Secondo il sindacato di polizia Sap la richiesta di risarcimento avanzata a cinque poliziotti dalla Corte dei Conti per i fatti del G8 di Genova è “assurda”. A prendere le parti degli agenti è Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, che ha dichiarato: “Non basta essere condannati in sede penale. Non è sufficiente essere obbligati a rifondere un risarcimento civile che costringe a vendere anche la propria casa. Vogliamo poi parlare delle sanzioni disciplinari interne? Tutto questo, per qualche magistrato, è troppo poco. Adesso ci manca solo la richiesta di risarcimento di un milione di euro per danno d’immagine da parte della Corte dei Conti”. Le sue parole arrivano in seguito all’istanza disposta a cinque poliziotti coinvolti nei fatti di Genova. “Per quel che riguarda i nostri iscritti – aggiunge il segretario generale del Sap – valuteremo i termini e i modi per tutelarli. Vicende come questa confermano, ancora una volta, la necessità di introdurre nel nostro ordinamento una serie di misure relative all’ordine pubblico che consentano ai poliziotti di operare con maggiore serenità e ai cittadini di poter manifestare pacificamente”.

Il procuratore Ermete Bogetti ha citato in giudizio, per danno d’immagine, l’allora vicequestore aggiunto della Digos di Genova e oggi primo dirigente Alessandro Perugini, i sottufficiali Antonio Del Giacco, Enzo Raschellà, Luca Mantovani e il sovrintendente capo Sebastiano Pinzone, tutti già condannati con sentenza in giudicato anche al risarcimento delle parti civili per falsità ideologica. Per le altre accuse è intervenuta la prescrizione. Il procuratore contabile si riferisce al pestaggio subito da Marco Mattana, minorenne all’epoca dei fatti, e al fermo di altri quattro ragazzi, “avvenuto con particolare durezza e violenza”, come si legge nell’atto di citazione, nonostante “nessuno dei fermati ponga in atto comportamenti di violenza nei confronti dei poliziotti”. Proprio durante il fermo venne picchiato Marco Mattana. Secondo l’accusa, Perugini e Pinzone “non solo non erano intervenuti per fermare l’aggressione” da parte dei poliziotti “potendolo fare in virtù del loro grado, ma avevano posto in essere, in concorso con i colleghi, condotte attive e successive e lo avevano colpito con calci fino a causargli lesioni personali con prognosi di 20 giorni”.

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