Sembra aver poco di green la centrale biogas di Borgo Bainsizza, a pochi chilometri da Latina. Per l’Arpa Lazio quell’impianto che produce metano “verde” dal mais inquina, rilasciando nell’aria ossido di azoto oltre i limiti di legge. E non è una centrale qualsiasi: dietro la proprietà – la Agripower – c’è una quota significativa di AzzeroCO2, la srl di fatto controllata da Legambiente che si occupa di energia e green economy. Una storia paradossale che ilfattoquotidiano.it è in grado di ricostruire partendo dai documenti ufficiali dell’agenzia per l’ambiente della Regione Lazio.
Il biogas di Legambiente
Il metano prodotto da biomasse a Borgo Bainsizza è considerato il fiore all’occhiello dell’associazione ambientalista. All’inaugurazione dell’impianto nel 2011 partecipò il gotha di Legambiente. C’era Mario Tozzi, a moderare il dibattito, e l’ex senatore Francesco Ferrante; a tagliare la torta inaugurale era arrivata da Roma Cristiana Avenali, oggi consigliere regionale del Lazio, eletta nel listino Zingaretti e all’epoca ai vertici dell’associazione; per AzzeroCO2 si era presentato l’amministratore delegato Mario Gamberale. Un investimento strategico, per dimostrare che la tecnologia del biogas è la soluzione più ecologica che c’è.
La doccia fredda è arrivata lo scorso aprile. L’Arpa Lazio si è presentata per una verifica negli impianti di Latina, misurando le emissioni in atmosfera. Il rapporto – datato 19 giugno – mostra una situazione preoccupante: “Dal Rapporto di Prova del 22 aprile 2014 si riscontra il superamento del parametro “NO2” rispetto a quanto autorizzato dalla Provincia di Latina”. Una violazione di una certa gravità, tanto che l’agenzia regionale per l’ambiente ha deciso di trasmettere la segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina, per valutare l’ipotesi di violazione della legge 152 del 2006. Lo stesso rapporto è stato inviato alla Provincia di Latina, per “eventuali emanazioni di provvedimenti di competenza”. “Non conosco quel rapporto, perché non ci occupiamo direttamente della gestione – commenta a ilfattoquotidiano.it Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente nazionale e membro del Cda di AzzeroCO2 – ed è evidente che se inquina fa bene Arpa Lazio a prendere provvedimenti”.
La catena societaria
Il partner industriale di Legambiente che detiene la maggioranza delle quote dell’impianto è il gruppo Esco Lazio. AzzeroCO2 possiede il 10% delle quote di questa società (4mila euro su 40mila euro di capitale sociale). A sua volta la Esco Lazio controlla – attraverso la Esco Biogas srl – la Agripower, proprietaria dell’impianto di Borgo Bainsizza. La partnership industriale che gestisce la centrale inquinante è particolarmente attiva in provincia di Latina, dove si stanno concentrando negli ultimi anni diversi impianti di gestione di rifiuti. Oltre alla Agripower la Esco Lazio controlla la Recall Latina (società che riporta lo stesso nome della campagna di Legambiente e AzzeroCO2 di promozione del biogas), società che ha recentemente presentato un nuovo progetto di impianto da realizzare a pochi chilometri dal comune di Sermoneta. Qui – secondo la sintesi disponibile nella sezione di Valutazione impatto ambientale della Regione Lazio – la produzione del metano avverrà utilizzando la Forsu, ovvero la parte umida della differenziata. Non solo. I tecnici dichiarano che nel nuovo impianto verranno conferiti anche altri rifiuti, senza però specificare quali.
La Recall Latina fino allo scorso maggio aveva tra i soci un importante operatore nel campo dei rifiuti della zona, legato alla famiglia Traversa. Era sicuramente una presenza imbarazzante per Legambiente, visto che il capostipite Giuseppe era stato processato alla fine degli anni Novanta per truffa nella gestione della monnezza laziale, insieme all’esponente del clan dei casalesi Gaetano Cerci, braccio destro di Cipriano Chianese. Qualche mese dopo un’inchiesta del settimanale l’Espresso il gruppo Traversa è uscito dalla società Recall Latina. Secondo il sito di Esco Lazio ancora oggi esisterebbe una partnership con la Cosmari della famiglia Traversa per la rimozione dell’amianto dai tetti dei capannoni industriali. Per i responsabili di AzzeroCO2 le scelte fatte a Latina dovranno essere riviste: “Legambiente ha deciso di ripensare la sua partecipazione diretta in Esco Lazio – spiega Edoardo Zanchini – privilegiando in futuro la pura progettazione”. Un passo indietro rispetto alla politica di intervento diretto nel settore avuta fino ad oggi.
L’arrivo dei fiduciari
Il piccolo impero del biogas di Latina partecipato da Legambiente ha però ancora oggi dei lati oscuri. Lo scorso aprile – presso lo stesso indirizzo delle altre società – è stata costituita la Bio2gas srl, partecipata per il 16,39% da Esco Biogas (dove Legambiente/AzzeroCO2 controlla il 10% delle quote, attraverso la Esco Lazio). Chi sono gli altri soci? Impossibile saperlo. L’83,77% delle azioni sono in mano ad una fiduciaria di Milano, la Arepo e, dunque, i nomi dei reali beneficiari non sono pubblici. La nuova sigla possiede un capitale sociale consistente, pari a 1 milione di euro e – per statuto – si occuperà di “progettazione, amministrazione, costruzione, gestione, vendita e acquisto di impianti di smaltimento rifiuti”, attraverso la “costituzione di società veicolo”. Attività che vede la partecipazione dell’associazione ecologista nel ruolo d’impresa. A sua insaputa: “Non ne so nulla – assicura il vice presidente di Legambiente – non conosco queste scelte di Esco Lazio e quindi non posso dirle nulla su questa vicenda”.
Ambiente & Veleni
Latina, “centrale a biogas oltre i limiti per emissioni”. Tra i soci la AzzeroCO2
Per l'Arpa Lazio l'impianto di Borgo Bainsizza che produce metano "verde" ha violato le norme sulle emissioni: già partita una segnalazione in Procura. Nella proprietà anche la società di fatto controllata da Legambiente. Il vicepresidente Zanchini: "Se c'è inquinamento è bene prendere provvedimenti"
Sembra aver poco di green la centrale biogas di Borgo Bainsizza, a pochi chilometri da Latina. Per l’Arpa Lazio quell’impianto che produce metano “verde” dal mais inquina, rilasciando nell’aria ossido di azoto oltre i limiti di legge. E non è una centrale qualsiasi: dietro la proprietà – la Agripower – c’è una quota significativa di AzzeroCO2, la srl di fatto controllata da Legambiente che si occupa di energia e green economy. Una storia paradossale che ilfattoquotidiano.it è in grado di ricostruire partendo dai documenti ufficiali dell’agenzia per l’ambiente della Regione Lazio.
Il biogas di Legambiente
Il metano prodotto da biomasse a Borgo Bainsizza è considerato il fiore all’occhiello dell’associazione ambientalista. All’inaugurazione dell’impianto nel 2011 partecipò il gotha di Legambiente. C’era Mario Tozzi, a moderare il dibattito, e l’ex senatore Francesco Ferrante; a tagliare la torta inaugurale era arrivata da Roma Cristiana Avenali, oggi consigliere regionale del Lazio, eletta nel listino Zingaretti e all’epoca ai vertici dell’associazione; per AzzeroCO2 si era presentato l’amministratore delegato Mario Gamberale. Un investimento strategico, per dimostrare che la tecnologia del biogas è la soluzione più ecologica che c’è.
La doccia fredda è arrivata lo scorso aprile. L’Arpa Lazio si è presentata per una verifica negli impianti di Latina, misurando le emissioni in atmosfera. Il rapporto – datato 19 giugno – mostra una situazione preoccupante: “Dal Rapporto di Prova del 22 aprile 2014 si riscontra il superamento del parametro “NO2” rispetto a quanto autorizzato dalla Provincia di Latina”. Una violazione di una certa gravità, tanto che l’agenzia regionale per l’ambiente ha deciso di trasmettere la segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina, per valutare l’ipotesi di violazione della legge 152 del 2006. Lo stesso rapporto è stato inviato alla Provincia di Latina, per “eventuali emanazioni di provvedimenti di competenza”. “Non conosco quel rapporto, perché non ci occupiamo direttamente della gestione – commenta a ilfattoquotidiano.it Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente nazionale e membro del Cda di AzzeroCO2 – ed è evidente che se inquina fa bene Arpa Lazio a prendere provvedimenti”.
La catena societaria
Il partner industriale di Legambiente che detiene la maggioranza delle quote dell’impianto è il gruppo Esco Lazio. AzzeroCO2 possiede il 10% delle quote di questa società (4mila euro su 40mila euro di capitale sociale). A sua volta la Esco Lazio controlla – attraverso la Esco Biogas srl – la Agripower, proprietaria dell’impianto di Borgo Bainsizza. La partnership industriale che gestisce la centrale inquinante è particolarmente attiva in provincia di Latina, dove si stanno concentrando negli ultimi anni diversi impianti di gestione di rifiuti. Oltre alla Agripower la Esco Lazio controlla la Recall Latina (società che riporta lo stesso nome della campagna di Legambiente e AzzeroCO2 di promozione del biogas), società che ha recentemente presentato un nuovo progetto di impianto da realizzare a pochi chilometri dal comune di Sermoneta. Qui – secondo la sintesi disponibile nella sezione di Valutazione impatto ambientale della Regione Lazio – la produzione del metano avverrà utilizzando la Forsu, ovvero la parte umida della differenziata. Non solo. I tecnici dichiarano che nel nuovo impianto verranno conferiti anche altri rifiuti, senza però specificare quali.
La Recall Latina fino allo scorso maggio aveva tra i soci un importante operatore nel campo dei rifiuti della zona, legato alla famiglia Traversa. Era sicuramente una presenza imbarazzante per Legambiente, visto che il capostipite Giuseppe era stato processato alla fine degli anni Novanta per truffa nella gestione della monnezza laziale, insieme all’esponente del clan dei casalesi Gaetano Cerci, braccio destro di Cipriano Chianese. Qualche mese dopo un’inchiesta del settimanale l’Espresso il gruppo Traversa è uscito dalla società Recall Latina. Secondo il sito di Esco Lazio ancora oggi esisterebbe una partnership con la Cosmari della famiglia Traversa per la rimozione dell’amianto dai tetti dei capannoni industriali. Per i responsabili di AzzeroCO2 le scelte fatte a Latina dovranno essere riviste: “Legambiente ha deciso di ripensare la sua partecipazione diretta in Esco Lazio – spiega Edoardo Zanchini – privilegiando in futuro la pura progettazione”. Un passo indietro rispetto alla politica di intervento diretto nel settore avuta fino ad oggi.
L’arrivo dei fiduciari
Il piccolo impero del biogas di Latina partecipato da Legambiente ha però ancora oggi dei lati oscuri. Lo scorso aprile – presso lo stesso indirizzo delle altre società – è stata costituita la Bio2gas srl, partecipata per il 16,39% da Esco Biogas (dove Legambiente/AzzeroCO2 controlla il 10% delle quote, attraverso la Esco Lazio). Chi sono gli altri soci? Impossibile saperlo. L’83,77% delle azioni sono in mano ad una fiduciaria di Milano, la Arepo e, dunque, i nomi dei reali beneficiari non sono pubblici. La nuova sigla possiede un capitale sociale consistente, pari a 1 milione di euro e – per statuto – si occuperà di “progettazione, amministrazione, costruzione, gestione, vendita e acquisto di impianti di smaltimento rifiuti”, attraverso la “costituzione di società veicolo”. Attività che vede la partecipazione dell’associazione ecologista nel ruolo d’impresa. A sua insaputa: “Non ne so nulla – assicura il vice presidente di Legambiente – non conosco queste scelte di Esco Lazio e quindi non posso dirle nulla su questa vicenda”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".