Il responsabile della Concorrenza, Joaquin Almunia, ha confermato che Bruxelles verificherà "se la partecipazione si accorda con i principi di investimento del mercato". Intanto a Roma resta in alto mare la trattativa tra governo, azienda e sindacati sui 2.251 esuberi chiesti da Etihad: nessuna soluzione concreta è ancora stata individuata
Mentre a Roma resta in alto mare la trattativa tra Alitalia, governo e sindacati sui 2.251 esuberi chiesti da Etihad per entrare nel capitale, da Bruxelles il commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, esprime “preoccupazione” per l’iniezione di soldi pubblici nella compagnia garantita lo scorso anno da Poste italiane. D’altronde poco più di una settimana fa la Commissione aveva chiesto ufficialmente all’esecutivo italiano chiarimenti sulla ricapitalizzazione dello scorso anno con il contributo (75 milioni di euro) del gruppo postale. Quindi mercoledì Almunia non ha fatto che ribadire il concetto: “La mia preoccupazione sul caso Alitalia riguarda l’inezione di capitale da parte di Poste Italiane, che è un’azienda di Stato, e dobbiamo andare a vedere se la partecipazione si accorda con i principi di investimento del mercato”, ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti. Quanto all’operazione Etihad, invece, “non ho nulla da dire. Fino ad ora il mio collega Siim Kallas (commissario ai Trasporti, ndr) sta esaminando questo dossier per quanto riguarda le norme sul controllo della compagnia aerea”.
Intanto durante l’incontro al ministero del Lavoro si è discussa l’ipotesi della ricollocazione di 900 lavoratori ma, hanno fatto sapere i rappresentanti sindacali, nessuna soluzione concreta è stata ancora individuata. Al round di mercoledì mattina erano presenti il ministro Maurizio Lupi, la delegazione aziendale e i rappresentanti delle associazioni professionali di piloti e assistenti di volo Anpac, Anpav, Avia e l’Usb. “Non esistono certezze – ha riferito il coordinatore dell’Usb Andrea Cavola – per il recupero degli esuberi per assistenti di volo e personale di terra. Ci sono ipotesi di lavoro tutte da definire ma non ci sono certezze. E per questo non possiamo illudere nessuno finchè queste certezze non ci saranno. Siamo convinti che vadano costituiti dei bacini, nell’arco di piano, dai quali attingere le persone da ricollocare. Non permetteremo accordi che poi rischiano di essere disattesi”.