“Una serata in ricordo del concerto di Frank Zappa a Redecesio nel 1982. Si terrà il 7 luglio presso l’Osteria dell’Utopia in via Vallazze a Milano (dalle ore 19.30).” Lo leggo su un volantino appeso a un muro. E subito penso: «Cavolo, ma è uno dei concerti milanesi di Zappa che mi sono perso!» E a spanne faccio il conto: «Al Vigorelli il 9/9/1974 c’ero. A Redecesio il 7/7/82 non c’ero. Al Palazzetto dello Sport l’8/10/84 non c’ero. Al Palatrussardi il 2/6/88 c’ero.» Poi ci penso su. No, c’è un altro concerto milanese che mi sono perso… anche se questo non a causa di mie “colpe” pregresse. La colpa fu dell’amministrazione comunale, che bocciò la proposta. Scrive il musicista di Baltimora nella sua autobiografia: “e adesso una delle più ridicole proposte del 1988. Questa venne presentata al sindaco di Milano Pillitteri, un socialista, al vicesindaco Corbani, un comunista, e all’assessore ai problemi giovanili Treves, un anarchico…” Si trattava di un’opera da realizzare alla Scala per i mondiali di Italia ’90. Titolo: “Dio fa”. Tema della storia: “Milioni di persone credono che il calcio sia dio, ma si dice (almeno a Torino), dio è un bugiardo, dio fa.”
 
Premesso che questo progetto fosse di per sé un’utopia (anche se “the man from utopia” aveva pensato a tutto, a partire da una versione meccanica della mascotte della manifestazione, l’orribile Ciao… vi ricordate che brutto?); e premesso che il Nostro fu anche preso un po’ per il culo dall’establishment cittadino dei tempi, per capire dove nacque quell’idea bisogna risalire proprio al concerto di Redecesio del 7 luglio 1982. Quell’anno, per accettare un tour in Italia, il Duca delle Prugne si era fatto pregare parecchio, perché i concerti qui da noi finivano sempre tra sfondamenti e lacrimogeni (difatti a Palermo finì così, ascoltatevi Cocaine Decisions in You Can’t Do That On Stage Anymore vol. 3). Alla fine FZ si fece convincere, e l’amministrazione comunale lo spedì a Redecesio, un’area industriale alle porte di Milano contornata da laghetti e nugoli di zanzare. “A quanto pare nel Nord Italia un posto così lo definiscono parco” riporterà lo stesso Zappa ricordando quel concerto. Difatti nell’acquitrino di Redecesio, quella che doveva essere una serata di sesso, droga e rock & roll, si trasformò in una di zanzare, fango e… siringhe. Quelle lanciate sul palco dai presenti. (Però ascoltatevi Zomby Woof in Y.C.D.T.O.S.A. volume 1).
 
Dopo il concerto Tanino Liberatore regalò al compositore alcuni disegni della serata, i quali divennero la copertina del disco The Man From Utopia. Zappa vi era ritratto con il corpo di Ranxerox e al collo una chitarra spezzata, mentre fendeva sciami di zanzare con una paletta. Davanti a lui, tra il pubblico festante, c’era Karol Wojtyla in delirio, e alcuni fan reggevano uno striscione con scritto: “3-1 vaffanculo”. Perché quella scritta? E perché proprio papa Giovanni Paolo II? Semplice, perché Zappa era incappato in un mese cruciale della storia d’Italia: il luglio 1982. Cruciale non solo per il trionfo azzurro ai mondiali (e il 3-1 alla Germania), che noi tutti oggi ricordiamo, ma anche per un fatto che invece pochi ricordano, e di cui il papa aveva appunto di che rallegrarsi: il tragico epilogo del caso del Banco Ambrosiano. Uno scandalo che in parte venne coperto dalla vittoria in Spagna, vale a dire da quel “Dio fa” che anni dopo Zappa avrebbe proposto sotto forma di opera.
 
Sì, penso proprio che lunedì farò un salto all’Osteria dell’Utopia. Così potrò finalmente rivivere ciò che mi persi allora: una serata entrata nella storia della musica. E poi so che lì nessuno mi riconoscerà. A certi eventi hanno tutti i baffoni e la mosca al centro del mento. Anche le donne… Ah, addavenì il Baffone (con la mosca)!
 
Zappa Back To Utopia, presso l’Osteria dell’Utopia di via Vallazze 34 a Milano, dalle ore 19.30. Con Michele Pizzi, autore del libro Frank Zappa For Presidente Maurizio Principato di Radio Popolare.
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