Diletta è tornata dalla sua vacanza con il papà. Tutto è andato bene anche se ha protestato in merito al fatto che le mancavano le sorelle e la mamma. Non nascondo una certa vena di sollievo da brava mamma italiana. Tanto è che pensando ad una valida alternativa per il mese di luglio, che fosse adatta a tutte e tre le mie figlie, con una buone dose di coraggio mi sono avventurata alla ricerca di uno stabilimento balneare vicino Roma. Esistevano una serie di necessità: la vicinanza con Roma, l’accessibilità a tutti, la possibilità di lasciare in spiaggia la sedia job per il bagno in mare, la dimensione dello stabilimento ridotta al fine di riuscire a sorvegliare tutte e tre le mie ragazze.
In pochi minuti mi sento tra amici, con le mie tre D sorridenti e soddisfatte che iniziano a giocare. “Cleopatra”, questo è il nome dello stabilimento, è la dimostrazione che i ghetti specifici per esigenze specifiche non servono. Basta la voglia di lavorare, di adattarsi al mercato e alla clientela. E si dimostra una capacità imprenditoriale vera. Ma non è tutto: la sensibilità sociale innalza ancor di più la qualità del servizio offerto. L’immediatezza della volontà tesa al miglioramento e così le pedane si allungano ancora di più, il bagnino è più vicino durante il bagno… E io? Sicuramente affronto la giornata con maggiore serenità e certezza della sicurezza. A vantaggio del gruppo intero. Rifletto sul fatto che sono ancora pochissime le spiagge realmente accessibili. La maggior parte si vestono da accessibili sulla carta, ma poi la realtà è molto più sottile e complessa.
Grazie Cleopatra, grazie Torvaianica. Non solo e tanto per noi, quanto per l’esempio che fornite e che mi auguro possa essere attuato a macchia d’olio in tutti i lidi. Buon mese di luglio a tutti.