Il presidente dell'associazione di volontariato Monciatti non sembra avere fretta: i 12910 euro rimasti. E quando il Fatto.it che chiede informazioni perde le staffe: "Rompete meno le scatole, siete solo ignoranti"
All’indomani della strage la Misericordia di Viareggio aprì un conto corrente per raccogliere le donazioni. Dopo 5 anni restano ancora da distribuire, stando al saldo reso noto dalla stessa Confraternita, 12.910 euro. Il presidente Roberto Massimo Monciatti non sembra avere fretta. E non è neanche il sindaco viareggino Leonardo Betti (Pd) a mettergliela. Anzi. Intervistato da ilfattoquotidiano.it, Betti prima sostiene di non sapere quanto avanza, poi invita a chiederlo a Monciatti e tornare a dirglielo, poi, davanti a quello, intervenuto di persona nel suo ufficio, suggerisce di restituire i soldi rimasti ai donatori, essendo finita l’emergenza. Alla fine si impegna a promuoverne la distribuzione, senza però dire quando avverrà e a vantaggio di chi o cosa.
Le associazioni: “Quei soldi possono servire”
Eppure quei soldi sono stati raccolti con la causale “Pro-Disastro Viareggio” e, anche se l’emergenza è passata, potrebbero far comodo, come suggerisce Rombi, presidente dell’associazione dei familiari Il Mondo che Vorrei. Ad esempio, per contribuire alle spese legali e alle perizie da decine di migliaia di euro, necessarie ai familiari per far fronte a una difesa, quella dei manager del gruppo Ferrovie, con mezzi nettamente superiori; oppure per aiutare chi ha perso il lavoro per cercare la verità a fianco dei viareggini colpiti, come il ferroviere Riccardo Antonini, 62 anni. Le idee per destinarli non mancano. Basta decidersi.
L’ex sindaco: “Il Comune può decidere anche se il conto è della Misericordia”
“Lo sai te che resta quell’importo lì? Io non lo so” dice inizialmente il sindaco di Viareggio Betti a ilfattoquotidiano.it. Poi però si corregge: “Alla Misericordia ho mandato una mail ad aprile e mi hanno confermato che c’è quell’importo lì e deve essere deciso cosa ne fanno”. E chi decide cosa farne?, gli chiediamo. Il sindaco si rivolge a una funzionaria: “Noi possiamo deciderlo?”. E quella: “Non lo so”. Eppure, come ricorda al telefono con ilfattoquotidiano.it l’ex sindaco Luca Lunardini (Pdl), la maggior parte delle donazioni fatte sul conto della Misericordia tra il 2009 e il 2011 è stata distribuita proprio su indicazione di una Commissione istituita in Comune: “Per la massima trasparenza possibile – dice – istituimmo una Commissione consiliare di controllo composta non dalla giunta, ma da tutti i membri del consiglio. La Misericordia ci rendicontò tutto al dettaglio. Poi però il mio mandato finì in anticipo e rimase ancora una piccola somma da distribuire”. “La Commissione da allora è decaduta” dice il sindaco Betti. “Andrebbe ricostituita…” suggerisce il suo portavoce. “Sì, si può fare tutto. Però – è il dubbio che blocca il sindaco – c’erano dei requisiti, legati alla distribuzione, che sono decaduti”. I requisiti erano: aver avuto la casa, l’auto, il motorino o l’azienda bruciata e avere parenti da assistere in ospedale. Soddisfatti questi bisogni, i soldi che avanzano resteranno alla Misericordia? “Ascolta, chiamiamo il presidente della Misericordia” taglia corto Betti.
Monciatti al Fatto.it: “Rompete meno le scatole”
“Presidente salve, sono il sindaco..”. Ce lo passa senza fargli domande, dopo avergli spiegato che ci ha detto che forse i soldi rimasti – parliamo di più di 10mila euro – sono andati a coprire le spese di gestione del conto. Al telefono con ilfattoquotidiano.it, Monciatti dice di non ricordare se avanza qualcosa, che comunque è tutto rendicontato e possiamo controllare, ma al telefono non sa dirci niente. Poi perde le staffe: “Questi sono morti da 5 anni e lei ora va lì a domandare… Io non glielo dico perché non lo so neanch’io! Questo è un modo di fare giornalismo che io contesto da giornalista! Io contesto da giornalista!”. E ancora: “E voi altri vi siete svegliati che… Se lo tolga dall’anticamera del cervello, se lo tolga dall’anticamera del cervello!Allora lei scriva quello che io ho detto!”. Ma lei ha detto che non lo sa, gli facciamo notare. “Ascolta, o bimba, rompi meno le scatole. Sei solo ignorante e non mi interessa. Hai capito o non hai capito? Allora vai a imparare a fare il giornalista, vai a imparare!” continua il Grand’Ufficiale al Merito del Sovrano Ordine di Malta, prima di riattaccare.
Poi il sindaco Betti cambia versione: questi soldi non sono stati ancora distribuiti perché lui non ha mai avuto proposte dalle associazioni. “Ma se glielo abbiamo chiesto tantissime volte” replica esterrefatta, al telefono, Daniela Rombi, che nella strage perse la figlia Emanuela, 21 anni. Passano pochi minuti e il presidente Monciatti si presenta alla porta del sindaco, che, intimorito, non sa se farlo entrare. La segretaria lo fa passare. “Signorina, mi sono calmato, mi chieda quello che vuole sapere”. Ripetiamo le domande, ma Monciatti continua a non ricordare quanto è avanzato, anche se, dice, “qualcosa avanza per forza”. Ci invita ad andarlo a verificare con lui nel saldo appeso in bacheca proprio alla Misericordia. Prima però davanti al sindaco vogliamo chiedergli se ha intenzione o no di destinare quella somma e, se sì, a chi e quando. “L’emergenza è passata, 5 anni, quindi al sindaco, alla città, ai familiari, non lo so, decideremo il da farsi” risponde Monciatti. Ma quando? Quindi lei invita i familiari a trovarsi qua?, gli chiediamo. “Io non invito nessuno. Quando sarà il momento – risponde Monciatti, che è anche membro onorario del Rotaract Versilia per benemerenze sociali – decideremo e faremo quel che dovremo fare”. Ma chi, chi deciderà? Nell’ufficio del sindaco Betti cala ancora il silenzio. “Questa cifra, quando sarà il momento… Se il lavoro giornalistico tuo è solo sapere questa cifra chi se la mette in tasca, hai sbagliato! Cambia mestiere! Cambia mestiere, te lo dice un giornalista che devi cambiar mestiere, scrivilo pure eh! Volete trovare per forza la porcheria… In tasca i soldi non se li mette nessuno, vai tranquilla” sbotta Monciatti. Poi ci accompagna a vedere il saldo appeso in Misericordia.
Il saldo
A fare la parte del leone nelle donazioni è stata la Gatx Rail Austria, la società proprietaria dell’asse della cisterna che si è spezzato, che l’8 luglio 2009 donò un milione di euro. La solidarietà di aziende e cittadini ha fatto il resto, arrivando alla cifra complessiva di 1 milione e 89.276,20 euro: questo il saldo, affisso nella bacheca della Confraternita, che si ferma al 24 ottobre 2011. Dopo quella data, ci ha assicurato il presidente Monciatti, non ci sono state altre donazioni. Impossibile verificare: lo stesso sindaco non ha accesso al conto corrente. Ma, stando al saldo esibito, i soldi distribuiti sono stati 1 milione e 76.365,33 euro. Restano sul conto 12.910 euro. Non noccioline.
La raccolta durò più di due anni
La raccolta fondi “Pro-Disastro Viareggio” per oltre due anni è stata anche promossa con un banner in sovrimpressione durante i notiziari di Reteversilia, la tv locale di proprietà della Misericordia. La gente ha continuato a donare fino a che i parenti delle vittime, riuniti nell’associazione Il Mondo che Vorrei, non hanno chiesto alla Misericordia di interrompere la raccolta, prima con una lettera privata, inascoltata, quindi con un appello sulla stampa locale. “Questo perché ormai, ad oltre due anni dal tragico evento, riteniamo che sia superata la necessità” scrivevano i familiari, che nella lettera chiedevano anche quale fosse la destinazione delle cifre. Lo aveva chiesto anche il giornalista Giuliano Marrucci di Report, in una puntata andata in onda il novembre scorso. Come risposta Monciatti lo ha querelato. A fine luglio sarà fissata l’udienza preliminare.