Mondiali di Calcio

Brasile 2014, dall’Argentina a Rio in bici: 3mila chilometri per la sua Albiceleste

Lucas Ledezma, insegnante di educazione fisica di 26 anni, è partito da Cordoba il 28 maggio per vedere l'esordio di Messi e compagni contro la Bosnia il 16 giugno. Tra mille avventure e peripezie è riuscito a coronare il suo sogno: "E' stata l'esperienza più incredibile della mia vita"

Venti giorni di viaggio dall’Argentina al Brasile, oltre tremila chilometri da percorrere. In nome dei suoi due grandi amori: la bicicletta e l’Albiceleste. È l’impresa di Lucas Ledezma, argentino di 26 anni. Grande tifoso della nazionale, ciclista infaticabile, Lucas ha deciso di unire le sue passioni in occasione dei Mondiali 2014. Ponendosi un obiettivo quasi folle: andare a vedere l’esordio dell’Argentina al Maracanà contro la Bosnia. In bici. Per realizzare quella che ha definitivo “l’esperienza più incredibile della sua vita”, Ledezma è partito dalla città in cui vive, Cordoba, il 28 maggio.

Alle spalle aveva una buona preparazione atletica: di mestiere fa il professore di educazione fisica, corre, va in bici e gioca a pallone ogni settimana. “Ma in qualsiasi forma si possa essere, è uno sforzo pazzesco. E per portarlo a termine ci vuole soprattutto una grande forza di volontà”, ha spiegato ai tanti quotidiani locali che hanno seguito e accompagnato la sua vicenda. Il suo viaggio ha conosciuto momenti più o meno facili, incontri speciali, disavventure e colpi di fortuna. Tutti documentati su internet, sulla sua pagina Facebook.

A São Borja, alla frontiera fra i due Paesi, ritrovatosi senza provviste, ha mangiato churrasco ospite al tavolo di alcuni muratori del posto. “Mi sono fatto un amico ad ogni tappa”, racconta. Altre volte è andata molto peggio: in alcune occasioni per sfamarsi è stato costretto a cacciare da solo e cucinare con strumenti di fortuna anatre, piccioni e persino topi. L’unico strappo alla regola l’ha fatto all’altezza di Curitiba, dove, travolto da una tempesta che ha fatto molti danni nella regione, si è visto costretto ad accettare un breve passaggio da un camionista: “Avrei preferito farla tutta con le mie gambe, ma quel tratto era troppo pericoloso. C’erano pezzi di strada crollati, non era proprio possibile andare in bici”.

Così, al ritmo di circa 140 chilometri al giorno (una media quasi da ciclista professionista di un grande Giro, come ad esempio il Tour de France), è riuscito ad arrivare a Rio de Janeiro, in tempo utile. Il 16 giugno era lì, nel piazzale antistante lo stadio Maracanà. Purtroppo senza biglietto, perché non era riuscito a trovarlo in Argentina prima di partire, e forse neanche lui credeva fino in fondo nella sua impresa. Dopo 3mila chilometri in bici, però, non poteva certo fermarsi: ha comprato un biglietto da un bagarino, alla modica cifra di mille dollari.

Ma valeva la pena, per coronare il suo sogno. E poi nel corso delle settimane il suo incredibile viaggio ha attirato l’interesse e il sostegno (anche economico) di sponsor e della Prefettura di Toledo. Per gli altri match del girone contro Iran e Nigeria, Lucas ha deciso di prendersi una pausa: “Li ho guardati sul divano davanti alla tv, avevo bisogno di un po’ di riposo“, ha spiegato. Ma non esclude di rimettersi presto in sella, se l’Albiceleste dovesse far strada nel torneo. E lui dietro a seguirla, sulla sua amata bicicletta.

Lo speciale mondiali de ilfattoquotidiano.it

Twitter: @lVendemiale