Un cantiere italiano vara il primo traghetto a gas naturale mai costruito nel Paese. Innovativo e poco inquinante. Peccato che non navigherà mai nelle acque nazionali, perché l’acquirente è una compagnia canadese. Il mezzo, battezzato “F.-A.-Gauthier”, è stato presentato e inaugurato pochi giorni fa negli stabilimenti Fincantieri di Castellammare di Stabia e verrà consegnato a fine anno all’armatore, la Société des traversiers du Québec, che lo impiegherà per collegamenti regolari in patria. Nel 2012, dopo una gara pubblica internazionale, la società di trasporti ha deciso di affidare la commessa al gruppo cantieristico italiano appena sbarcato in Borsa, che nel comparto delle navi passeggeri vanta un livello di competitività molto elevato su scala mondiale.

La cattiva notizia, come detto, è che il traghetto da primato realizzato in Italia navigherà ben lontano dalle coste del Belpaese, dove per il momento non sono ancora operative navi alimentate a gas naturale liquefatto (Lng). Finirà in Nord America, dove sarà l’unico mezzo navale spinto da un propulsore a gas liquido. La nave costruita a Castellammare, lunga 133 metri e in grado di trasportare oltre 1.000 persone anche in condizioni climatiche particolarmente rigide (grazie a uno scafo progettato e brevettato da Fincantieri, in grado di fendere lo strato di ghiaccio superficiale che si forma in mare), è infatti dotata di 4 gruppi di propulsione ibridi dual-fuel, capaci cioè di funzionare sia bruciando diesel-oil che Lng. Utilizzando questa seconda modalità è possibile azzerare le emissioni di ossido di zolfo (SOx) e ridurre sensibilmente quelle di ossido di azoto (NOx) e di anidride carbonica (CO2). Performance che consentiranno al “F.-A.-Gauthier” di navigare senza problemi nelle zone ECAs, quelle in cui, in base a una convenzione internazionale, a partire dal 1° gennaio 2015 le emissioni navali di zolfo non potranno superare la soglia dello 0,1%. Si tratta di Mar Baltico, Mare del Nord, Caraibi e, appunto, Nord America.

Per vedere la stessa ‘severità’ anche nel Mediterraneo bisognerà aspettare il 2020 o il 2025, a seconda di quale sarà l’esito di una revisione della normativa atteso per il 2018. Ma l’imminente entrata in vigore delle nuove norme in Nord Europa potrebbe creare già qualche problema ai nostri armatori italiani, le cui navi operano anche in quelle aree. Per questo Manuel Grimaldi, patron del gruppo Grimaldi Napoli e presidente di Confitarma, la confederazione di categoria, ha chiesto che Bruxelles conceda una proroga di 6 mesi sulle limitazioni alle emissioni di zolfo nelle zone ECAs a quegli armatori che dimostreranno, all’1 gennaio 2015, di aver avviato lavori per convertire le loro navi e renderle conformi alle normative. Il problema è, secondo Grimaldi, che in Italia e in altre zone d’Europa il prossimo anno potrebbe non essere ancora disponibile Lng in quantità sufficienti. E lo stesso vale per le infrastrutture per il rifornimento delle navi. Per il momento il gas naturale non sembra essere una soluzione praticabile a breve termine, almeno per gli armatori italiani.

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