Da molti anni in Sardegna il servizio idrico integrato è gestito dalla società pubblica Abbanoa. Società in grossa difficoltà economica e funzionale oltre ad essere malamente gestita.
A tali difficoltà si sono aggiunte le varie problematiche ereditate dalle gestioni dei singoli Comuni. Tra i tanti casi particolari, uno merita di essere segnalato con attenzione.
A Golfo Aranci esiste sin dal 16/06/2006 un’Ordinanza Sindacale, la n. 6/2006, con la quale veniva vietato l’utilizzo per uso potabile ed alimentare dell’acqua erogata nelle condutture idriche comunali presenti nel territorio. Quindi, sin dal 2006 nel Comune di Golfo Aranci l’acqua che viene erogata ai cittadini non può essere utilizzata neanche per uso alimentare. Un danno enorme per tutta la collettività e per la salute pubblica.
Ma questi fatti oggettivi vanno a scontrasi con una situazione paradossale e molto critica. Dopo il primo anno dalla pubblicazione dell’Ordinanza nessuno più in paese si ricordava dell’esistenza del divieto di utilizzo dell’acqua pubblica. Dopo varie segnalazioni ed indifferenza da parte dell’amministrazione comunale sono anche iniziate ad arrivare le prime bollette da parte del nuovo gestore del servizio idrico.
Da evidenziare che il passaggio tra Comuni e nuovo gestore unico, Abbanoa, è avvenuto dal 2005-2006 e quindi le nuove fatturazioni hanno ritardato di molti anni ad arrivare. All’arrivo delle prime bollette l’amara scoperta.
L’acqua veniva fatta pagare come potabile e pienamente utilizzabile nonostante l’Ordinanza Sindacale che ne vietava l’utilizzo. Malgrado le mie segnalazioni, in qualità di Consigliere Comunale, il Comune non ha mai preso in esame detta situazione.
Il principio è molto chiaro.
Non avendo l’acqua erogata il requisito della potabilità vi è un inadempimento contrattuale sanzionato dal D.P.R. n. 236 del 24/05/19888 che dà attuazione alla Direttiva C.E.E. n. 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della Legge n. 183 del 16.04.1987. In detto decreto sono indicati i requisiti di potabilità dell’acqua. Da ciò discende l’applicabilità al caso di specie dell’art. 13 del provvedimento C.I.P. n. 26/75 che prevede la riduzione del 50% del canone. Un risparmio enorme per le tasche dei cittadini.
Il tempo è continuato a passare e dell’Ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua pubblica nessuna traccia. Per vederci chiaro, nel maggio 2013, tramite formale interrogazione si chiedeva all’Assessore del Comune di Golfo Aranci se la suddetta Ordinanza fosse stata revocata. La risposta non lasciava dubbi circa la pericolosità della situazione.
L’Ordinanza del 2006 era ed è ancora in vigore. Nessuno in Paese in questi anni poteva e puoi oggi trovare copia di detta Ordinanza affissa nei vari locali pubblici o pubblicata nel Sito Istituzionale del Comune. Comprensibile il danno potenziale alla salute dei tanti cittadini e il danno economico che in tutti questi anni i vari contribuenti stanno subendo. Un situazione seria e molto pericolosa che non è stata mai presa in profonda considerazione.
Per detti motivi, è stato doveroso esporre direttamente il caso alla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, al fine di accertare le varie responsabilità dei fatti sopra spiegati.
La Magistratura, che sta indagando sulla questione, potrà fare chiarezza circa tutti i vari danni che i cittadini stanno subendo da più di otto anni. Un danno economico enorme e dei rischi gravi e seri per la salute pubblica che meritano di essere finalmente tutelati.