Il primo cittadino ha annunciato la posizione del Comune sul fronte dei diritti per la comunità Lgbt: "Tutto quello che è possibile fare legalmente lo faremo"
“Tutto quello che è possibile fare legalmente lo faremo. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo”. Partendo dal riconoscimento dei matrimoni gay contratti all’estero. Due giorni dopo l’Onda pride che ha attraversato anche Bologna, il primo cittadino, Virginio Merola, ha fatto il punto sulla posizione del Comune sul fronte dei diritti per la comunità Lgbt. Le parole di Merola – che ha ricordato il ruolo storico avuto da Bologna nei rapporti tra istituzioni e movimento gay, partendo dalla prima storica sede arcigay – sono state apprezzate dagli esponenti vicini al mondo gay: se va in porto, per il presidente del circolo Arcigay il Cassero di Bologna, Vincenzo Branà “è una buona notizia” e un plauso è arrivato anche dal consigliere regionale e presidente di Gaynet, Franco Grillini. Il senatore bolognese del Pd Sergio Lo Giudice, che tre anni fa si è sposato ad Oslo con il suo compagno Michele Giarratano, ha detto che “Virginio Merola dimostra ancora una volta di essere in prima fila insieme ai sindaci impegnati a sostegno dei diritti delle persone Lgbt” e ha definito quella del sindaco “una bella risposta alla richiesta di uguaglianza dei ventimila bolognesi che hanno sfilato sabato in città. Io e mio marito, come tante altre coppie bolognesi, siamo pronti a richiedere la trascrizione”.