“La ’ndrangheta ha tentato di infiltrarsi negli appalti della Torino-Lione, ma non ci sono riusciti”. Il procuratore aggiunto di Torino Sandro Ausiello assicura che “il Tav è pulito”. Questa mattina, dopo tre anni di indagini del Ros, sono partite 20 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione denominata “San Michele”. Le accuse sono associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti. I malavitosi hanno cercato di inserirsi nei cantieri dell’alta velocità attraverso Giovanni Toro, imprenditore in affari con Ferdinando Lazzaro. Una delle sue ditte, nel giugno del 2011, è stata tra le prime aziende a lavorare nel cantiere di Chiomonte. Secondo gli investigatori, nel 2013 l’arresto di Toro per un altro appalto in Valsusa non legato al Tav ha interrotto la catena che collegava le cosche e l’alta velocità. Lazzaro risulta comunque indagato per smaltimento illegale di rifiuti. La scorsa estate, poco dopo l’arresto di Toro, alcuni mezzi da cantiere dei Lazzaro furono dati alle fiamme e la responsabilità fu subito data alle frange estreme del movimento NoTav di Cosimo Caridi
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