L'ad del Lingotto, a margine dell’assemblea dell’Unione degli industriali di Torino nello stabilimento Maserati di Grugliasco, derubrica a "chiacchiere" gli scioperi e le proteste delle scorse settimane. E ostenta ottimismo. Il rinnovo del contratto? "Si chiuderà il prima possibile". Il rapporto con il sindacato dei metalmeccanici? "Vecchie storie da non rivangare, abbiamo firmato con la maggioranza dei sindacati"
Un rientro di Fiat in Confindustria? “Non credo”. Il rapporto con la Fiom? “Non andiamo a rivangare vecchie storie. La invito a sedersi al tavolo, entrando a far parte di questa bella realtà”. Così l’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, a margine dell’assemblea dell’Unione degli industriali di Torino, ospitata nello stabilimento Maserati di Grugliasco. Cioè proprio la fabbrica al centro, nelle scorse settimane, di un duro scontro con i sindacati. Pietra della discordia lo sciopero di un’ora indetto proprio dalla Fiom, che il manager aveva inizialmente definito “incomprensibile” e a cui aveva risposto con una ritorsione salvo poi fare dietro front e confermare il trasferimento di 500 cassintegrati di Mirafiori nella fabbrica che produce le berline di alta gamma del Tridente. Ma, nel giorno in cui gli industriali torinesi si riuniscono incassando l’assenza di Matteo Renzi (“impegni istituzionali”) e del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi (“indisposizione”), il manager sembra voler archiviare l’accaduto e ostenta ottimismo sul futuro. Nessun ripensamento sull’uscita dall’associazione, nessuna marcia indietro. Ora Marchionne, presente all’assemblea insieme al presidente John Elkann, elogia Maserati e i suoi delegati, che “hanno confermato l’impegno condiviso quando abbiamo rilanciato lo stabilimento l’anno scorso”. E derubrica tutto il resto – scioperi, proteste, licenziamenti che continuano a far discutere – a “chiacchiere”. Con il rampollo di casa Agnelli visita poi il reparto montaggio, incassando, riportano le agenzie, gli applausi dei lavoratori. Tutto bene, fa sapere, anche sul fronte della difficile trattativa per il rinnovo del contratto aziendale. Quello negoziato, appunto, dopo l’uscita del gruppo dall’associazione degli industriali nel 2012. A dire il vero il confronto con i sindacati si è arenato sul nodo dell’aumento una tantum di 390 euro chiesto dai rappresentanti dei lavoratori, ma secondo Marchionne “si chiuderà, cercheremo di farlo il prima possibile, il nostro impegno c’è”. La firma, spiega, potrebbe arrivare anche prima della pausa estiva: “Spero si, bisogna chiarire un po’ le cose e poi sedersi al tavolo”. E il rapporto con la sigla che ha sottoscritto il contratto e che fuori dalla fabbrica ha convocato un presidio di protesta? “Vecchie storie”, liquida l’ad. Invitando poi il sindacato dei metalmeccanici a “firmare questo accordo e sedersi al tavolo, entrando a far parte di questa bella realtà”.
Marchionne ha anche detto che l’assemblea straordinaria di Fiat che dovrà approvare la fusione con Chrysler si terrà all’inizio di agosto e ribadito che la quotazione di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street “è prevista entro il quarto trimestre di quest’anno”.