A Livorno si è voltata ufficialmente pagina. Con l’insediamento del primo consiglio comunale è iniziata a tutti gli effetti l’era amministrativa grillina, nuovo capitolo della storia politica cittadina aperto lo scorso 8 giugno con l’elezione a sindaco di Filippo Nogarin. Tanta emozione, qualche incertezza procedurale e clima da primo giorno di scuola per i 32 consiglieri comunali, soprattutto per quanto riguarda la “pattuglia” (20 consiglieri) del Movimento 5 Stelle. Tanta anche la curiosità tra i cittadini: difficile vedere un’aula consiliare così gremita. “Questo è un giorno molto importante non tanto per il Movimento 5 Stelle – sottolinea il capogruppo Francesco Bastone – quanto per la cittadinanza: in quest’aula consiliare porteremo avanti e difenderemo le istanze della gente”. “Con il Movimento 5 Stelle – aggiunge la consigliera Maria Cristina Mileti – sono i cittadini che entrano nella loro casa”.

L’architetto Corrado La Fauci, altro eletto M5s, ha una chioma ricciola brizzolata simile a quella di Grillo (“tu mi ricordi qualcuno” aveva scherzato con lui sabato sera il comico genovese intervenuto a Livorno): “Questa città ha molti diamanti nascosti nella terra: noi vogliamo scovarli e valorizzarli”. Elisa Nicosia Amato di Forza Italia è l’unica esponente del centrodestra in consiglio comunale: “Lavorerò duro anche per dar voce a chi è rimasto fuori”. Dopo il giuramento del sindaco Nogarin è stata ufficializzata la nomina a vicesindaco di Stella Sorgente: un’insegnante di musica che alle scorse elezioni ha incassato il maggior numero di preferenze (208): “Onorata e emozionata”. A lei sono state affidate le deleghe all’istruzione, alle politiche giovanili, alle pari opportunità e al mondo dell’associazionismo.

In realtà Nogarin nel corso del primo consiglio comunale (a tre settimane dal ballottaggio) doveva presentare almeno una parte della giunta. “Devo sciogliere ancora alcuni nodi – precisa invece il sindaco in aula – Tra oggi e domani conto di ufficializzare 5 nomine. E’ probabile che effettui anche colloqui di gruppo: saper lavorare in team è fondamentale“. Il primo cittadino ha deciso di tenere per sé le deleghe al porto e alla polizia municipale: “Per i primi mesi potrei anche occuparmi delle società partecipate: devo ancora decidere”. Per la prima volta nella storia il ruolo di presidente del consiglio è andato a una donna e per la prima volta a un consigliere dell’opposizione. Un’elezione possibile dopo il via libera dell’assemblea del M5s avvenuta nei giorni scorsi che ha accolto una proposta del Pd. L’aula ha quindi sostenuto alla quasi unanimità Giovanna Cepparello di Buongiorno Livorno, lista di sinistra rivelatasi terza forza politica cittadina e che al ballottaggio ha strizzato l’occhio a Nogarin: “L’aver affidato questo incarico a un esponente dell’opposizione – ha dichiarato la 45enne – è un importante segno di rottura con il passato. Le ultime elezioni hanno del resto rappresentato un grido di sofferenza della città”. I due incarichi di vicepresidenza sono invece andati ai grillini Daniele Esposito e Giovanni Fuoti.

Il Pd (7 consiglieri) si è trovato per la prima volta nella sua storia nei banchi dell’opposizione. Il capogruppo del Pd Marco Ruggeri, candidato sindaco del centrosinistra sconfitto al ballottaggio, ha giurato “lealtà istituzionale al nuovo sindaco ma niente sconti per quanto riguarda la battaglia politica”. Il 40enne ex segretario dei Ds è ancora formalmente consigliere regionale (raggiunse Firenze nel 2010 dopo esser stato eletto consigliere comunale a Livorno nel 2009): “Se lascerò la Regione? Ho rimesso il mio incarico nelle mani del partito – dice a margine della seduta – ora spetta al Pd decidere”. Il primo consiglio comunale, dopo l’espletamento di tutti gli adempimenti formali, è finito. Che ne pensa Jari De Filicaia, consigliere comunale con l’assoluto maggior numero di preferenze incassate (ben 751) nonché segretario dimissionario del Pd? “Siamo sempre stati abituati a governare, adesso ci dovremo abituare a fare opposizione. Che è una cosa più semplice. Nogarin? Mi sarei aspettato almeno uno straccio di discorso programmatico. E invece niente”.

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