Nella frastagliata Salò del Condannato esiste un posto dove le truculente faide della corte berlusconiana si riverberano senza filtri e senza ipocrisie. Quel posto è la redazione centrale del Giornale, in via Negri a Milano, vicino alla Borsa. A ingaggiare quello che ormai è un duello mortale sono Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, rispettivamente editorialista e direttore del quotidiano fondato quarant’anni fa da Indro Montanelli buonanima. Chi dei due, alla fine, rimarrà in piedi, vincitore? L’ultimo scontro tra Feltri e Sallusti è andato in scena sul sito di Dagospia con lettere a mo’ di comunicati delle Brigate rosse. A scatenare la pugna un articolo de l’Espresso che riesuma la querelle sulla campagna del Giornale contro Dino Boffo, il direttore di Avvenire che si dimise nell’estate del 2009. Venne fuori che Boffo era stato condannato per una brutta storia di molestie, ma il Giornale allora diretto da Feltri pubblicò anche un’informativa falsa in cui Boffo era indicato come “omosessuale attenzionato dalle forze dell’ordine”.
Le conseguenze di quella storia furono tantissime, ma soffermiamoci su due. La prima fu un’indagine aperta dalla Procura di Napoli per scoprire chi si fosse intrufolato abusivamente nel sistema informatico per avere i precedenti penali di Boffo. La seconda fu la sospensione di Feltri dall’ordine dei giornalisti (tre mesi) che consentì a Sallusti di subentrargli alla direzione. L’Espresso è andato a scavare proprio in quell’inchiesta napoletana e ha pubblicato un interrogatorio di Feltri del 2012, rimasto sinora segreto, sulla genesi degli articoli su Boffo, a fine agosto, che vennero “tradotti” come una vendetta contro il direttore del quotidiano dei vescovi italiani, colpevole di criticare B. per la sua satiriasi. Le rivelazioni del Diretùr sono esplosive, smentiscono altre versioni circolate e in un futuro non lontano potrebbero aiutare a riscrivere la storia di quell’incredibile estate: gli scandali sessuali di B., il rapporto tra la “Ditta” del faccendiere pregiudicato Bisignani, alias la P4, e il Corsera di Ferruccio de Bortoli, l’amicizia tra Gianni Letta e il giro del cardinale Bertone, allora Segretario di Stato Vaticano.
Ecco cosa raccontò Feltri: “La catena era Santanchè, Bisignani, Bertone, è quello che mi fu detto da Sallusti, quando lui era condirettore. Io ero il direttore e mi sono fidato senza pormi tanti problemi”. A questo punto, a Dagospia, è arrivata la reazione di Sallusti, che rivela di essere stato sentito anche lui dai pm di Napoli: “Come ho già avuto modo spiegare ai magistrati della Procura di Napoli, non ha alcun fondamento la ricostruzione fatta da Vittorio Feltri. I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, né avrei potuto farli in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere. Durante la mia deposizione a Napoli ho avuto la netta sensazione che i magistrati fossero più stupiti e allibiti di me delle parole di Feltri”.
La controreplica di Feltri non si è fatta attendere. Oltre a confermare i nomi della “catena”, aggiungendo che “la signora Santanchè mi disse che il cardinale Bertone mi avrebbe invitato in Vaticano per ringraziarmi di aver pubblicato la vicenda Boffo”, Feltri spiega perché non ha invocato il segreto professionale: “Ho rinunciato perché sarebbe stato assurdo coprire una fonte infedele imbrogliona. Mentre Sallusti non ha svelato la fonte delle notizie false su Boffo, di fatto proteggendo i falsari che mi avevano danneggiato. Perché?”. Fin qui il tormentone su Boffo.
Ma la tensione tra Sallusti e Feltri è altissima già dalla fine di giugno. Colpa stavolta dell’Intraprendente, giornale online nordista guidato da Giovanni Sallusti, nipote di Alessandro. Anche qui la guerra è manifesta. Giovanni Sallusti ha infatti attaccato Feltri e Pascale per la svolta gay di Forza Italia e ha fatto capire il vero obiettivo del Diretùr: sostituire Sallusti e tornare per la terza volta in 20 anni alla guida del Giornale. Il pezzo di Sallusti nipote però è stato letto anche ad Arcore e una furibonda Pascale avrebbe costretto Sallusti zio a un sms di scuse. Non solo. Nella versione divulgata dal cerchio magico del Condannato c’è anche un pranzo consumato tra B. e Feltri per sancire il cambio in via Negri. A un utente azzurro che su Twitter lo ha provocato sull’ingresso nel cerchio magico di Pascale e Rossi, Dudù e Toti, Feltri ha opposto una risposta lapidaria: “Non sono mai uscito dal cerchio magico, ci sono sempre stato”. Altro veleno nei confronti della coppia Sallusti-Santanchè (che lo stesso Feltri soprannominò “Rosa e Olindo”) da mesi bersaglio della Fidanzata del Condannato. Forse, chi resterà in piedi sarà Feltri, magari da direttore. Questione di giorni?
Da Il Fatto Quotidiano del 4 luglio 2014
Media & Regime
Caso Boffo, Feltri contro Sallusti: in ballo c’è la “faida” per dirigere il Giornale
Scontro tra i due giornalisti sulla falsa informativa pubblicata nel 2009, in cui il direttore di Avvenire era indicato come “omosessuale attenzionato dalle forze dell’ordine”. Davanti ai pm di Napoli Feltri spiega: "Informazioni veicolate da Bisignani, Bertone e Santanché". L'attuale direttore: "Tutto falso"
Nella frastagliata Salò del Condannato esiste un posto dove le truculente faide della corte berlusconiana si riverberano senza filtri e senza ipocrisie. Quel posto è la redazione centrale del Giornale, in via Negri a Milano, vicino alla Borsa. A ingaggiare quello che ormai è un duello mortale sono Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, rispettivamente editorialista e direttore del quotidiano fondato quarant’anni fa da Indro Montanelli buonanima. Chi dei due, alla fine, rimarrà in piedi, vincitore? L’ultimo scontro tra Feltri e Sallusti è andato in scena sul sito di Dagospia con lettere a mo’ di comunicati delle Brigate rosse. A scatenare la pugna un articolo de l’Espresso che riesuma la querelle sulla campagna del Giornale contro Dino Boffo, il direttore di Avvenire che si dimise nell’estate del 2009. Venne fuori che Boffo era stato condannato per una brutta storia di molestie, ma il Giornale allora diretto da Feltri pubblicò anche un’informativa falsa in cui Boffo era indicato come “omosessuale attenzionato dalle forze dell’ordine”.
Le conseguenze di quella storia furono tantissime, ma soffermiamoci su due. La prima fu un’indagine aperta dalla Procura di Napoli per scoprire chi si fosse intrufolato abusivamente nel sistema informatico per avere i precedenti penali di Boffo. La seconda fu la sospensione di Feltri dall’ordine dei giornalisti (tre mesi) che consentì a Sallusti di subentrargli alla direzione. L’Espresso è andato a scavare proprio in quell’inchiesta napoletana e ha pubblicato un interrogatorio di Feltri del 2012, rimasto sinora segreto, sulla genesi degli articoli su Boffo, a fine agosto, che vennero “tradotti” come una vendetta contro il direttore del quotidiano dei vescovi italiani, colpevole di criticare B. per la sua satiriasi. Le rivelazioni del Diretùr sono esplosive, smentiscono altre versioni circolate e in un futuro non lontano potrebbero aiutare a riscrivere la storia di quell’incredibile estate: gli scandali sessuali di B., il rapporto tra la “Ditta” del faccendiere pregiudicato Bisignani, alias la P4, e il Corsera di Ferruccio de Bortoli, l’amicizia tra Gianni Letta e il giro del cardinale Bertone, allora Segretario di Stato Vaticano.
Ecco cosa raccontò Feltri: “La catena era Santanchè, Bisignani, Bertone, è quello che mi fu detto da Sallusti, quando lui era condirettore. Io ero il direttore e mi sono fidato senza pormi tanti problemi”. A questo punto, a Dagospia, è arrivata la reazione di Sallusti, che rivela di essere stato sentito anche lui dai pm di Napoli: “Come ho già avuto modo spiegare ai magistrati della Procura di Napoli, non ha alcun fondamento la ricostruzione fatta da Vittorio Feltri. I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, né avrei potuto farli in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere. Durante la mia deposizione a Napoli ho avuto la netta sensazione che i magistrati fossero più stupiti e allibiti di me delle parole di Feltri”.
La controreplica di Feltri non si è fatta attendere. Oltre a confermare i nomi della “catena”, aggiungendo che “la signora Santanchè mi disse che il cardinale Bertone mi avrebbe invitato in Vaticano per ringraziarmi di aver pubblicato la vicenda Boffo”, Feltri spiega perché non ha invocato il segreto professionale: “Ho rinunciato perché sarebbe stato assurdo coprire una fonte infedele imbrogliona. Mentre Sallusti non ha svelato la fonte delle notizie false su Boffo, di fatto proteggendo i falsari che mi avevano danneggiato. Perché?”. Fin qui il tormentone su Boffo.
Ma la tensione tra Sallusti e Feltri è altissima già dalla fine di giugno. Colpa stavolta dell’Intraprendente, giornale online nordista guidato da Giovanni Sallusti, nipote di Alessandro. Anche qui la guerra è manifesta. Giovanni Sallusti ha infatti attaccato Feltri e Pascale per la svolta gay di Forza Italia e ha fatto capire il vero obiettivo del Diretùr: sostituire Sallusti e tornare per la terza volta in 20 anni alla guida del Giornale. Il pezzo di Sallusti nipote però è stato letto anche ad Arcore e una furibonda Pascale avrebbe costretto Sallusti zio a un sms di scuse. Non solo. Nella versione divulgata dal cerchio magico del Condannato c’è anche un pranzo consumato tra B. e Feltri per sancire il cambio in via Negri. A un utente azzurro che su Twitter lo ha provocato sull’ingresso nel cerchio magico di Pascale e Rossi, Dudù e Toti, Feltri ha opposto una risposta lapidaria: “Non sono mai uscito dal cerchio magico, ci sono sempre stato”. Altro veleno nei confronti della coppia Sallusti-Santanchè (che lo stesso Feltri soprannominò “Rosa e Olindo”) da mesi bersaglio della Fidanzata del Condannato. Forse, chi resterà in piedi sarà Feltri, magari da direttore. Questione di giorni?
Da Il Fatto Quotidiano del 4 luglio 2014
Articolo Precedente
Floris passa a La7. Ma dovrà trovare uno spazio in una rete già satura di talk show
Articolo Successivo
Temptation Island: 3 milioni di persone per il format targato De Filippi
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.