I negozianti confidano nell'effetto positivo del bonus di 80 euro concesso dal governo Renzi. Le riduzioni, vista la stagnazione delle vendite nel mesi di giugno, dovrebbero essere mediamente superiori al 40%. Confcommercio: "Giro complessivo di 3,7 miliardi di euro"
Dopo Molise, Campania e Basilicata dove sono già iniziati i primi due giorni di luglio, da domani i saldi estivi partiranno anche in tutte le altre regioni. La data stabilita per l’inizio delle riduzioni è infatti quella del 5 luglio. L’Ufficio Studi di Confcommercio ha stimato che in media ogni famiglia spenderà 237 euro per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo, per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro. Le vendite estive rappresentano sempre un momento di richiamo per le famiglie, anche se negli ultimi anni la quota destinata a questo tipo di acquisto si è ridotta costantemente in linea con le esigenze di un bilancio familiare condizionato da un calo del reddito disponibile. La speranza per l’estate 2014 è che gli 80 euro di bonus Irpef invertano questa tendenza: “Ci auguriamo – afferma Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vicepresidente di Confcommercio – che il bonus di 80 euro, di cui hanno beneficiato 10 milioni di italiani, contribuisca a dare una scossa ai consumi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi”.
L’auspicio è motivato anche dalla leggera crescita della fiducia personale registrata nel mese di giugno. Inoltre le riduzioni nei negozi, vista la stagnazione delle vendite nel mese di giugno, dovuta anche al clima incerto, saranno quest’anno particolarmente significative, con sconti mediamente superiori al 40%. “I saldi – conclude Borghi – dimostrano di conservare un appeal sempre forte da parte dei consumatori ed i nostri negozi si avvarranno di queste vendite per incontrare le diverse esigenze dei clienti italiani e stranieri che raggiungeranno appositamente l’Italia per questo ricorrente rito collettivo”.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base: la possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Inoltre, le carte di credito devono essere accettate per i pagamenti da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione e i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Infine, ogni negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.