Cultura

Premio Strega 2014, la cinquina di libri vende poco. Si salva solo Francesco Piccolo

A un giorno dalla proclamazione del vincitore, il mercato editoriale salva solo "Il desiderio di essere come tutti", che ha venduto 42mila copie. Il romanzo di Scurati, "Il padre infedele", è invece fermo a 8mila

di Silvia Truzzi

Bisogna credere agli editori che in queste ore, alla vigilia del Premio Strega, ostentano nonchalance? Naturalmente no: giurano tutti indifferenza, intanto collezionano telefonate e questuano voti. Il clima è teso, quest’anno ci si è messa pure Federconsumatori, con una “richiesta di trasparenza” alla Fondazione Bellonci: “Qualche finalista è stato sorpreso con le mani nel sacco del ricorso al copia e incolla di passi presi da proprie precedenti opere. Altri finalisti vantano consorti collaboratrici del direttore della Fondazione organizzatrice del Premio”. Il riferimento è ad Antonio Scurati e alla sua, diciamo, “autocitazione” di una scena di sesso che compare pressoché invariata anche in un precedente libro (che pure era stato in concorso allo Strega). La seconda allusione invece è alla moglie di Francesco Piccolo, che fino all’anno scorso collaborava con la Fondazione Bellonci.

Se la matematica è una scienza che porta a conclusioni necessarie, gli editori hanno ben altri motivi d’inquietudine. I numeri di questo Strega non sono incoraggianti: le statistiche Nielsen (la società che raccoglie i dati delle vendite senza includere la grande distribuzione) sul venduto dei titoli in concorso parlano chiaro. Ed ecco cosa dicono. Si difende Il desiderio di essere come TUTTI di Francesco Piccolo (Einaudi) che ha venduto 42 mila copie dal novembre 2013 (data di pubblicazione) a oggi. Bisogna dire che di questo “romanzo della sinistra italiana” – ancora prima di nascere era già il vincitore annunciato dello Strega – si è parlato molto sui giornali e Piccolo è stato anche ospite del salotto di Fabio Fazio.

Non che Bompiani abbia lesinato pubblicità a Il padre infedele: eppure il libro di Antonio Scurati, uscito a ottobre 2013, resta fermo a 8.200 copie, che sono davvero poche per un autore già affermato. Va meglio in casa Feltrinelli, dove Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella, uscito a gennaio 2014, arriva alle 20 mila copie. La vita in tempo di pace, esordio letterario di Francesco Pecoraro con Ponte alle grazie – un piccolo caso per le ottime recensioni ottenute – ha venduto 4.500 copie da ottobre 2013 a fine giugno 2014. Ultima – ma il dato è poco significativo perché il romanzo è uscito a metà marzo di quest’anno – Antonella Cilento con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori), ferma a 3.800 copie.

Naturalmente tutto questo non è strano, visto che il mercato editoriale non dà segni di miglioramento: nel 2013 ha registrato un -6,2% a valore e -2,3% a copie nei canali trade (quelli rivolti al pubblico: librerie, librerie online e grande distribuzione) rispetto al 2012. Gli italiani hanno acquistato lo scorso anno 99,2 milioni di volumi (2,3 milioni in meno del 2012) e il 2014 non si è aperto sotto auspici molto migliori, se nei primi tre mesi sono stati venduti 1,4 milioni di libri in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo Strega s’inscrive in una curva discendente e per questo vincerlo o no è, se possibile, ancora più importante.

Non sfugge, ai sopracitati e irrequieti editori, che quest’anno è cambiato il sistema elettorale: si può votare – oltre che mettendo personalmente la scheda nell’urna domani sera – con un account personale da un computer che non può essere utilizzato per esprimere più d’una preferenza. Per la selezione della cinquina, su 460 aventi diritto, hanno votato in 403: di questi hanno utilizzato la scheda digitale in 320. Il sistema è più trasparente , sicuro e anonimo: certo toglie un’arma dalle mani degli editori, che non sempre si sono limitati alla moral suasion. È finita l’epoca dei telegrammi, dei voti raccolti dagli uffici stampa e di tutti i pasticci che tanto hanno contribuito alle numerose leggende del Ninfeo? Come da copione, anche quest’anno i giurati sono stati inseguiti da autori e direttori editoriali, ma nel segreto dell’urna digitale non si sa mai cosa può accadere: lo scopriremo domani al Ninfeo.

Da Il Fatto Quotidiano del 2 luglio 2014

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