La senatrice Paglini prende la parola in Aula e si rivolge al presidente del Consiglio Renzi perché prenda posizione sulla bicamerale d'inchiesta sulla tragedia del 1991: "Le ricordo che per fare certe scelte bisogna avere le mani libere e lei sta facendo accordi col piduista condannato per stravolgere la Costituzione"
“Dopo 23 anni di attesa, tentativi abortiti e immobilismo politico è arrivato il momento di una sterzata”. A chiedere un’accelerazione per l’iter della costituzione della commissione bicamerale d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince è il Movimento Cinque Stelle che con la senatrice Sara Paglini, in Aula, ha attaccato frontalmente il Partito democratico dopo le dichiarazioni a ilfattoquotidiano.it dal senatore Luigi Manconi (“La commissione si farà, ma il Senato è sovraffollato di provvedimenti”). La Paglini è prima firmataria del ddl istitutivo della commissione d’inchiesta ha accusato il Pd di temporeggiare, insieme proprio a Forza Italia che, con Altero Matteoli, presiede la commissione Lavori pubblici, dove si è “arenato” da tre mesi l’iter del provvedimento, nonostante le rassicurazioni arrivate a pochi giorni dalle elezioni. Nei giorni scorsi un’inchiesta condotta da ilfattoquotidiano.it aveva portato portato alla luce due elementi nuovi: la comunicazione radio di una nave Usa che quella sera del 1991 citò un’inesistente imbarcazione “Agrippa“ e due navi mai identificate fino a oggi.
La senatrice M5s si è rivolta al presidente Pietro Grasso, da sempre pubblicamente a favore della commissione d’inchiesta, e a Matteo Renzi – già destinatario di ripetuti appelli senza risposta provenienti dai familiari delle 140 vittime della tragedia. “Le ricordo che per fare certe scelte bisogna avere le mani libere – ha detto la Paglini nell’Aula di Palazzo Madama – Le ricordo che col piduista condannato ci sta facendo accordi per stravolgere la nostra Costituzione!” riferendosi a Silvio Berlusconi, cioè colui che nel 1994 aveva fondato Forza Italia con “un condannato per mafia fondava”.
Ma la senatrice non si è fermata a questo: ha indicato il timore che l’interessamento del Pd, arrivato dopo “23 anni di letargo parlamentare e di inattività sull’argomento”, sia stato solo uno spot elettorale “indotto dall’imminenza delle elezioni europee ed amministrative a Livorno”. Infatti nonostante il ddl istitutivo della commissione sia stato depositato in Senato il 27 marzo e assegnato il 23 aprile, il Partito Democratico ha preferito non firmarlo ma presentarne uno proprio “a dieci giorni dalle elezioni”. E questo benché, per stessa ammissione di Manconi, i testi siano praticamente identici, poiché raccolti dall’appello prodotto dai familiari delle vittime e recepito da Movimento 5 Stelle al Senato e Sel alla Camera. Per di più, sottolinea Sara Paglini in una nota, “il testo del senatore Manconi è ancora inaccessibile dal sito del Senato” temendo che sia stato solo un “semplice annuncio di una forza politica che ha amministrato la città di Livorno, che amministra la Regione Toscana e che ha sempre avuto propri parlamentari a Roma, una forza politica che in tutti questi anni è stata anche forza di governo, ma non ha mai fatto nulla di concreto per agevolare il cammino verso la verità su questa tragedia”. In ogni caso la senatrice ha annunciato che il Movimento 5 Stelle quale parte proponente della commissione d’inchiesta, ne chiederà, una volta istituita, la presidenza. “Il M5s richiede alle altre forze politiche di appoggiare il suo disegno di legge, ancora in attesa di essere calendarizzato da marzo, e pretende, per la serietà dimostrata a riguardo, la presidenza della futura commissione bicamerale d’inchiesta – si legge in una nota del gruppo parlamentare del M5s al Senato – È ora di fare luce su ciò che è successo al largo del porto di Livorno molti anni fa, anche considerando le ipotesi di relazione fra l’incidente e traffici illeciti di armamenti militari”.