Si prevede che, entro il 2020, sul pianeta ci saranno più di 30 miliardi di “oggetti” collegati al Web. Una rivoluzione già in atto ma destinata ad accellerare esponenzialmente e uno dei fattori di questo aumento di velocità, per una volta, parla italiano. Si tratta di DQuid, una tecnologia creata a Reggio Emilia con l’obiettivo di sviluppare una piattaforma per rendere accessibile a tutti il sogno di partecipare alla realizzazione della “Internet delle cose”.
DQuid IO è una piccola scheda dotata di Bluetooth, sistema di localizzazione GPS, Wi-Fi, GPRS (opzionali) e porte di collegamento che consentono di connetterla a qualsiasi tipo di oggetto, elettrodomestico, veicolo o dispositivo. Qualcosa di simile alla scheda Arduino, con cui è compatibile e che, proprio come suo “cugino”, può essere utilizzata per realizzare prototipi o equipaggiare dispositivi realizzati a livello industriale. Il vero punto di forza di DQuid IO, però, è la semplicità con la quale è possibile creare le app che dialogano con la scheda stessa, utilizzando un protocollo e una piattaforma standard già pronti. L’azienda produttrice mette infatti a disposizione le API (Interfaccia di Programmazione dell’Applicazione) che permettono di creare il software per la gestione del dispositivo. Il collegamento tra la scheda e lo smartphone (o il computer) è invece gestito attraverso un sistema cloud che utilizza i server di DQuid, consentendo di accedere al dispositivo in una manciata di secondi.
La scheda è disponibile in kit, con un costo tra i 40 e i 100 euro, che comprende DQuid IO e gli accessori che ne consentono l’installazione su qualsiasi tipo di oggetto. Una vera manna per i maker e gli sviluppatori, che in questo modo possono contare su una piattaforma già pronta, economica e collaudata. DQuid IO, infatti, è già utilizzato in ambito industriale da Piaggio, che lo ha inserito nei suoi scooter per digitalizzare le informazioni riguardanti l’utilizzo del motociclo. Un progetto simile, sviluppato in Francia da Xee, ha invece usato la piccola scheda Made in Italy per creare un dispositivo che si collega all’automobile e consente di dialogare con alcune app per smartphone. Le informazioni disponibili attraverso Xee variano dalla posizione del veicolo, tracciata attraverso il localizzatore GPS, al calcolo dei costi legati ai consumi o al controllo a distanza delle condizioni del veicolo.
Le possibili applicazioni della tecnologia DQuid, però, vanno ben oltre. Certo, l’applicazione pratica richiede competenze tecniche non propriamente alla portata di tutti. L’obiettivo del team riunito intorno al progetto, però, non è quello di sfornare prodotti finiti: l’idea è fornire una piattaforma di lavoro che possa essere usata dalle startup e dagli sviluppatori nel settore della cosiddetta “digital industrial economy”. E a guardare il video che mostra il processo di “digitalizzazione” di una macchina del caffè, non è difficile immaginare che DQuid IO possa trovare rapidamente nuovi estimatori.