La notizia, resa nota dall’Unhcr che ha raccolto le testimonianze di alcuni superstiti, è stata confermata dalla procura di Catania che ha aperto un’inchiesta. " Sul natante si trovavano 101 immigrati - spiega il procuratore capo, Giovanni Salvi - si sono salvate 27 persone soccorse da un mercantile". Renzi: "Faremo fronte all'emergenza". Barroso: "Serve politica comune"
Nuova tragedia nel Mediterraneo sulle rotte che collegano il Nord Africa con le coste italiane. A naufragare nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia non sarebbe stato un solo natante carico di migranti (guarda), ma due. La seconda imbarcazione sarebbe un gommone: in mare sarebbero rimasti 80 dispersi. La notizia, resa nota dall’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati che ha raccolto le testimonianze di alcuni superstiti, è stata confermata dalla procura di Catania che ha aperto un’inchiesta. A ricostruire l’accaduto sono stati alcuni operatori dell’Unhcr presenti in Sicilia, attraverso le testimonianze di alcuni dei 27 sopravvissuti al naufragio, arrivati ieri nel porto di Catania a bordo della nave Orione insieme ad altri 396 migranti: le testimonianze parlano di 80 persone disperse. Su queste dichiarazioni sono state avviate indagini da parte della squadra mobile e della Capitaneria di porto di Catania, coordinate dal procuratore Giovanni Salvi.
“Secondo gli elementi fin qui raccolti, il naufragio sarebbe avvenuto per le pessime condizioni del gommone, che era sovraffollato. Sul natante infatti risulta che si trovavano 101 persone“, spiega Salvi, titolare dell’inchiesta. “Indagini avviate dalla Squadra Mobile di Catania e dalle Capitanerie di Porto fanno ritenere che vi siano una settantina di dispersi nel naufragio, dal quale si sono salvate 27 persone soccorse da un mercantile” conferma il procuratore, che precisa: “Queste informazioni sono provvisorie e dovranno essere oggetto di ulteriore verifiche”.
E intanto sarebbero tutti presumibilmente morti per asfissia, i corpi dei 45 uomini, tutti di origine subsahariana, rinvenuti nella stiva del barcone attraccato a Pozzallo stipato fino all’inverosimile con altri 566 passeggeri sopravvissuti alla tragica traversata. Alcuni di loro riferiscono di altri due morti e quattro dispersi. Lo hanno raccontato alcuni tra i 215 migranti tratti in salvo dal mercantile “Asso 25” e arrivati stamani a Porto Empedocle. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano, hanno raccontato, era partita dalla Libia sabato scorso (28 giugno) ma il secondo giorno si è rotto il motore. I morti sarebbero due siriani, un anziano e un giovane. Dispersi un ragazzo marocchino e 3 subsahariani. A bordo dell’imbarcazione, hanno raccontato i superstiti, c’erano bambini che si sono sentiti male; molta gente ha bevuto acqua di mare per non morire disidratata. I tre immigrati subsahariani sono caduti in mare, mentre il ragazzo marocchino si è tuffato per cercare di raggiungere una nave che aveva visto in lontananza. Di queste persone non si è più avuto notizia. I due siriani, invece, sono stati visti morire dopo essere caduti in mare.
Secondo le stime dell’Unhcr, basate anche sul racconto dei sopravvissuti, sono circa 500 i migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2014. Nonostante gli enormi sforzi sostenuti delle autorità italiane e l’aiuto costante prestato dalle imbarcazioni private, sottolinea l’organizzazione, centinaia di migranti e rifugiati innocenti continuano a perdere la vita alle frontiere d’Europa. “Queste ulteriori tragedie dimostrano che i rifugiati non hanno altra possibilità se non rischiare la vita nella traversata del Mediterraneo per cercare rifugio da guerre e persecuzioni”, sottolinea l’Unhcr, che ribadisce la necessità che i governi forniscano urgentemente alternative legali ai pericolosi viaggi per mare, quali ad esempio il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie e l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare, garantendo alle persone disperate e bisognose di un rifugio la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo. Sono oltre 5000 i migranti soccorsi nell’ultimo fine settimana dalle navi della Marina Militare inserite nel dispositivo aeronavale interforze Mare Nostrum.
E proprio al tema dell’immigrazione, Matteo Renzi dedica un passaggio del suo discorso all’Europarlamento di Strasburgo, in occasione dell’avvio del semestre di presidenza italiana: “Stiamo cercando di far fronte” ai flussi migratori “con operazioni italiane” che “riusciremo a far meglio attraverso Frontex plus”.
Dall’Europa arriva l’auspicio del presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso: “Abbiamo bisogno di una politica dell’immigrazione equa, con una condivisione della responsabilità fra tutti, usando gli strumenti e le risorse che abbiamo a disposizione”. “Sono stato a Lampedusa – aggiunge Barroso – ricordo quello che ho visto”.
Anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dedica un pensiero alle nuove vittime del naufragio: “Hanno fatto una fine atroce per mano di mercanti di morte, senza scrupoli, che approfittano della disperazione per lucrare su persone che affrontano viaggi in condizioni disumane”. Queste le parole di Alfano in commissione Affari costituzionali al Senato.
Intanto Matteo Salvini cerca di riaccendere la polemica politica: “Altri settanta immigrati dispersi nel canale di Sicilia? Le giacche di chi governa sono sempre più sporche di sangue, i cimiteri sempre più pieni, le tasche degli italiani sempre più vuote. Renzi e Alfano, dimissioni”, scrive su Facebook il segretario della Lega Nord.