Dopo il dj Jimmy Savile, che per decenni ha abusato indisturbato di centinaia di bambini, un altro scandalo pedofilia rischia di travolgere la Gran Bretagna. E questa volta nel mirino è finito il centro della politica britannica: Westminster, sede del Parlamento. Un vero e proprio giro di abusi sessuali, che risale agli anni ’70 e ’80, nel quale sarebbero coinvolti almeno dieci parlamentari. Tra loro, secondo il quotidiano britannico Daily Telegraph, ci sono anche ex ministri i cui nomi sarebbero scritti nero su bianco su una lista nelle mani della polizia. La notizia arriva il giorno dopo che il premier David Cameron ha chiesto al ministero dell’Interno di avviare un’inchiesta interna per fare luce sul mistero del dossier scomparso. Un rapporto scottante che rivelava gravi casi di pedofilia a Westminster, sempre negli anni ’80. Consegnato all’allora ministro Lord Brittan, non è stato mai più ritrovato. Brittan sostiene di averlo passato ai suoi funzionari e di aver rispettato la procedura.
L’esistenza di una lista che potrebbe far tremare i banchi del Parlamento britannico è stata rivelata al Daily Telegraph dalla talpa Peter McKelvie, ex dirigente di un’associazione che si occupa di diritti dell’infanzia, che per oltre 20 anni ha raccolto prove su atti di pedofilia commessi da personaggi di spicco del mondo politico. E’ stato grazie alle sue rivelazioni che la polizia di Londra ha avviato due anni fa un’indagine sulla Elm Guest House, un pensionato di Londra trasformato in casa degli orrori dove, secondo le accuse, parlamentari, politici e funzionari organizzavano festini a scopo sessuale con la partecipazione di bambini. Secondo McKelvie “ci sono prove sufficienti per aprire un’indagine su almeno 20 parlamentari per fatti che riguardano gli ultimi 30-40 anni. Alcuni di loro sono morti ma altri sono vivi e, in alcuni casi, ancora attivi in Parlamento. La lista c’è”.
La polizia di Manchester sta inoltre indagando anche su abusi compiuti dall’ex parlamentare Cyril Smith, morto quattro anni, sui bambini ospiti di un casa famiglia a Rochdale. Per la stampa britannica queste due indagini sono strettamente intrecciate al caso del dossier scomparso, intorno al quale da qualche giorno sta montando la polemica politica. Già l’anno scorso il ministero dell’Interno aveva svolto un’indagine sul rapporto. Era spuntata una lettera di Lord Brittan a Geoffrey Dickens, il parlamentare tory che gli aveva consegnato il dossier. Nella missiva il ministro spiegava che le accuse erano state “prese in considerazione” e gli “elementi credibili e potenzialmente verosimili” erano stati passati al procuratore per ulteriori indagini, mentre altri erano stati “trattenuti o distrutti”. Ma per i laburisti né l’inchiesta dell’anno scorso, che non è stata mai resa pubblica, né quella chiesta da Cameron sono sufficienti. “Dobbiamo prendere la vicenda molto seriamente”, ha detto il leader dei Labour Ed Miliband. “Mio padre sarebbe enormemente irritato che sulle accuse e i sospetti non vengano fatte indagini adeguate”, ha commentato Barry Dickens, figlio del parlamentare scomparso nel 1995.