Il Festival Verdi è considerato dal governo una manifestazione a interesse locale e quindi destinato a non ricevere ulteriori finanziamenti. È questa la decisione del ministro alla Cultura Dario Franceschini, che ha deciso di non inserire la rassegna parmigiana nel decreto Cultura, azzerando così la possibilità di finanziamento alle manifestazione dedicata a uno dei compositori più famosi al mondo. La notizia è stata diffusa dalla deputata del Pd Patrizia Maestri, che aveva presentato un emendamento al decreto, e ha fatto tremare di indignazione le stanze del Teatro Regio di Parma e del Comune guidato da Federico Pizzarotti, che da due anni tenta di salvare la realtà lirica cittadina. E in poche ore, sui social network si è scatenata una guerra mediatica contro il ministro, sulla scia dell’hashtag #snobbaVerdi.
“La decisione di dichiarare inammissibile il mio emendamento al decreto Cultura sul finanziamento del Festival Verdi lascia veramente l’amaro in bocca, soprattutto in considerazione del fatto che tale decisione sottende la convinzione che il Festival abbia una sola valenza locale, convinzione che le celebrazioni del Bicentenario Verdiano del 2013 hanno in modo inequivocabile già avuto modo di smentire”, ha spiegato la Maestri da Roma. Anche il sindaco Pizzarotti ha condannato l’esclusione del Festival Verdi, definendo quella del Governo di Matteo Renzi “una scelta miope, perché non hanno capito l’importanza che Verdi ha non solo a livello locale, ma nel mondo”. Ironia della sorte, la notizia della bocciatura è arrivata proprio il giorno della presentazione di #VerdiMuseum, il progetto di un museo digitale diffuso in collaborazione con SQcuola di blog e con un progetto di crowdfunding basato su un’app e su un innovativo sito web. Proprio dal sindaco sui social network è partito l’invito a scrivere a Franceschini, per convincerlo a cambiare idea.
“Il ministro Franceschini sostiene che il Festival Giuseppe Verdi riveste carattere locale! – ha scritto sulla sua pagina Facebook – Verdi è il compositore più eseguito al mondo e nel 2013 si è celebrato il Bicentenario della nascita con manifestazioni nazionali e internazionali. Forse questo è sfuggito al ministro. Come è sfuggito il fatto che la commissione per le celebrazioni concludeva la sua relazione auspicando una ‘stabilizzazione dei contributi’ per un festival che esprime uno dei nostri maggiori vanti internazionali e un intero territorio di musica, paesaggi e sapori”. Quindi l’appello: “Scrivete anche voi al ministro che #snobbaVerdi”. Un messaggio che ha scatenato una guerriglia sui social network, con messaggi indirizzati a Franceschini per la mossa poco felice. “Al ministro della Cultura – scrive su Twitter l’assessore comunale all’Ambiente Gabriele Folli, allegando la Marcia Trionfale dell’Aida – consiglio questo motivetto accattivante di un musicista locale”.
E a questo se ne sono aggiunti altri durante tutta la giornata di venerdì. Secondo il senatore Giorgio Pagliari, la battaglia però non è ancora persa. Il parlamentare del Pd ha assicurato di aver parlato con il ministro Franceschini per trovare soluzioni per valorizzare la rassegna, che ha “rilevanza nazionale e internazionale”. Ma intanto il no al finanziamento è una doccia fredda che arriva sul Teatro Regio di Parma, che da qualche anno naviga a vista. Pochi i fondi a disposizione, come hanno ammesso il sindaco e presidente della Fondazione Teatro Regio Pizzarotti, e il direttore esecutivo Carlo Fontana durante la presentazione del Festival Verdi di ottobre 2014, che vedrà solo un titolo in cartellone e un altro nel teatro di Busseto, terra natale del Maestro. Il primo cittadino in questi anni si è visto voltare le spalle da tutti i grandi sponsor che prima facevano parte della Fondazione, che hanno continuato a foraggiare il Festival, lasciando però solo il Comune come socio unico del Regio. Far riconoscere la valenza nazionale del Festival, porterebbe una boccata di ossigeno a una realtà che si scontra sempre più con le difficoltà di reperire risorse. Su questo fronte però anche il sindaco Cinque stelle non si dà per vinto. “Troveremo altri modi per riuscire a portare l’attenzione su Verdi e sul Festival, sperando di far capire la sua importanza anche a Roma”.