Battesimo di fuoco per la riforma economica voluta da Papa Francesco. Quattro le modifiche principali che riguardano l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, il fondo pensioni, i media vaticani e lo Ior. Il nuovo presidente del Consiglio di sovrintendenza, il cosiddetto “board laico”, dell’Istituto per le opere di religione è l’economista francese Jean-Baptiste de Franssu, membro del neonato Consiglio per l’economia istituito da Bergoglio, già amministratore delegato della filiale europea di una società americana di investimento, la Invesco. “È un onore – è stato il commento a caldo dell’economista francese – essere stato chiamato ad attuare i cambiamenti che oggi sono necessari per trasformare ulteriormente lo Ior in un fornitore dedicato di servizi per la Chiesa“. De Franssu subentra all’avvocato tedesco Ernst von Freyberg che, dopo soltanto 17 mesi, conclude la sua avventura al vertice della banca vaticana iniziata quattro giorni dopo l’annuncio choc delle dimissioni di Benedetto XVI e nove mesi dopo la defenestrazione del suo predecessore Ettore Gotti Tedeschi.
Insieme a von Freyberg, lasciano anche gli altri membri del “board laico”: Ronaldo Hermann Schmitz, Carl Albert Anderson, Antonio Maria Marocco e Manuel Soto Serrano. Il loro mandato sarebbe terminato naturalmente nel prossimo mese di settembre, ma il Vaticano ha voluto anticiparne la fine prima della pausa estiva per consentire alla nuova governance dello Ior di avviare subito la nuova fase della riforma della banca vaticana voluta da Francesco. Oltre a de Franssu, i nuovi membri del Consiglio di sovrintendenza sono il tedesco Clemens Boersig, l’ex ambasciatrice Usa in Vaticano sotto la presidenza di George W. Bush Mary Ann Glendon e l’inglese Michael Hintze. Monsignor Alfred Xuereb, già segretario particolare di Benedetto XVI, nominato da Francesco segretario generale della Segreteria per l’economia, sarà il segretario senza diritto di voto del Consiglio dello Ior. Monsignor Battista Ricca rimane prelato della banca vaticana.
La nuova governace ha annunciato che nel corso dei prossimi tre anni, gli statuti della banca vaticana saranno rivisti e le attività saranno ridisegnate seguendo tre priorità strategiche: rafforzare il business dello Ior; spostare gradualmente la gestione del patrimonio a un nuovo e centrale Vatican asset management, al fine di superare la duplicazione degli sforzi in questo campo tra le istituzioni vaticane; concentrare le attività dello Ior sulla consulenza finanziaria e sui servizi di pagamento per il clero, le congregazioni, diocesi e impiegati laici del Vaticano. Nella prima fase di riforma della banca vaticana, che si è già conclusa, “il reparto di Compliance interno, coadiuvato da Promontory, – come si legge nel comunicato ufficiale diramato dalla Santa Sede – ha esaminato attentamente 18mila clienti”.
La nuova governance della banca vaticana dovrà subito affrontare il crollo dell’utile netto che, stando al bilancio 2013, scende a 2,9 milioni di euro dagli 86,6 milioni di euro del 2012, con una diminuzione di 83,7 milioni di euro. Integrata anche la Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le opere di religione, rinnovata sei mesi fa da Papa Francesco con l’esclusione del cardinale Tarcisio Bertone, che l’ha presieduta durante il pontificato di Benedetto XVI, e dei suoi uomini. A presiederla oggi è il porporato spagnolo Santos Abril y Castelló, arciprete della Basilica di San Maria Maggiore e dal 2000 al 2003 nunzio apostolico nell’Argentina di Bergoglio a cui è legatissimo. Nella Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior fanno già parte anche altri quattro porporati: l’arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, l’arcivescovo di Toronto Thomas Christopher Collins, il Segretario di Stato Pietro Parolin e il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso Jean-Louis Tauran. A essi si aggiunge l’arcivescovo di Zagabria Josip Bozanić.
Novità anche per l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, dove era capocontabile monsignor Nunzio Scarano, la cui sezione ordinaria viene trasferita alla neonata Segreteria per l’economia guidata dal cardinale australiano George Pell, membro del “C9”, il consiglio di cardinali di Papa Francesco. “Il resto del personale dell’Apsa – sottolinea la nota vaticana – concentrerà le proprie attività esclusivamente sul ruolo di tesoreria della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Un compito importante iniziale sarà quello di continuare a ristabilire rapporti stretti con tutte le principali banche centrali, come raccomandato da Moneyval, per continuare a garantire la liquidità e la stabilità finanziaria della Santa Sede. Tutti gli istituti sovrani avranno un account presso l’Apsa che avrà funzione di tesoreria per gli stessi istituti”.
Il Consiglio per l’economia, invece, ha nominato un comitato tecnico per studiare la situazione del Fondo pensioni e formulare proposte entro la fine del 2014. “Il Consiglio – si legge nel comunicato vaticano – ha riconosciuto che le pensioni attuali e per la prossima generazione sono al sicuro, ma il fondo deve garantire ci siano disponibilità sufficienti anche per le generazioni future in un mondo in continua evoluzione. Molti paesi occidentali hanno dovuto affrontare sfide sistema pensionistico negli ultimi anni. Si prevede che i nuovi statuti siano disposti entro la fine del 2014 per adeguare l’organizzazione del Fondo Pensioni alla nuova struttura economica-amministrativa della Santa Sede”. Il comitato tecnico sarà guidato dal segretario prelato del Consiglio, monsignor Brian Ferme. Quattro gli esperti laici: l’australiano Bernhard Kotanko, gli italiani Andrea Lesca e Nino Savelli e il francese Antoine de Salins. A essi si aggiungeranno i rappresentanti del Consiglio per l’economia, della Segreteria di Stato e del Fondo pensioni.
Ultima novità è la nomina del comitato che dovrà proporre, entro i dodici mesi, una riforma dei media vaticani dopo il rapporto elaborato da McKinsey, uno dei sei appalti assegnati in dieci mesi dal Vaticano di Papa Francesco. Gli obiettivi sono di adeguare i media della Santa Sede alle nuove tendenze di consumo dei media, di migliorarne il coordinamento e di raggiungere progressivamente e sensibilmente risparmi finanziari considerevoli. I membri del comitato sono stati scelti tra il personale vaticano ed esperti senior internazionali. Questi ultimi sono: l’inglese Christopher Patten, che presiederà il comitato, l’americano Gregory Erlandson, la tedesca Daniela Frank, il sacerdote francese Eric Salobir, la spagnola Leticia Soberon e George Yeo di Singapore.
I membri vaticani invece sono: monsignor Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, che sarà il segretario del comitato, Giacomo Ghisani di Radio Vaticana, monsignor Carlo Maria Polvani della Segreteria di Stato, nipote dell’ex segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano Carlo Maria Viganò al centro della vicenda Vatileaks, monsignor Lucio Adrián Ruiz dell’Internet Service del Vaticano e il direttore de L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian.
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