“In questi giorni su milioni di imprenditori italiani si sta abbattendo, per l’ennesima volta, un’alluvione di solleciti di pagamento del canone speciale Rai“. Si apre così la nota di Confartigianato sul nuovo capitolo di un’annosa polemica tornata in questi giorni agli onori delle cronache. La Cna, dal canto suo, scrive direttamente alla presidente Rai Anna Maria Tarantola parlando di situazione “incresciosa” e ricordando che “già nel 2012 allora ministro Corrado Passera emanò una circolare per individuare i soggetti effettivamente tenuti a versare il canone speciale Rai“. Cioè quello dovuto dai proprietari di “apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto”. All’epoca, dopo giorni di furibonda rivolta sul web, si era arrivati alla conclusione che dalla platea andavano esclusi i possessori di pc, tablet e smartphone. Perché, allora, viale Mazzini sta inviando a imprese, società e uffici una raffica di lettere che sollecitano il versamento di 407,35 euro?
Il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini lunedì è stato tranchant: la Rai ha fatto “un pasticcio”. Ma “più comunicativo che impositivo”. Ovvero? “La comunicazione arrivata a milioni di partite Iva si poteva fare meglio. Si poteva essere più chiari e precisi, individuando meglio i destinatari”. Scarsa chiarezza, ma sui contenuti non ci sarebbero dubbi: “Nella comunicazione è indicato che chi non è tenuto a pagare perché non dispone di apparecchi di quel tipo (tv o riproduttori multimediali con ricevitori per radio e tv, ndr) può compilare il modulo e dichiarare che non è tenuto a farlo”. “Capisco la rabbia degli imprenditori, sono persone che lavorano e alle quali non dobbiamo far perdere tempo”.
E invece, scrive il presidente di Cna, Daniele Vaccarino, nella lettera pubblica alla Tarantola, dovranno perderlo eccome, “per rispondere a una richiesta infondata“. Insomma, “ancora una volta le categorie produttive sono chiamate a farsi carico di incombenze altrui, sottraendo alla loro attività energie preziose”. Per di più, secondo Confartigianato, la richiesta è arrivata anche a chi possiede “un semplice impianto antifurto“. “Non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive”, scrive il presidente dell’associazione Giorgio Merletti. “In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e illegittimi”. Di qui la richiesta al ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi di “un intervento immediato per modificare le norme che impongono il pagamento del canone ed escludere dall’applicazione del tributo gli apparecchi che fungono inequivocabilmente da strumento di lavoro per gli imprenditori”. Nel frattempo si è mosso anche il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che ha presentato un’interpellanza urgente a Matteo Renzi, alla stessa Guidi e al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per sapere “quali iniziative di propria competenza ritengano di dover assumere al fine di chiarire, in maniera univoca, le disposizioni inerenti il pagamento del canone speciale per chi detiene uno o più apparecchi muniti di sintonizzatore atti a trasmettere, in luoghi pubblici, il segnale tv”.
Che cosa risponde il servizio pubblico? Pur scaricato da Legnini, si trincera dietro le “tassative norme tributarie” da cui la materia del canone speciale è regolata e “alle quali la Rai, nell’adempimento del suo compito di riscossione, non può in alcun modo derogare”. Quanto all’interpretazione fornita nel 2012 dal ministero dello Sviluppo, secondo viale Mazzini il Mise ha chiarito che “sono assoggettabili a tassazione gli apparecchi dotati almeno di sintonizzatore, dando certezza interpretativa soprattutto alle utenze speciali. Tale documento, che contiene anche un’elencazione esemplificativa, viene richiamato nella lettera Rai ed è facilmente reperibile sul sito della Direzione Canone”.
Lobby
Rai, nuova battaglia sul canone speciale. Gli artigiani a Tarantola: “Increscioso”
E' l'ultimo capitolo dell'annosa polemica sull'imposta dovuta dai proprietari di apparecchi "atti o adattabili alla ricezione" in esercizi pubblici e locali aperti al pubblico. A imprese e uffici una raffica di solleciti di pagamento, ma chi ha solo un pc non è tenuto al versamento. Il sottosegretario Legnini scarica viale Mazzini parlando di "pasticcio comunicativo", la Rai sostiene che ci sono "tassative norme tributarie" a cui non può derogare. Confartigianato e Cna protestano, Brunetta presenta interpellanza
“In questi giorni su milioni di imprenditori italiani si sta abbattendo, per l’ennesima volta, un’alluvione di solleciti di pagamento del canone speciale Rai“. Si apre così la nota di Confartigianato sul nuovo capitolo di un’annosa polemica tornata in questi giorni agli onori delle cronache. La Cna, dal canto suo, scrive direttamente alla presidente Rai Anna Maria Tarantola parlando di situazione “incresciosa” e ricordando che “già nel 2012 allora ministro Corrado Passera emanò una circolare per individuare i soggetti effettivamente tenuti a versare il canone speciale Rai“. Cioè quello dovuto dai proprietari di “apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto”. All’epoca, dopo giorni di furibonda rivolta sul web, si era arrivati alla conclusione che dalla platea andavano esclusi i possessori di pc, tablet e smartphone. Perché, allora, viale Mazzini sta inviando a imprese, società e uffici una raffica di lettere che sollecitano il versamento di 407,35 euro?
Il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini lunedì è stato tranchant: la Rai ha fatto “un pasticcio”. Ma “più comunicativo che impositivo”. Ovvero? “La comunicazione arrivata a milioni di partite Iva si poteva fare meglio. Si poteva essere più chiari e precisi, individuando meglio i destinatari”. Scarsa chiarezza, ma sui contenuti non ci sarebbero dubbi: “Nella comunicazione è indicato che chi non è tenuto a pagare perché non dispone di apparecchi di quel tipo (tv o riproduttori multimediali con ricevitori per radio e tv, ndr) può compilare il modulo e dichiarare che non è tenuto a farlo”. “Capisco la rabbia degli imprenditori, sono persone che lavorano e alle quali non dobbiamo far perdere tempo”.
E invece, scrive il presidente di Cna, Daniele Vaccarino, nella lettera pubblica alla Tarantola, dovranno perderlo eccome, “per rispondere a una richiesta infondata“. Insomma, “ancora una volta le categorie produttive sono chiamate a farsi carico di incombenze altrui, sottraendo alla loro attività energie preziose”. Per di più, secondo Confartigianato, la richiesta è arrivata anche a chi possiede “un semplice impianto antifurto“. “Non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive”, scrive il presidente dell’associazione Giorgio Merletti. “In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e illegittimi”. Di qui la richiesta al ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi di “un intervento immediato per modificare le norme che impongono il pagamento del canone ed escludere dall’applicazione del tributo gli apparecchi che fungono inequivocabilmente da strumento di lavoro per gli imprenditori”. Nel frattempo si è mosso anche il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che ha presentato un’interpellanza urgente a Matteo Renzi, alla stessa Guidi e al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per sapere “quali iniziative di propria competenza ritengano di dover assumere al fine di chiarire, in maniera univoca, le disposizioni inerenti il pagamento del canone speciale per chi detiene uno o più apparecchi muniti di sintonizzatore atti a trasmettere, in luoghi pubblici, il segnale tv”.
Che cosa risponde il servizio pubblico? Pur scaricato da Legnini, si trincera dietro le “tassative norme tributarie” da cui la materia del canone speciale è regolata e “alle quali la Rai, nell’adempimento del suo compito di riscossione, non può in alcun modo derogare”. Quanto all’interpretazione fornita nel 2012 dal ministero dello Sviluppo, secondo viale Mazzini il Mise ha chiarito che “sono assoggettabili a tassazione gli apparecchi dotati almeno di sintonizzatore, dando certezza interpretativa soprattutto alle utenze speciali. Tale documento, che contiene anche un’elencazione esemplificativa, viene richiamato nella lettera Rai ed è facilmente reperibile sul sito della Direzione Canone”.
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Giustizia & Impunità
Open Arms, accusa e difesa a confronto. Per i pm “migranti sequestrati, libertà lesa”. Avvocata Bongiorno: “No, potevano scendere”
Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - La Polizia di Stato di Catania – su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito, con l’impiego dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Catania e del Commissariato di P.S. Adrano, sotto il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catania a carico di 20 destinatari della custodia in carcere in quanto gravemente indiziati, con differenti profili di responsabilità e allo stato degli atti, dei delitti di associazione di tipo mafioso (clan Scalisi di Adrano), estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e porto e detenzione illecita di armi da sparo, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.
La misura cautelare compendia gli esiti di un’articolata indagine sul clan Scalisi di Adrano (Catania), articolazione territoriale nel predetto Comune del clan Laudani di Catania, che ha documentato il riassetto dei ruoli apicali e l’attuale organigramma del sodalizio mafioso.
Oltre all’organigramma del sodalizio, "l’indagine ha permesso di avere contezza dei delitti posti in essere dagli affiliati al clan Scalisi, tra cui numerose estorsioni, commesse nella tipica forma mafiosa del pizzo, in pregiudizio di commercianti ed imprenditori adraniti costretti a pagare mensilmente somme di denaro agli esattori dell’organizzazione mafiosa". Ulteriori ed inediti dettagli verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa prevista per le ore 10:30 presso la sala stampa della Procura della Repubblica presso il Tribunale, viale XX settembre 51, Catania.
Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - I giudici di Palermo del processo Open Arms, che vede imputato il vicepremier Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, questa mattina all'apertura dell'udienza, non entreranno subito in Camera di consiglio. I pm che rappresentano l'accusa nel processo e che hanno chiesto per Salvini la condanna a sei anni di carcere, come si apprende, faranno "brevi repliche", dopo l'arringa difensiva ad opera dell'avvocata Giulia Bongiorno dello scorso 18 ottobre, legale di Salvini. Sarà un intervento in punta di diritto in cui la Procuratrice Marzia Sabella, che rappresenta l'accusa con i pm Geri Ferrara e Giorgia Righi, spiegherà perché secondo la Procura Salvini dovrebbe essere condannato per non avere permesso, nell'agosto de l2019, lo sbarco di 147 migranti al porto di Lampedusa.
Lo scorso 14 settembre, al termine della requisitoria, la Procura chiese sei anni di carcere affermando: “Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare”. Secondo l’accusa “le posizioni e le scelte del ministro Matteo Salvini diedero luogo a un caos istituzionale, una situazione che avrebbe portato ad approntare soluzioni di fortuna. A ritrovarsi in una condizione di estrema difficoltà fu la Guardia costiera che non poteva premere su un ministero da cui non dipendeva”. Ma i pm hanno anche sottolineato che questo “non è un processo politico, bensì basato sugli atti amministrativi”.
Ieri sera, arrivato a Palermo, Salvini ha fatto una diretta sui social in cui ha annunciato: “In caso di condanna ricorreremo in appello perché la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me, ma al Paese”. L'udienza inizierà alle 9.30 all'aula bunker Pagliarelli di Palermo.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "La Corte di Cassazione ha stabilito in maniera chiara e netta che la competenza di decidere se un Paese è o meno sicuro spetta al governo. Quindi non i singoli giudici. La conferma che il governo Meloni aveva ragione e che le sentenze con cui i giudici hanno annullato i trasferimenti in Albania dei migranti sbarcati illegalmente sulle nostre coste erano sbagliate. Cosa diranno adesso Schlein e gli altri esponenti delle opposizioni, insieme alla grancassa dei loro house organ, dinanzi a questa sentenza che decreta il loro ennesimo fallimento? Per quanto ci riguarda continuiamo ad andare avanti, consapevoli che tutta l’Europa guarda all’Italia come un modello nel contrasto all’immigrazione illegale”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Hai fatto la cosa giusta". Così, su Twitter, Elon Musk replica al commento che Matteo Salvini aveva fatto al post del patron di Tesla sul caso Open arms.
Roma 19 dic (Adnkronos) - "I delinquenti sono quelli che vogliono Salvini in galera". Lo scrive sui social Francesco Storace.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Sono contento che abbiano assolto Renzi, che non finisca in galera. Io voglio vincere le elezioni perchè la gente ci dà fiducia, non perchè arrestano tutti gli altri". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social.
Roma 19 dic (Adnkronos) - - "Se mi dichiareranno innocente sarò felice per i miei figli e perchè ho fatto il mio lavoro. Se mi dichiareranno colpevole sarò felice lo stesso, non mi pento assolutamente di nulla, ho difeso da immigrati clandestini e trafficanti il mio Paese. Sarebbe un problema per l'Italia e gli italiani, con un ministro che bloccava gli sbarchi condannato immaginate voi trafficanti, scafisti e delinquenti dove verrebbero e porterebbero questi disperati". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza del processo Open Arms.