“Presidente, che ha significato per lei questo Mondiale?”. L’anziano signore accetta la domanda di buon grado e senza pensarci troppo risponde: “Che la Fifa è una banda di vecchi figli di puttana”. Poi la mano scatta davanti la bocca, quasi a voler rimandare giù il poco politicamente corretto giudizio. Il giornalista, al quale non sembra vero di aver strappato all’intervistato cotanta frase, chiede timoroso: “Posso pubblicarlo?”. E lui, l’anziano signore, dà il suo benestare: “Pubblicalo! Per me…”. L’intervistato, però, non è un vecchietto qualunque comodamente adagiato su una panchina del parco, ma Pepe Mujica, presidente dell’Uruguay, beniamino di sinistra e movimenti in ogni angolo del globo, il volto umanissimo di quel che resta del marxismo sudamericano.
Un giudizio, quello del capo di Stato più povero del mondo (le sue rinunce francescane sono ormai leggendarie) sul massimo organismo del calcio mondiale, che non può che far scattare i fantozziani 92 minuti di applausi. Mujica, che fisicamente sembra un mix tra Nonno Libero e Tonino Guerra e dentro, invece, ha la forza rivoluzionaria di centomila Nichi Vendola, in pratica ha detto quello che tutto il mondo (eccetto brasiliani e francesi) pensa di Sepp Blatter e della sua cricca di maneggioni. Il presidente FIFA, commentando l’uscita di scena dell’Italia, non ha perso tempo per punzecchiarci, come fa ormai da almeno tre lustri, visto che la nostra federazione conta meno di quella di Tonga o del Lussemburgo e glielo permette: “Chi si difende viene eliminato. Come l’Italia, ad esempio, che non ha avuto spirito offensivo…”.
Per il mammasantissima del pallone globale noi siamo e resteremo per sempre dei catenacciari, furbi e arrendevoli, e se vinciamo dobbiamo ringraziare solo il caso o la fortuna. Frasi che non ci stupiscono affatto, visto che stiamo parlando dell’uomo che nel 2006, in Germania, non ha voluto nemmeno consegnare la coppa nelle mani di Cannavaro, delegando il compito al vecchio e imbolsito Lennart Johansson. Ma noi italiani e il presidente Mujica siamo in ottima compagnia: giusto ieri, dal leggendario palco di Glastonbury, la cantante inglese Lily Allen ha dedicato proprio a Blatter la sua hit “Fuck You” (che non ha bisogno di traduzioni), definendolo “l’uomo più corrotto al mondo”.
Sembra l’inizio di uno degli aneddoti leggendari di Gianni Minà: “Eravamo io, Pepe Mujica e Lily Allen…”. Strani compagni di strada a parte, la battaglia contro quel mostro a mille teste che è la Fifa è sempre più necessaria per cambiare il calcio. Anche se noi italiani, prima di provare a rottamare il baraccone svizzero, dovremmo pensare ai guai di casa nostra. Sperando, per una volta, che la FIGC non sia di nuovo il buen retiro di qualche vecchio arnese proveniente dalla palude politico-imprenditoriale. E se proprio non troviamo di meglio, possiamo sempre prenotare Pepe Mujica quando finirà il suo mandato presidenziale. Il buon Pepito si accontenterebbe di 800 euro. Più spending review di così…