Io ti spiezzo in due. Fabio Capello vs (versUrss) Duma. Come lo stallone italiano Rocky contro Ivan Drago. L’incontro, previsto per il prossimo 3 ottobre nel ring speciale della camera bassa del Parlamento russo, per spiegare i motivi del flop della nazionale al Mondiale è stato per ora bloccato dalla Federcalcio che ha difeso Don Fabio e rimandato l’iniziativa della Duma.
Non fa male… non fa male… non fa male… non fa male. Niente guantoni e sparring partner quindi per uno degli allenatori più pagati al mondo. Il più pagato del Mondiale.
Niente allenamenti sotto la neve, e pericolo occhio nero scampato. Solo tasche piene di rubli e la consapevolezza di essere ancora uno dei ct migliori nonostante il flop, con appena due punti conquistati dalla Russia in tre partite, contro Algeria e Corea del Sud.
Meglio così per Zio Paperone. Per l’Assemblea Federale e per Putin forse un po’ meno, visto che quando si tratta di combattere, anche inutilmente, il cowboy (come l’ha definito Hillary Clinton) non si tira mai indietro. Qualsiasi cosa lui colpisce, lui la distrugge.
“Non abbiamo mai avuto un allenatore di così grande competenza nella nostra nazionale. Alcuni irresponsabili ci chiedono di licenziarlo per sostituirlo con un giovane manager ma ogni esperimento in tal senso sarebbe irragionevole” ha detto il ministro dello sport russo Vitaly Mutko dopo aver contattato Paulie Pennino e Michael “Mickey” Goldmill per una consulenza di tipo tecnico tattico.
Sostiene la riconferma del tecnico friulano anche Nikolai Tolstykh, presidente della federazione russa: “È un manager di altissimo livello e siamo interessati a continuare la collaborazione con lui. Il problema, semmai, sono i giocatori ai quali non possiamo dir nulla. Hanno dato il loro meglio ma devono decisamente progredire in una squadra che meglio si deve adattare al calcio moderno”.
“Resto finchè i russi mi vogliono” dice Capello, con un contratto in mano già firmato che lo conferma come responsabile della nazionale fino al termine della Coppa del Mondo 2018, che si terrà per la prima volta proprio nel paese transcontinentale.
Poi Don Fabio, divenuto ormai Zar, dirà basta al mondo del calcio e all’educazione siberiana, tanto temuta dai giocatori, che ha ispirato Nicolai Lilin e Gabriele Salvatores. Sarà il suo ultimo round. E Duma o non Duma, ring o non ring, potrà finalmente urlare Adrianaaaaaa, solo dopo aver chiesto il permesso ad un certo Vladimir e a sua moglie Laura.