Il caso è estremo. Il prossimo anno scolastico al liceo scientifico “Natale Palli” di Casale Monferrato (Alessandria) ci sarà una classe con 42 studenti perché l’Ufficio scolastico provinciale ha deciso di accorpare tre classi per ottenerne due. Solo un anno fa a Modica (Ragusa) successe di peggio: in un liceo musicale venne creata una classe con 49 studenti. Vicende così sembrano rare, ma i sindacati della scuola mettono in allarme: a settembre la situazione potrebbe ripetersi perché gli alunni aumentano e i professori diminuiscono per colpa dei tagli.
Nelle scorse settimane il ministero dell’Istruzione ha stabilito che il prossimo anno ci saranno quasi 1.400 cattedre in meno. “L’organico di diritto del personale docente riferito dell’anno scolastico che si sta concludendo è pari a 602.191, quello assegnato dal Miur alle Direzioni scolastiche regionali per il prossimo anno scolastico ammonta invece a 600.839 posti – ha segnalato negli scorsi giorni Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola -. Un taglio di 1352 posti che non si giustifica e determina in molte regioni una vera ‘emergenza organici’”. Allo stesso tempo le iscrizioni alle scuole di ogni grado sono aumentate di circa 34mila unità.
Potrebbero essere formate delle classi-pollaio, come succederà a Casale Monferrato e forse pure a Biella, dove c’è il rischio di classi con 45 studenti. Il responsabile piemontese dell’associazione professionale Anief, Giuseppe Faraci, ha lanciato un allarme affermando che tutto ciò “non era mai successo” prima in questa regione. La colpa delle classi sovraffollate sarebbe dei tagli economici imposti dal governo. “Tutto nasce dai vincoli imposti dalle ultime leggi di Stabilità e dalla spending review, che impongono a tutte le amministrazioni pubbliche di non incrementare i parametri di spesa – ha spiegato Faraci -. Ma nella scuola ci sono dei bambini e dei ragazzi che non possono essere ammassati per rispettare i calcoli ragionieristici dello Stato: in questo modo, si nega il loro diritto allo studio, perché sopra ai 30 alunni per classe, per un insegnante è impossibile fare lezione. E, nel contempo, si violano le norme sulla sicurezza”, che impongono al massimo 26 alunni nelle scuole primarie, 30 alle medie e 30 alle superiori. Un limite che a Casale Monferrato è stato largamente superato.
“Il Governo ha detto che la sicurezza scolastica è una delle priorità della sua azione? Allora lo dimostri affiancando al risanamento dell’edilizia uno stanziamento di fondi che scongiuri da subito la formazione di classi enormi come quelle denunciate in questi giorni in Piemonte”, ha detto Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. Dure le dichiarazioni del segretario Cisl Scrima verso Renzi: “Cambiare verso vuol dire forse, per la scuola, rispondere tagliando le risorse dove cresce la popolazione scolastica? – ha affermato -. La politica continua a considerare la scuola come un costo e non come un investimento: ci era sembrato di udire parole diverse, i fatti ancora non lo sono”.
Intanto si sono mossi pure alcuni parlamentari. Due elette del Pd, la senatrice Nicoletta Favero e la deputata Cristina Bargero, hanno rivolto due interrogazioni al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Martedì alla Camera la deputata M5S Silvia Chimienti è intervenuta segnalando il “taglio spaventoso che avrà conseguenze disastrose sulle scuole”: “Ecco come si concretizzano i proclami di Renzi sulla scuola pubblica e sulla sicurezza dei nostri allievi che sembrano essere una priorità del suo governo”. Il vicepresidente della Commissione istruzione alla Camera Fabrizio Bocchino ha chiesto invece a genitori e dipendenti di segnalare le situazioni a rischio.