem.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo. La conferenza stampa di presentazione avrà luogo il 17 marzo, alle 11, alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Il Premio - la cui terza edizione si terrà il 9, 10 e 11 aprile sempre alla Casa del Cinema - è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Creatività, visione, coraggio, tradizione, appartenenza al territorio, innovazione e sostenibilità sono i protagonisti dei prodotti audiovisivi, dei cortometraggi e dei mediometraggi candidati che saranno selezionati da una giuria presieduta quest’anno da Caterina Caselli.
Alla conferenza stampa di lancio, che annuncerà i nomi di tutti i componenti della giuria e anche il dettaglio del programma degli eventi del Pfi, prenderanno parte il presidente del Premio Film Impresa Giampaolo Letta, il presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, il direttore artistico del Premio Mario Sesti e la presidente di Giuria Caterina Caselli.
Parteciperanno inoltre i rappresentanti delle aziende partner, e interverrà anche Lorenza Lei, responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe. Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".