L'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha registrato un risultato finanziario di 719 milioni. Ma la legge di Stabilità varata lo scorso dicembre prevede una riduzione dei premi e contributi versati dalle aziende. Gli incidenti mortali scendono a 660, il valore più basso in 60 anni, e calano anche le denunce per infortuni. Su 23.677 aziende controllate, però, l'87,6% è risultato non in regola
Il giorno dopo l’allarme per i conti dell’Inps in profondo rosso, dalla relazione annuale dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro arrivano due notizie positive: gli incidenti mortali nel 2013 hanno toccato un nuovo minimo storico e l’Inail è in attivo per 719 milioni. Peccato solo, sul secondo fronte, che i risultati del 2014 saranno meno buoni. Perché risentiranno pesantemente dei tagli previsti nella legge di Stabilità del precedente governo, quello di Enrico Letta, che per andare incontro alle imprese ha deciso di ridurre di 500 milioni l’anno dal 2014 al 2016 i premi e contributi assicurativi versati all’istituto. E la norma entra in vigore proprio mentre sui conti iniziano a farsi sentire gli effetti dell’aumento delle indennità per il “danno biologico” e della modifica della base di calcolo della rendita ai superstiti: comporteranno nuove uscite fino a 50 milioni annui. La relazione, presentata mercoledì a Montecitorio dal presidente Massimo De Felice, evidenzia che lo scorso anno le entrate contributive sono state pari a 10,11 miliardi di euro, il 5% in meno rispetto al 2012, contro uscite per poco meno di 9,5 miliardi. Il risultato finanziario è quindi positivo per 719 milioni mentre quello economico si è stabilizzato vicino al miliardo.
I dati sugli incidenti, come detto, sono in calo. Il numero di quelli mortali si è fermato a 660, il 21% in meno rispetto al 2012 nonché la cifra più bassa mai registrata in quasi sessant’anni di statistiche. Anche se parte del ‘merito’ va alla crisi che ha ridotto i posti di lavoro. Le denunce per infortuni di qualsiasi gravità sono state 695mila, anche queste in diminuzione (-7%), mentre gli incidenti riconosciuti sono stati circa 460mila, per il 18% avvenuti fuori dall’azienda, nel percorso verso e da il luogo di lavoro.
In controtendenza l’andamento delle malattie professionali, che continuano ad aumentare: nel 2013 sono state circa 51.900, 5.500 in più rispetto al 2012 e in aumento del 47% rispetto al 2009. Le persone coinvolte sono però di meno, 39.300, perché alcune hanno denunciato più di una patologia. Nel 38% dei casi la causa professionale è stata riconosciuta, mentre il 3% è ancora in istruttoria.
Poco rassicurante, invece, il bilancio dell’attività di vigilanza: su 23.677 aziende controllate, l’87,6% è risultato non in regola. Sono stati regolarizzati 70.092 lavoratori, +31% rispetto al 2012. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha partecipato alla presentazione, ha detto che è necessario creare un’agenzia unica per le ispezioni raggruppando l’attività di Inail, Inps e delle Asl. E ha annunciato un emendamento ad hoc del governo al Ddl delega sul lavoro (Jobs act).