Non riesco a togliermi dagli occhi un’immagine che non ho visto e che nessuna televisione ti farà vedere: due ragazzi sunniti vengono prelevati in casa da una squadra di militari governativi, portati in strada e uccisi sotto gli occhi della madre. Colpevoli soltanto di essere sunniti, quindi terroristi.
Quello che arriva dai canali diretti che abbiamo con l’Iraq, persone che certamente non hanno nessuna vicinanza con i fondamentalisti islamici come non ne avevano con il regime dittatoriale e criminale di Saddam Hussein, è un grido di dolore immenso di fronte a una barbarie allucinante.
Un’amara lezione che la storia sta impartendo a chi in buona fede si era illuso che l’invasione dell’Iraq avrebbe migliorato la vita degli iracheni.
Invece come avevano ben previsto i pacifisti, l’Iraq oggi è una terra martoriata dalle scorie dei proiettili all’uranio impoverito, dalle torture, da migliaia di attentati e esecuzioni sommarie delle squadre della morte.
La “liberazione” non ha portato pace e non ha portato prosperità.
Quello che abbiamo visto è l’effetto di un complotto perverso delle “Forze del Caos” e quello che dobbiamo annotare è che questa lobby nonostante sia stata superata dalla storia e abbia perso gran parte del suo potere grazie al diffondersi della cultura pacifista, ancora è capace di perpetuare l’orrore della guerra.
Neppure Obama, che per altri versi è stato un riformatore, è riuscito a metter freno al potere di questa ghenga di assassini. Non so dire se ci ha provato veramente o ha fatto solo finta…
Comunque è un fatto che ancora oggi nel mondo è potente una congregazione di interessi che hanno il loro fulcro nella distruzione.
Attenzione, si tratta proprio di una pestilenza.
Per capirne la natura bisogna rendersi conto che c’è stato un salto epocale nella struttura stessa di questa infezione di disumanità.
Per secoli il chiodo fisso degli imperialisti è stata la semplice spoliazione delle colonie, la rapina delle materie prime e delle energie umane.
Oggi i popoli hanno fatto passi da gigante sulla via della liberazione e dell’autonomia e i vecchi sistemi da nave negriera non funzionano più.
Ecco allora che questa affiliazione di briganti si è inventata un modo nuovo per arricchirsi sul dolore altrui.
Essi usano i sofisticati sistemi delle acquisizioni azionarie e dei futures per scommettere sul crollo delle economie di alcune nazioni e poi mandano sul campo mercenari veri e eserciti regolari che sono al servizio di governi mercenari a provocare la distruzione sulla quale hanno scommesso in borsa…
Scommettendo sul collasso economico di una nazione si possono guadagnare cifre colossali… sostanzialmente parliamo dello stesso sistema che usò Bin Laden giocando in borsa scommettendo sui futures prima degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono. L’Fbi calcolò che il massacro dell’11 settembre fruttò ai terroristi una cosa come 7 miliardi di dollari in plusvalenze finanziarie. È facile vincere scommettendo sull’ecatombe se sei tu a causarla!
I Bush sono stati i massimi lobbisti di questa orda di distruttori finanziari…
Somalia, Afghanistan, Siria sono stati gli altri teatri delle loro speculazioni miliardarie e ora sono cumuli di macerie.
E qui si apre un discorso importante sulle strategie che i pacifisti devono saper adottare.
Fin’ora abbiamo avuto grande capacità di sviluppare la coscienza pacifista. E grazie a organizzazioni eroiche come Emergency, Medici Senza Frontiere, Amnesty, Mani Tese e il movimento missionario e solidale si è riusciti a limitare le sofferenze dei popoli e a volte rallentare la furia degli assassini guerrafondai.
E oggi, nonostante in Siria e Iraq si vivano giorni terribili, possiamo osservare che le guerre e i morti ammazzati sono comunque in costante diminuzione (ahimè questo miglioramento è ancora troppo lento…).
Ma piano piano le cose migliorano. Ed è importante dirlo perché dimostra che gli sforzi per la pace di milioni di persone hanno dato risultati…
E lentamente aumenta pure il peso economico di quei settori del capitalismo che non sono compromessi con la guerra, che non hanno scelto la morte come fonte principale di guadagno. E certamente la posizione decisa e netta e pacificamente attiva di Papa Francesco sposterà molti altri sulle posizioni della pace.
Ma credo sia anche essenziale comprendere che il Partito del Caos esiste ed è estremamente potente.
Oggi non abbiamo nessun modo di intervenire operativamente in Iraq o in Siria.
Ma possiamo lavorare per impedire che crimini di questa portata si ripetano.
Ma questo avverrà solo quando al lavoro culturale e al soccorso internazionale uniremo il potenziale del potere di acquisto di centinaia di milioni di pacifisti.
Come dicono Gesualdi e Zanotelli: voti ogni volta che fai la spesa. E fermi una pallottola ogni volta che installi un pannello fotovoltaico. Serve che altre centinaia di milioni di persone che amano la pace capiscono che l’unico modo per ottenerla è quello di rifiutarsi di comprare i prodotti delle aziende che amano la guerra…
Il che vuol dire anche sostenere il lavoro di gruppi come quello che realizza la Guida al Consumo Critico che si occupa proprio di analizzare il coinvolgimento dei grandi gruppi in politiche nefande. Fare di tutta l’erba un fascio non serve. Serve buttare fuori dal proprio carrello della spesa i super cattivi da una parte e contemporaneamente aprire la trattativa con le multinazionali disponibili ad ascoltare le ragioni della cooperazione mondiale pacifica. Possono comunque guadagnare miliardi anche senza fomentare la guerra e avvelenare il pianeta. Oggi è tecnicamente possibile e pure conveniente. E lo è tanto di più se i consumatori decidono di premiare con i propri acquisti le aziende con un comportamento umano.
Si tratta di raddoppiare il potere della leva degli acquisti: non compriamo i prodotti dei cattivi e concentriamo i nostri acquisti sui più virtuosi.
Su questa strada stiamo ancora muovendo i primi passi. Ma già si iniziano a vedere consociazioni di aziende che certificano il “valore di impegno sociale e ambientale di un prodotto”. Sull’etichetta trovi un punteggio che ti dice in che misura quell’azienda ha fatto scelte etiche, dalle condizioni di lavoro degli operai, ai servizi offerti alla comunità…
Certo, pensare che si possa arrivare a coinvolgere un miliardo di consumatori nel movimento della Spesa Cosciente oggi pare illusorio.
Ma anche questo va visto in prospettiva.
Quando nel 1980 pubblicai il libro Come fare il comunismo senza farsi male si trattava di idee che parevano deliranti alla maggior parte dei compagni.
Oggi sono centinaia i negozi del commercio equo e solidale, le cooperative sociali, i gruppi d’acquisto, le agenzie che propongono il turismo responsabile… E poi c’è la finanza alternativa, le banche disarmate, il microcredito. Con i gruppi d’acquisto possiamo ottenere prodotti migliori dal punto di vista della qualità, del prezzo e del tipo di mondo che portano in pancia (se compri le scarpe fabbricate dai bambini schiavi poi non stupirti se la tua azienda ti licenzia perché delocalizza in un paradiso salariale)…
Si tratta di un movimento oggi ancora minoritario ma a livello mondiale esso muove ormai milioni di consumatori e centinaia di milioni di euro. Un movimento che è riuscito a cambiare la qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo e che già esercita una pressione potente sulle filosofie aziendali.
Ma dobbiamo immaginare di riuscire a far crescere con urgenza questo movimento. Oppure dovremo continuare ad assistere impotenti ai massacri.
Ci sono già milioni di persone che stanno dicendo no alla guerra coi fatti.
Anche se il telegiornale questa sera non lo dirà.