“Dove la gente va a scopare non è un problema mio”. La consigliera comunale del Pd milanese e blogger de ilfattoquotiano.it Rosaria Iardino è stata costretta a dirlo chiaro e tondo. Su ‘Milano Gay Life‘, la app per smarthphone presentata oggi in Comune, è stato infatti scelto di “escludere i locali dove avvengono azioni sessuali”. Una scelta censoria secondo alcuni rappresentanti della comunità lgbti milanese, che durante la conferenza stampa a palazzo Marino hanno denunciato la cancellazione di alcuni locali mentre altri sarebbero ancora presenti nel sito, come il club ‘VM18’. “Abbiamo deciso di cancellare il circuito del cruising”, ha dichiarato il legale della società che ha sviluppato l’app Gabriele Pravettoni, riferendosi appunto ai club per tesserati dove dichiaratamente è consentito il sesso. Una decisione dettata da quelle che l’assessore al Turismo Franco D’Alfonso ha chiamato “le regole del Comune di Milano”. “Perché – spiega l’assessore – l’iniziativa è turistica, e mira a intercettare un settore, quello lgbti, in costante crescita, un’opportunità per la città dell’Expo e del dopo Expo”. Argomentazioni che però non hanno convinto il presidente di Arcigay Milano, Marco Mori. “Escludere una serie di esercizi solo perché all’interno e in privato la gente fa ciò che vuole mi lascia perplesso”, dichiara. E ricorda: “Altre città europee hanno fatto diversamente”. Ad esempio? “Il governo britannico del conservatore Cameron – aggiunge Marco Albertini del mensile ‘Pride’ – ha stanziato 200mila dollari per pubblicizzare la Gran Bretagna come meta per il turismo gay lesbico negli Stati Uniti”. Al termine della conferenza stampa la consigliera Iardino, lesbica dichiarata, ha voluto ribadire che “il Comune di Milano non censura niente”. E ancora: “Tutto è migliorabile, accettiamo consigli”. Detto, fatto. Dopo le rimostranze di alcuni presente, dal sito di ‘Milano Gay Life’ è già sparita l’AGe, un’associazione di genitori cattolici che nel suo sito riporta dichiarazioni del cardinale Bagnasco non proprio ‘gay friendly’ di Franz Baraggino
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