Sarebbe Humberto Grondona il nuovo volto illustre finito nella rete degli investigatori brasiliani nell'ambito dell'inchiesta sui ticket omaggio rivenduti a prezzi altissimi. Lui ammette di aver infranto le regole, ma si difende: "E' stato solo un episodio isolato"
Lo scandalo dei biglietti omaggio rivenduti a peso d’oro ai Mondiali 2014 si allarga. E un nuovo volto illustre è caduto nella rete degli investigatori: Humberto Grondona, figlio di Julio Grondona, padre padrone del calcio argentino e vice di Sepp Blatter. Sarebbe lui il pezzo grosso della Fifa coinvolto nell’inchiesta, di cui già si vociferava negli scorsi giorni. La polizia brasiliana è riuscita a risalire ad alcuni ticket a suo nome, utilizzati per entrare allo stadio da altre persone e finiti nel mirino delle autorità. E Grondona junior ha già ammesso di aver infranto le regole: “Ho venduto alcuni biglietti a un mio amico molto conosciuto in Argentina, che a sua volta li ha passati ad un suo amico. Poi non so che fine abbiano fatto”.
La normativa Fifa vieta espressamente ai suoi membri di vendere i ticket ricevuti a titolo gratuito. E Humberto Grondona, oltre ad essere figlio del vicepresidente, ricopre anche un incarico di advisor tecnico nella massima associazione calcistica internazionale. Per questo il suo coinvolgimento ha messo in grave imbarazzo la Fifa, che ha già fatto sapere di essere pronta a prendere gli opportuni provvedimenti, una volta che le indagini saranno concluse. La notizia, invece, avrà di certo fatto piacere a Diego Armando Maradona, che dei Grondona è sempre stato acerrimo nemico. Il rapporto fra il Pibe de Oro e l’ex presidente della federazione argentina ha avuto pochi alti e tanti bassi: una breve tregua in occasione dei Mondiali 2010, quando l’Afa decise di affidare a Diego la panchina dell’Albiceleste. Poi bufera dopo l’eliminazione, con l’esonero, e Grondona che accusò Maradona di continuare a far uso di stupefacenti. Partirono diverse querele incrociate, i processi sono ancora in corso. E non sarebbe una sorpresa se Diego cogliesse l’occasione per un nuovo affondo.
Grondona junior, intanto, si difende. Rifiuta di fare il nome dell’amico a cui ha ceduto i biglietti, ma sostiene si sia trattato solo di un episodio isolato. Un tentativo di rientrare della spesa di svariate migliaia di euro per l’acquisto regolare di altri biglietti per la Coppa. “Pensate davvero che mi sarei sporcato le mani per qualche centinaia di dollari? Io con quel giro non c’entro nulla”, avrebbe riferito alle autorità. E almeno su questo gli inquirenti sembrano credergli. Grondona ha sbagliato, ma non sarebbe lui il vertice della banda sgominata dall’operazione Jules Rimet. Gli investigatori sono convinti che sopra Mohamed Fofana, il faccendiere algerino arrestato negli giorni scorsi, ci sarebbe un altro alto dirigente, forse proprio della Fifa, che procurava all’organizzazione i biglietti omaggio. L’inchiesta continua.