L’aria che tira da Benevento è ancora malsana per Nunzia De Girolamo. C’è un arresto che potrebbe preoccuparla. È finito in galera l’amministratore di Modisan, Angelo Piteo nell’ambito dell’inchiesta sui falsi mandati di pagamento dell’Asl: l’ipotesi d’accusa è di truffa. Modisan è l’impresa “che aveva sponsorizzato il congresso del Pdl” e quindi veniva favorita dal cerchio magico della De Girolamo. Lo dice Felice Pisapia – l’uomo che la registrò di nascosto mentre impartiva ordini ai vertici Asl sulla lottizzazione politica della sanità e sull’assegnazione del bar di un ospedale allo zio – in un verbale dell’inchiesta che la costrinse alle dimissioni da ministro. E per la De Girolamo arrivata una richiesta di proroga delle indagini firmata da Giovanni Tartaglia Polcini, Nicoletta Giammarino e Flavia Felaco, il pool di pm che lavora sui tre fascicoli in cui si è diviso il Sanniogate di Nunzia. La capogruppo Ncd, già ministra in quota Berlusconi e poi Alfano, è stata iscritta nel registro degli indagati tra novembre e dicembre. Un mese prima della misura cautelare di Pisapia, a lungo sottoposto all’obbligo di dimora a Salerno con l’accusa di essere il dominus di un giro di false fatturazioni, e della rivelazione delle registrazioni dello scandalo, tirate fuori dalla difesa dell’ex direttore amministrativo dell’Asl.
Nell’arresto di Piteo, al quale hanno sequestrato beni per circa 660.000 euro, ci sono le tracce del salto di qualità dell’inchiesta. Per la prima volta il trucco dei falsi mandati di pagamento – contestato anche all’imprenditore di Modisan dal 2009 al 2011 – viene collegato ai finanziamenti alla politica. Lo fa il Gip Flavio Cusani nel penultimo foglio di un’ordinanza di 34 pagine, accogliendo la richiesta di incarcerazione del pm. La prima, da quando nel 2012 Procura e Gdf hanno iniziato le indagini. All’inizio incentrate sull’analisi di 30.000 fatture, e poi avanzate sui rapporti tra politica, imprenditoria e Asl. Uno scatto avvenuto quando Pisapia ha parlato, e ha consegnato i file audio delle riunioni del luglio 2012 in villa De Girolamo a San Nicola Manfredi alle quali partecipava insieme all’allora deputata Pdl e al “direttorio” di dirigenti Asl e persone di fiducia dell’ex ministra. Piteo è stato ascoltato dal Gip; è difeso dall’avvocato Angelo Leone, uno dei legali della De Girolamo. Il Fatto rivelò che il 16% dei dipendenti di Modisan, che ha gestito il 118 di Benevento con la Sanit, si era iscritto al Pdl in occasione del congresso provinciale vinto dalla deputata sannita.
“Vengo a conoscenza, con la richiesta di proroga delle indagini, che sono all’attenzione della Procura della Repubblica fatti che mi riguarderebbero. Mai, invero, ho ricevuto informazioni di garanzia, e neanche è da ritenersi tale l’atto ora notificatomi. Sono assolutamente serena e fiduciosa dell’operato dei magistrati. La notifica della richiesta di proroga delle indagini preliminari è un atto dovuto, obbligatorio e comunque a garanzia dell’indagato – dice la De Girolamo – La richiesta di proroga riguarda numerose posizioni cosicché non è possibile stabilire quali indagini riguarderebbero la mia persona. Ma, in coscienza, mi ritengo estranea a tutti i reati oggetto del procedimento. Comunque, dichiaro la mia piena disponibilità a fornire ogni chiarimento alla Procura della Repubblica, se sarà ritenuto utile. Spero, soprattutto, che i Pubblici Ministeri facciano luce al più presto su questa vicenda nella quale sono sicuramente persona offesa dei reati. Ho, infatti, tramite i miei legali, denunziato immediatamente alle competenti Autorità tutte le violazioni commesse ai miei danni”.
Dal Fatto Quotidiano del 28 giugno 2014
Modificato da redazione web il 2 luglio alle 21.50