La modifica riscrive l’articolo 117 della Costituzione. I relatori propongono di raddoppiare il numero di firme necessarie per indire un referendum abrogativo: da mezzo milione a un milione. Slittata la presentazione degli emendamenti che sanciscono l'accordo politico tra maggioranza e Fi sul Senato eletto dai Consigli Regionali, con conseguente rinvio a giovedì dell’approdo in Aula del Senato del ddl del governo sulle riforme
L’arrivo in aula al Senato del ddl 1429 sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione è previsto per giovedì, segno che il programma riformista va avanti e che le opposizioni trasversali per ora non riescono a bloccarlo. Quella di oggi in Commissione Affari costituzionali al Senato, dove sono in discussione gli emendamenti, è stata una giornata di lavori serrati. Tra le maggiori novità spicca l’approvazione della modifica proposta dai relatori al ddl Riforme, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, che riscrive l’articolo 117 della Costituzione, la parte principale del Titolo V: il testo contiene le materie in cui lo Stato avrà competenze esclusive. Rispetto a quanto previsto dal testo del governo aumentano le materie riservate alla Regioni. Tra gli altri emendamenti di rilievo anche la modifica proposta dai relatori che porta il numero di firme necessarie per indire un referendum abrogativo da mezzo milione a un milione. Tutte le modifiche sui referendum sono stati al momento accantonate, ma potranno essere riproposti in Aula. Slitta a domani la presentazione degli emendamenti che sanciscono l’accordo politico tra maggioranza e Fi sul Senato eletto dai Consigli Regionali, con conseguente rinvio a giovedì dell’approdo in Aula del Senato del ddl del governo sulle riforme.
Energia e trasporti nazionali tornano allo Stato
Come cambiano le competenze tra Stato e Regioni? Nella formulazione del governo – sostanzialmente rispettato dagli emendamenti dei relatori che aggiungono pochi particolari, come l’impegno per le leggi regionali di garantire la parità di genere – nuove materie vengono tolte alla competenza regionale e affidate allo Stato, come il “coordinamento della finanza pubblica” e il “commercio con l’estero“. Lo Stato avrà inoltre legislazione esclusiva nelle seguenti materie sulla politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l’Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea; e immigrazione. Tra le altre novità: sempre allo Stato spetteranno i rapporti con le confessioni religiose, “disposizioni generali e comuni” per la tutela della salute, per la sicurezza alimentare e per la tutela e sicurezza del lavoro; organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni e Città metropolitane; “coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale” e “opere dell’ingegno”. Inoltre, sarà lo Stato ad occuparsi della “tutela dei beni culturali e paesaggistici”, delle “disposizioni generali e comuni su ambiente e ecosistema” e delle “attività culturali e sul turismo”. Infine, tornano di competenza esclusiva dello Stato materie come produzione, trasporto e distribuzione nazionali di energia e le grandi reti di trasporto di interesse nazionale.
Raddoppiano le firme per il referendum abrogativo
Finocchiaro insieme a Calderoli ha presentato una proposta di modifica sul numero di firme necessarie per indire un referendum abrogativo: da mezzo milione a un milione. La proposta ha scatenato le ire del M5S: “Dopo le firme quintuplicate per presentare una legge d’iniziativa popolare (da 50 mila a 250 mila, ndr) ora arriva il raddoppio delle sottoscrizioni per i referendum abrogativi – dichiara Giovanni Endrizzi – una proposta inaccettabile, che è non barattabile con un leggero abbassamento del quorum”. Ai 5 Stelle fa eco Forza Italia: “Il premier ha deciso di ‘fare prestò sottraendo spazi ai diritti dei cittadini – ha detto Paolo Sisto, presidente della Commissione Affari costituzionali alla Camera – ma la rapidità e l’efficienza non possono e non devono passare dall’abrasione delle garanzie e dal dimagrimento costante della difesa”.
Il Senato potrà attivare Commissioni d’inchiesta
Un emendamento dei relatori prevede che anche il futuro Senato potrà attivare delle Commissioni di inchiesta “su materie di pubblico interesse”, ma esse potranno riguardare solo temi “concernenti le autonomie territoriali”. Il testo stabilisce che “ciascuna Camera nomina fra i propri componenti una commissione. Alla Camera la commissione deve rispecchiare la proporzione dei vari gruppi”. Questo vincolo non viene precisato per il futuro Senato, il che fa capire che la sua composizione sarà ben diversa da quella attuale, articolata per gruppi politici.
Più autonomia alla Regioni su istruzione e turismo
Secondo un’altra modifica, le Regioni potranno vedersi devolute dallo stato “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” su giustizia di pace, istruzione, turismo e beni culturali, ma a condizioni che esse siano “in condizioni di equilibrio tra le entrate e le spese”.
Stop ai decreti legge omnibus
Approvato anche un emendamento studiato per evitare i decreti legge omnibus: “Il presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione, anche limitata a specifiche disposizioni”. In questo caso è prevista una proroga di 30 giorni per i decreti.
I costi standard entrano in Costituzione
Un emendamento dei relatori modifica l’articolo 119 della Costituzione, sul coordinamento della finanza pubblica locale e precisa che Comuni, Città Metropolitane e Regioni hanno risorse autonome, costituite sia da entrate e tributi propri, sia dalla compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio. Tali risorse “assicurano il finanziamento integrale delle funzioni pubbliche dei Comuni, delle Città metropolitane, e delle Regioni, sulla base di indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno, che promuovono criteri di efficienza”.
Elettività del Senato, si aspetta Calderoli
I lavori in commissione al momento hanno evitato tutti i nodi politici, anche perché Roberto Calderoli è stato trattenuto a Milano per un’indisposizione: il senatore è stato operato alla mano al San Raffaele dopo essersi fratturato due dita ieri all’aeroporto di Linate a causa di un collasso e passerà la notte a Milano. Sicuramente tra le questioni “spinose”, per le quali si attende il rientro di Calderoli, c’è appunto l’elettività del nuovo Senato. La presidente della commissione Finocchiaro ha respinto – perché “improponibili” – gli emendamenti sul presidenzialismo e l’elezione diretta del capo dello Stato.
Senato elettivo, domani l’emendamento
Slitta a domani mattina la presentazione da parte dei relatori dei loro emendamenti alle riforme che recepiscono l’accordo con Fi. Lo ha riferito il sottosegretario alle riforme, Luciano Pizzetti al termine della seduta della Commissione. Lo slittamento è motivato dall’assenza di Calderoli: “Aspettiamo notizie dall’ospedale” ha detto Pizzetti.