“La sanità è diventata oggetto dei desideri della politica” dice Zangrillo. Parole assolutamente da condividere come quando disse “Per diventare medico oggi occorrono esattamente 25 anni, per fare il ministro della sanità ce ne vogliono 12 in meno perché non è necessario entrare in università”. Questa è la verità, la politica è al centro del mondo sanitario mentre dovrebbe esserci il paziente ed i medici più qualificati dovrebbero proporre nuove idee per il bene comune.
Prendiamo l’esempio del ministro della salute Lorenzin, che non è nemmeno entrata in una università ma è stata indicata dalla politica, ha detto più volte per il caso Avastin-Lucentis che prima di decidere, nonostante i lavori scientifici, il parere dell’Oms e la sentenza dell’antitrust, aspettava il parere del Consiglio Superiore della Sanità. Ora scopriamo che con la riforma della Pubblica Amministrazione è stato proposto un azzeramento proprio del CSS. Insomma lo stato centrale nel prossimo futuro dialogherà solo con le Regioni per quanto riguarda la spesa di tutti i cittadini per la salute che corrisponde a circa il 7% del Pil. Ma il ministro Lorenzin, che sembrava avesse fiducia assoluta, ha cambiato idea? Non vuole critiche, o proposte, come non le vuole Maroni in Lombardia? Ha ragione Zangrillo: “Decide tutto la politica”. Anch’io la penso così. Anch’io sbagliai tre anni fa quando scrissi queste parole tanto attuali. Sbagliai nel credere che un partito (forse il peggiore), ma mi viene da dire qualunque partito, potesse capirle ed appoggiarle. La sanità fa paura a tutti e nessuno vuole toccarla perché viene utilizzata per guadagni enormi sulla salute dei cittadini. Bisogna continuare a lottare per porre #ilpazientealcentro, senza colore politico.