La Norse, società americana specializzata nella sicurezza informatica, permette di vedere come al momento in cui scriviamo una grande mole di attacchi parta dagli Stati Uniti per arrivare proprio negli Usa e in misura molto minore a Hong Kong, Spagna, Canada e Australia
Un Risiko quasi in tempo reale dove al posto della Kamchatka ci sono stati veri dai quali partono di continuo attacchi informatici verso l’estero, ma anche all’interno del Paese. È ciò che mostra la mappa messa online da Norse (guarda la mappa), società americana specializzata nella sicurezza informatica, che permette di vedere come al momento in cui scriviamo una grande mole di attacchi parta dagli Stati Uniti per arrivare proprio negli Usa e in misura molto minore a Hong Kong, Spagna, Canada e Australia.
Nel frattempo da Changsha in Cina è partito un attacco che punta su Seattle, da Los Angeles si cerca di colpire Saint Louis così come sta tentando di fare qualcuno da Yokohama. Le frecce si muovono incessantemente sullo schermo mostrando uno scambio continuo di attacchi fra Stati Uniti e Cina. Perché dietro il primo posto degli Usa ci sono gli hacker cinesi sempre al lavoro.
Il sito permette anche di comprendere chi sono i mandanti dell’attacco cibernetico, l’area da cui proviene l’attacco e l’indirizzo Ip del pc di provenienza. È possibile anche analizzare la metodologia delle azioni dei cybercriminali permettendo in questo modo alle società di sicurezza di studiare i trend e verificare la portata dei bug.
L’Italia non figura ai primi posti della classifica anche se questo non significa che siamo al sicuro. Recentemente il sito dei servizi segreti italiani ha messo online un documento che indica le regole da seguire da parte delle Pmi per difendere i propri dati. E Symantec, uno dei colossi del mondo della sicurezza informatica, ha rivelato che mille centrali elettriche in 84 Paesi, compresa l’Italia, sono state oggetto di attacchi da parte di Dragonfly. Il gruppo di hacker avrebbe rubato delle informazioni, ma le centrali avrebbero rischiato sabotaggi e disservizi. L’8% del totale degli attacchi avrebbe colpito le centrali italiane.