La proposta choc di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini per evitare le infiltrazioni criminali e l'uso strumentale dei sacramenti. Secondo il presule, Francesco ha chiesto a tutti i vescovi della Calabria di riunirsi rapidamente per discutere di questo problema e inviargli poi una relazione scritta. La richiesta arriva dopo la "scomunica ai mafiosi" pronunciata nella piana di Sibari. Intanto c'è preoccupazione per la salute del pontefice. Il cardinale Comastri: "Mi ha chiesto di lasciargli cappella vicino a Giovanni Paolo II"
“Santità aboliamo i padrini di battesimi e cresime per evitare infiltrazioni criminali nella Chiesa”. È la proposta rivolta a Papa Francesco dall’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, che il 29 giugno scorso, insieme ad altri 23 presuli, ha ricevuto dalle mani di Bergoglio il pallio, l’insegna liturgica di lana bianca che rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle. In quella occasione, primo appuntamento pubblico di Francesco dopo “l’improvvisa indisposizione ” che gli ha impedito all’ultimo momento, il 27 giugno scorso, di visitare il Policlinico Gemelli, Morosini ha parlato di nuovo al Papa della sua drastica proposta. Al termine della Messa nella Basilica Vaticana, secondo quando riferito dall’arcivescovo di Reggio Calabria, Francesco si è ricordato di una lettera che Morosini gli aveva inviato tempo fa e nella quale gli aveva scritto che per ostacolare l’uso strumentale della Chiesa e dei sacramenti da parte della ‘ndrangheta, è necessario “abolire per 10 anni i padrini per i sacramenti del battesimo e della cresima”.
Un esperimento, secondo l’arcivescovo, che potrebbe essere applicato inizialmente “almeno per la diocesi di Reggio Calabria”. Morosini racconta ancora che Papa Francesco ha chiesto a tutti i vescovi della Calabria di riunirsi rapidamente per discutere di questo problema e di inviargli poi una relazione scritta con le conclusioni del dibattito. La proposta di Morosini arriva non a caso dopo che nella piana di Sibari, il 21 giugno scorso, nel suo primo viaggio pastorale in Calabria, Bergoglio aveva scomunicato i mafiosi. Un provvedimento durissimo e senza precedenti nella storia della Chiesa che adesso ha come ripercussione pratica il divieto assoluto da parte di vescovi e sacerdoti di ammettere ai sacramenti tutti gli appartenenti a queste organizzazioni criminali. Una decisione, quella di Francesco, che si va a scontrare con il ruolo fondamentale che assume la dimensione religiosa, seppure ovviamente in modo assai distorto, nella vita dei camorristi, degli ‘ndranghetisti e dei mafiosi.
Intanto, a destare apprensione per la salute di Bergoglio sono le dichiarazioni del cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro, che alla trasmissione “Stanze Vaticane” di Fabio Marchese Ragona in onda su Tgcom24 ha rivelato che Francesco gli ha recentemente rivelato dove vuole essere sepolto. “Il Papa – ha raccontato il porporato – da vero credente ha sempre presente il pensiero della morte. Qualche giorno fa, eravamo insieme in Basilica e passando vicino alla cappella dov’era sepolto Giovanni Paolo II, mi ha detto un po’ scherzosamente, ma credo che sotto sotto il suo pensiero fosse ben chiaro: ‘Mi raccomando quella lasciatela per me’. E io scherzando mi son permesso di rispondere: ‘Padre Santo bisogna vedere chi arriva prima!'”.
Quella indicata da Bergoglio è la cappella nelle grotte vaticane, ovvero nel livello inferiore della Basilica di San Pietro e appena sopra l’antica necropoli, dove dal giorno dei funerali, l’8 aprile 2005, fino alla fine dell’aprile del 2011 è stato sepolto, nella nuda terra e non in un sarcofago come da lui richiesto, Giovanni Paolo II. Alla vigilia della beatificazione, presieduta da Benedetto XVI il primo maggio 2011 sul sagrato di piazza San Pietro, il corpo del Papa polacco oggi santo fu, infatti, traslato nella Basilica Vaticana e collocato nella cappella di San Sebastiano, la seconda della navata di destra, dove si trova attualmente, meta ogni giorno di pellegrinaggio da parte di migliaia di fedeli.