È settimane che i quotidiani italiani descrivono un quadro di (supposto) rinnovato protagonismo sulla scena europea del nostro Paese grazie al grande attivismo del premier Matteo Renzi. A cui, come mai era accaduto negli ultimi anni con i suoi predecessori, vengono puntualmente e benevolmente dedicati prime pagine, articoloni, pomposi commenti, titoli a caratteri cubitali. Tutto ciò a testimoniare la bontà delle gesta di Renzi. Che avrebbe imposto la sua linea all’Europa, tessendo con grande abilità la tela del “meno rigore e più crescita” e piegando le resistenze tedesche verso una modifica in senso flessibile del patto di stabilità.
A leggere i nostri media ogni mattina, verrebbe quasi da credere al fatto che Renzi abbia realizzato un mezzo miracolo: far guadagnare all’Italia, in così poco tempo, una credibilità ed uno spazio enormi sullo scacchiere internazionale, che nemmeno a Bettino Craxi era riuscito di fare.
Ma le cose stanno diversamente. E ciò emerge con chiarezza lampante non appena l’angolatura da cui si guarda agli accadimenti quotidiani è diversa e si considera ciò che è stato sfornato nelle ultime settimane dai più rilevanti quotidiani europei. Perché nessuno di essi – e dico nessuno! – pare essersi accorto del protagonismo di Matteo Renzi.
Di questa diversità di vedute tra informazione italiana e media esteri abbiamo avuto ieri ulteriore conferma. Tutte le homepage dei principali media italiani, analogamente a quanto è avvenuto sulla relativa versione cartacea, erano incentrate sul vertice europeo e così titolavano: Renzi sferza l’Europa (corriere.it), Tensione Renzi-Merkel sul patto di stabilità (repubblica.it), Ok a Juncker, ma l’Europa si dia una mossa (ilgiornale.it), Renzi: sì a Juncker, ma solo con documento chiaro su strategia Europa (ilsole24ore.com), Renzi: ok a Juncker solo con programma chiaro (il messaggero.it).
Parrebbe quindi che Matteo Renzi abbia in mano l’Europa e, con un’azione di diplomazia molto raffinata, a tratti muscolare, abbia messo nell’angolo gli altri leader europei, Merkel per prima. Renzi avrebbe in sostanza imposto i paletti a cui ha fatto riferimento il tgcom delle 22.30 di ieri.
Ma lo spettacolo andato in scena a Ypres pare essere stato assai diverso. Perché quanto descritto dai nostri giornali non ha trovato alcun riscontro nei pochi articoli dedicati al vertice Ue dagli altri quotidiani europei. Le versioni on line di giornali come Financial Times, Le Figaro, El Pais, El Mundo, nelle proprie homepage, per tutto il pomeriggio, non hanno proprio parlato del vertice. Ma gli altri, nel relativo pezzo di cronaca o di analisi, non hanno nemmeno citato il nostro premier. Come se Renzi non fosse esistito, insomma.
Così hanno fatto il Guardian, il Times, il quotidiano francese Le Monde, l’Huffington Post made in Spagna ed i giornali tedeschi Die Welt e Frankfurter Allgemeine.
Delle due l’una: o il panorama informativo internazionale è in stato confusionale, oppure, con pochissime eccezioni, sono i media italiani che hanno perso il senso della realtà. E con esso il dovere di informare con onestà.
Twitter: @albcrepaldi