E’ un’occasione, né la migliore né la peggiore. Uno di quei momenti in cui, se vuoi, puoi fare la tua parte. E lo è anche agli occhi di chi, come me, non crede più troppo nella politica e nelle istituzioni. Ma ogni circostanza, ogni passo, ogni strumento può essere utilizzato per risollevarci da un’epoca di straordinaria decadenza. Ci sarebbe molto da fare, e questo è proprio della nostra cultura, che è stata grande ogni volta che ci ha spinti al coraggio di cambiare rotta. Ogni volta che ci siamo omologati abbiamo perso identità e forza e senso dello stare insieme, e questo ha interrotto la generazione di contributo al bene comune.
L’Italia deve comportarsi da Paese mediterraneo, invece che, un po’ blandamente e con scarsa efficacia, da Paese europeo. E’ strano che noi siamo così poco mediterranei. E’ urgente lavorare su quest’area, almeno 29 Paesi che devono avviare un dialogo serio sui reali problemi di questa convergenza straordinaria di tre continenti, tante persone, tre principali religioni monoteiste, popoli, culture. Una ricchezza immensa, che nessuno ha a disposizione, e che viene costantemente dimenticata.
L’Italia dovrebbe marcare una netta inversione di tendenza, almeno nelle intenzioni. Basta parlare di economia, o almeno basta parlarne come il sistema fondamentale, il grande solco in cui tutto, se c’entra, può trovare uno spazio. Altrimenti fuori. Ecco quello che è urgente fare, secondo Progetto Mediterranea:
• Occorre affrontare e risolvere l’olocausto di persone e il dramma di chi sopravvive sul confine sud di questa Europa distratta, se non carnefice.
• Occorre far fronte al dramma dell’enorme risorsa artistica dei Paesi sulle coste dove, per le crisi politiche ed economiche, il patrimonio culturale giace in gravissime condizioni di degrado.
• Occorre un serio, grande, efficiente ed efficace programma di difesa della pesca, di difesa del mare, di analisi e lotta all’inquinamento, di interventi diretti per limitare il degrado, lo spreco, la distruzione del territorio.
• Occorre lavorare intensamente per tutelare, sovvenzionare e promuovere i prodotti gastronomici autoctoni del Mediterraneo, che fanno da cambusa qualitativa per l’intero pianeta.
• Occorre generare occasioni e incontri per una massiccia convergenza di idee e opinioni dei migliori intellettuali del Mediterraneo, per mettere in comune le intelligenze, le idee, l’iniziativa, la creatività.
• Occorre favorire un consistente interscambio dei giovani dei Paesi contigui, riservato ai vicini del Mediterraneo, affacciati gli uni agli altri, in una sorta di “Erasmus mediterraneo”.
• Occorre che l’Italia e gli altri paesi del nord Mediterraneo portino risorse, conoscenze, attività, lavoro sulle sponde sud, ottenendo benefici economici e dando opportunità per lo sviluppo.
• Occorre un nuovo modello turistico mediterraneo, in grado di salvaguardare ma rendere accessibile l’ambiente, di valorizzare ma tutelare il patrimonio culturale.
• Occorre un grande progetto immobiliare di recupero dei borghi, dei centri costieri, delle case in stili tradizionali, impedendo la cementificazione e la perdita di prezioso patrimonio architettonico.
Perché l’Italia non si fa carico di un serio programma di accordi bilaterali in questo senso? Ci auguriamo che avvenga. Le occasioni non vanno perdute. Non tornano.