La bozza del governo del ddl riforme non prevede retribuzione per il parlamentare a Palazzo Madama, ma un emendamento chiede di reintrodurla. Oggi un senatore riceve circa 5mila euro netti a cui si aggiungono quasi 10mila euro di rimborsi non imponibili
Nella bozza del governo non era prevista, ora potrebbe rientrare grazie ad un emendamento. Il nuovo Senato, che per il momento non si sa se sarà elettivo, secondo la prima versione del testo non avrebbe dovuto prevedere una retribuzione per i suoi membri. La decisione verrà presa nei prossimi giorni, prima dalla Commissione affari costituzionali, poi dall’Aula per l’approvazione finale. Ma quanto guadagnano oggi i senatori? L’indennità, come si legge sul sito ufficiale di Palazzo Madama, è “il trattamento economico adeguato per assicurare l’indipendenza dei parlamentari“.
A stabilirla è la legge 31 ottobre 1965. Si tratta di 10.385,31 euro (10.064,77 per chi svolge un’attività lavorativa) e che netti sono 5.304,89 euro (5.122,19 per coloro i quali svolgano attività lavorative). A questi si aggiungono le voci non imponibili e che vengono considerate come “rimborsi spese” (circa 10mila euro netti variabili). Situazione diversa per i senatori del Movimento 5 stelle che versano metà della somma e parte dei rimborsi non rendicontati ad un fondo per la piccola media impresa. Tra i fondi non tassati troviamo: la diaria di 3500 euro al mese, decurtata solo se il senatore non partecipa al 30 per cento delle votazioni di una giornata; 1650 euro di spese forfettarie (spese di viaggio o telefoniche); le spese “per l’esercizio di mandato” (iniziative politiche e culturali, pagamento collaboratori), ovvero 2090 mensili (con rendicontazione quadrimestrale) più 2090 euro mensili erogati forfettariamente. I senatori godono inoltre di facilitazioni per i trasferimenti sul territorio e per l’utilizzo di mezzi di trasporto dai treni alle autostrade. L’indennità parlamentare: “E’ calcolata”, si legge sul sito del Senato, “in misura tale che non superi il dodicesimo del trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate”.
Condizione analoga a quella dei deputati con alcune variazioni nelle somme. L’indennità mensile per un eletto a Montecitorio è di 10.435 euro lordi (circa 5000 euro netti). La somma scende a 4.750 euro nel caso il deputato abbia anche un’altra professione. Tra le spese di rimborsi non imponibili risultano: la diaria (3.503,11 euro mensili); le spese per l’esercizio del mandato (3.690 euro) ; rimborsi per gli spostamenti (3.323,70 euro, “per chi deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza”, e 3.995,10 euro se la distanza è maggiore di 100km); spese telefoniche (3.098,74 euro annuali);