Non trova pace il Movimento 5 stelle dell’Emilia Romagna. Dopo gli attacchi delle scorse settimane al sindaco di Parma Federico Pizzarotti da un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo è arrivata un’altra frecciata. Nel mirino di un post non firmato, apparso nella sezione dei commenti, questa volta finiscono quelle che vengono chiamate “scuole di politica“, organizzate da alcuni portavoce del Movimento proprio in Emilia Romagna e rivolte ai nuovi eletti nei consigli comunali. “Non sono riconosciute dal Movimento 5 stelle, e non hanno alcuna funzionalità – si legge – I consiglieri regionali e comunali sono stati eletti per svolgere il loro mandato e realizzare il programma del M5S nel territorio, non per tenere corsi auto definiti e non concordati con la base degli iscritti. Il M5S non è un partito e non ha bisogno di imitazioni di scuole politiche di indottrinamento come quella delle Frattocchie del Pci”.
Anche se riferimenti precisi non ci sono, il commento è rivolto agli organizzatori di una serie di iniziative, promosse su richiesta di quei consiglieri e capigruppo eletti con le ultime amministrative che, essendo alla loro prima esperienza istituzionale, vogliono sapere qualcosa in più su come muoversi tra i corridoi dei palazzi. Il prossimo raduno è quello fissato per il 16 luglio in piazza a Monzuno, comune in provincia di Bologna. L’iniziativa si chiama “Il ruolo del consigliere d’opposizione. Idee per fare un buon lavoro”. È dedicato ad esponenti dei 5 stelle di 10 Comuni del Bolognese. “Un momento di confronto – spiega un volantino di presentazione – che servirà a mettere in guardia i neoeletti dai trucchi della maggioranza e dare loro forza per affrontare le difficoltà di questo ruolo”.
Invitati a parlare sono il consigliere regionale Andrea Defranceschi, il presidente del consiglio comunale di Parma Marco Vagnozzi e l’eletto a Ravenna, Pietro Vandini, che ora difende il meeting. “Mi hanno contattato per chiedermi se davo la mia disponibilità a spiegare cose tecniche che si affrontano nelle istituzioni, viste dal punto di vista pratico” afferma quest’ultimo, considerato uno dei più “indipendenti” nel M5s, esterno a logiche di corrente. “Ad esempio come fare un accesso agli atti, come scrivere un’ interrogazione o come comportarsi se gli amministratori non rispondono. Insomma, l’abc per conoscere la macchina. Nessun tentativo di indottrinamento o di toccare l’autonomia decisionale di ciascun consigliere. Ma solo un incontro richiesto dal territorio per condividere esperienze”. Parole simili a quelle di un consigliere di Casalecchio di Reno, Paolo Rainone, che su Facebook, commentando il post di Grillo, ammette di “aver bisogno di cooperazione, condivisione e conoscenza degli strumenti basilari per muoversi in un’amministrazione, da qualunque fonte del Movimento provengano”.
L’attacco del blog di Grillo è anche l’ennesimo che vede nel mirino Parma e i suoi eletti, e in particolare il sindaco Pizzarotti. Una delle prime critiche rivolte al primo cittadino riguardava proprio la cosiddetta “scuola dei sindaci”, l’incontro organizzato a Parma lo scorso 15 marzo per parlare con tutti i candidati del Movimento che avevano chiesto di confrontarsi con una delle prime amministrazioni Cinque stelle, come avevano già fatto nel 2013, a pochi mesi dalla vittoria. Anche allora, come in questo caso, dal blog era partita la “scomunica” del meeting, che non era stato autorizzato e concordato con lo staff.
Ora il bersaglio si è spostato su uno dei fedelissimi di Pizzarotti, il presidente del consiglio comunale Vagnozzi, che già prima di arrivare in Comune a Parma lavorava con i Cinque stelle in Regione al fianco di Giovanni Favia (poi espulso) e di Defranceschi. “Ci sono tante persone che continuano a scrivere a noi a Parma e agli altri eletti per organizzare incontri e confrontarsi sulle esperienze – ha spiegato Vagnozzi – Abbiamo già fatto un incontro del genere e ci confrontiamo sempre anche telefonicamente con gli altri eletti Cinque stelle, come quelli di Modena”. Per questo Vagnozzi è stato uno dei primi a commentare con disappunto il post apparso sul blog: “Si tratta di un commento a cui è stato dato risalto, ma bisognerebbe capire perché e chi l’ha scritto, visto che non compare la firma, che nei commenti sul blog sarebbe obbligatoria”. Anche nel merito il presidente del consiglio comunale di Parma chiede chiarimenti: “Non lo condivido nei contenuti. Questi confronti sono utili e vengono fatti da diversi consiglieri. Me ne ricordo uno fatto appena dopo le elezioni a Bologna e non sono apparsi post simili sul blog”.
Al di là della querelle sulle lezioni di politica, il post apparso sul sito di Beppe Grillo certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, la frattura sempre più profonda tra i 5 stelle emiliano romagnoli. La regione infatti è da tempo percorsa da tensioni e ostilità più o meno manifeste, che spaccano attivisti ed eletti in diverse fazioni. Da quella considerata più fedele ai vertici e con base a Bologna, a quella più autonoma, dove vengono inclusi coloro che nel tempo non hanno risparmiato critiche alla gestione del duo Grillo-Casaleggio. Senza tornare indietro fino alle espulsioni eccellenti di Favia e Federica Salsi, basta pensare all’attacco firmato dal bolognese Massimo Bugani nei confronti di Pizzarotti appena dopo le Europee. E forse non è un caso che un’altra iniziativa per i neo eletti, con i contorni simili a quella finita nel mirino del blog, ma organizzata a inizio giugno a Bologna dai consiglieri Bugani e Marco Piazza, non abbia suscitato alcuna polemica. E che in quell’occasione, nell’invito, sia stato scritto chiaramente che non si trattava di “una scuola di politica”.
di Silvia Bia e Giulia Zaccariello