Dopo l'uccisione dei tre ragazzi israeliani in Cisgiordania e il ritrovamento del cadavere di un palestinese, la tensione in Medio Oriente è altissima. 15 gli obiettivi palestinesi colpiti nella notte mentre continuano gli scontri a Gerusalemme Est
Cresce la tensione in Medio Oriente, dove non si fermano i raid dell’aviazione israeliana sulla striscia di Gaza: 15 obiettivi strategici di Hamas colpiti e 11 i feriti negli ultimi bombardamenti di ieri notte sulla striscia, ma “altri 11 palestinesi sono stati feriti a Gaza city e nel nord del Paese”, precisa ad Al Jazeera l’autorità sanitaria della zona. Gaza risponde tra ieri e oggi con una decina di colpi di mortaio su “infrastrutture civili” di Sderot, cittadina israeliana a ridosso della Striscia. Causati danni, ma nessuna vittima è stata accertata.
Un’escalation di violenze scatenata dal rapimento e dall’uccisione di tre ragazzi israeliani in Cisgiordania, avvenuta una ventina di giorni fa. Le reazioni di Israele erano state fin da subito molto dure, tanto che ancor prima del ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi, i carri armati erano entrati a Ramallah, capitale dell’area A, ovvero della zona a pieno controllo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). L’inasprimento delle reazioni è continuato il primo luglio, quando l’aviazione israeliana ha attaccato 34 obiettivi di Hamas a sud di Gaza, mentre ieri il cadavere di un giovane palestinese di 16 anni è stato trovato dalla polizia israeliana in un bosco di Gerusalemme.
Israele si è difesa dicendo che è stata proprio l’uccisione del ragazzo a provocare un aumento di violenza a Gerusalemme est. Sempre in riferimento all’uccisione del giovane, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che la colpa è da attribuire a coloni israeliani, tanto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avviato un’inchiesta sul caso, mentre i funerali – previsti per oggi – sono stati posticipati per permettere un’autopsia israelo/palestinese.
Un evento irrisolto che, sommato al ritrovamento dei tre cadaveri israeliani, è stata la scintilla dell’attuale situazione di tensione. E mentre continua la caccia delle forze di sicurezza israeliane agli autori dell’assassinio dei tre giovani (di oggi gli ultimi 13 arresti in Cisgiordania), Israele sta posizionando truppe di fanteria proprio sul confine con la Striscia di Gaza, anche se fonti militari si dichiarano “non interessate ad un’escalation armata contro Hamas”.
Sul fronte della comunità internazionale, il Segretario di Stato americano John Kerry ha condannato “nei termini più forti possibili” l’uccisione del 16enne palestinese, sostenendo che “chi commette atti di vendetta destabilizza una situazione emotiva già esplosiva”. Condanna anche da parte del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “E’ necessario che gli autori di questo atto spregevole vengano immediatamente assicurati alla giustizia”. Spera che non si vada verso “una spirale di odio e violenze” anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini: “Voglio esprimere le condoglianze mie e dell’intero governo a tutto il popolo palestinese”, ha detto il ministro, annunciando una visita in Israele e Palestina fra 10 giorni.