Slitta a luglio l’ok definitivo della regione Liguria. E secondo il consigliere di Sel Alessandro Benzi il piano economico finanziario presentato dall'azienda ospedaliera, presieduta dal cardinale Bagnasco, "fa acqua da tutte le parti" e non dimostra da dove arriveranno "i presunti risparmi gestionali che dovrebbero consentire di far fronte alle rate del mutuo"
Un nuovo rinvio. Angelo Bagnasco dovrà aspettare qualche giorno in più. Non c’è ancora l’ok definitivo della regione Liguria al progetto del nuovo Galliera, l’ospedale di Genova presieduto proprio dall’arcivescovo. La compattezza raggiunta dal Pd sulla questione non sarà infatti sufficiente a fare arrivare il provvedimento in giunta venerdì 27 giugno, come aveva previsto il governatore Claudio Burlando. I mal di pancia di Sel rendono necessario un passaggio nella riunione di maggioranza del prossimo 1 luglio. Mentre sulla sostenibilità finanziaria c’è il rischio di un buco da 17 milioni.
Il Galliera è da anni al centro di un piano che vuole affiancare ai padiglioni originari dell’800 una nuova struttura sanitaria. E trasformare alcuni edifici oggi destinati ai servizi per malati in 20mila metri quadri di nuovi appartamenti e negozi. L’operazione incrocia gli interessi del mattone e le sue origini risalgono a quando Tarcisio Bertone era al vertice della curia genovese, che per statuto amministra l’ente ospedaliero parte del servizio sanitario nazionale. Il progetto è stato a lungo bloccato per un ricorso vinto al Tar da un comitato di cittadini che vivono nel quartiere di Carignano, dove sorge l’ospedale. Ma da quando il consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar, gli sponsor dell’operazione sono tornati alla carica, seppure con un disegno ridimensionato.
I membri della giunta regionale di centrosinistra hanno già dato il loro via libera informale: la Regione ci metterà circa 52 milioni, 48 arriveranno dall’operazione immobiliare mentre 30 dovrebbero essere garantiti da un mutuo che farà indebitare l’ente ospedaliero per trent’anni. E qui sta uno dei punti più critici. Del resto proprio la sostenibilità di un prestito bancario e il suo rispetto dei limiti di legge per l’indebitamento degli enti pubblici è stata anche in passato una delle questioni più dibattute. Tra chi non è per niente convinto del piano economico finanziario presentato in Regione c’è il consigliere regionale Alessandro Benzi, rimasto solo a rappresentare Sel nella maggioranza di centrosinistra dopo l’uscita dal partito dell’assessore allo Sport Matteo Rossi: “Il documento fa acqua da tutte le parti”, accusa Benzi. “Tra le altre cose non vengono dimostrati in alcun modo i presunti risparmi gestionali della nuova struttura, che dovrebbero consentire di far fronte alle rate del mutuo”. Ma c’è di più: “Non si fa alcun cenno a come verrà finanziata la ristrutturazione dei padiglioni storici che saranno utilizzati anche nel nuovo ospedale”.
Facciamo un passo indietro. I costi di tale ristrutturazione, finalizzata a ricavare aree per la logistica dove ora ci sono le stanze per i ricoveri, lo scorso aprile vengono stimati in 17 milioni in una seduta del cda del Galliera a cui partecipa anche Bagnasco. Questi investimenti, si legge nel piano economico finanziario allegato alla delibera del cda che approva definitivamente il progetto, “potranno essere sostenuti con le risorse finanziarie generate in autonomia dal nuovo Galliera solo a partire dal 2035. Nel caso risultasse necessario effettuare le opere di ristrutturazione prima di tale data sarà necessario per l’ente ospedaliero ricorrere a uno specifico finanziamento bancario”. Un secondo mutuo, insomma, oltre a quello da 30 milioni. Ma in regione nessuno ne parla, o forse nessuno se ne accorge. Eppure il nuovo progetto, sia negli aspetti sanitari che finanziari, è già stato in visione per settimane negli uffici regionali e a fine marzo ha ottenuto la valutazione positiva di una commissione regionale appositamente costituita. Sia Burlando che l’assessore alla Salute Claudio Montaldo vanno avanti per giorni a dire che per il nuovo Galliera adesso è tutto a posto, sostenendo che un finanziamento bancario da 30 milioni è sostenibile.
A svelare il caso è un articolo del 15 maggio scorso del Secolo XIX: “Galliera, nel piano un ‘buco’ da 17 milioni”, il titolo. Progetto da rimettere in discussione? Macché, tutto tace per settimane. Dalla maggioranza a guida democratica nessuno commenta. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’assessore Montaldo dice di avere già chiesto spiegazioni al Galliera: “E l’ente ha risposto che le risorse per la ristrutturazione hanno una copertura grazie a fondi già stanziati direttamente dall’ospedale”. Per sapere cosa questo significhi bisogna però provare a chiederlo al direttore generale della struttura sanitaria Adriano Lagostena, che sostiene: “Nel documento approvato ad aprile c’era un refuso. Di quei 17 milioni, 11 sono già stati spesi o stanziati nell’ambito dei piani triennali per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’ospedale. I 6 milioni restanti verranno finanziati con i piani triennali dei prossimi anni”.
E così salta fuori che il 16 maggio, cioè il giorno successivo all’articolo del Secolo XIX, il vice presidente del Galliera Giuseppe Romano ha firmato un’ordinanza d’urgenza in cui dichiara che l’ente è in condizione di provvedere all’adeguamento dei padiglioni storici “senza fare ricorso al mercato finanziario”. Nel documento, regolarmente pubblicato sull’albo online del Galliera, si spiega che l’analisi economico finanziaria elaborata con il supporto di un advisor, approvata dal cda e presentata in regione, in realtà risaliva all’aprile del 2013, un anno prima. Successive valutazioni sulla ristrutturazione dei padiglioni storici – si legge – hanno rilevato “come la tipologia delle opere fosse sostanzialmente riferibile a interventi di natura manutentiva” e che i padiglioni sono “oggetto unicamente di interventi di adeguamento alla vigente normativa e a manutenzioni straordinarie di differente natura”.
Lavori per 11 milioni – continua il documento – sono stati approvati e in parte eseguiti grazie ai piani triennali, “già a decorrere dal 2008”. Diversi anni prima, dunque, che il piano economico finanziario del 2013 citato venisse elaborato, che il nuovo progetto vedesse la luce e che si decidesse di destinare i padiglioni storici a funzioni di supporto alle attività sanitarie. Manutenzioni previste così tanto tempo fa vanno bene anche adesso che si parla di una ristrutturazione? Nessun dubbio sfiora il cda del Galliera, che nella seduta del 30 maggio scorso, questa volta senza la partecipazione del cardinal Bagnasco, ratifica all’unanimità l’ordinanza d’urgenza. E chi governa in regione? Il segretario regionale del Pd Giovanni Lunardon promette: “Nella riunione di maggioranza chiederemo conto di questo aspetto, in modo che non ci siano dubbi sulla sostenibilità finanziaria del progetto”.