Il ragazzo era in coma da un giorno. L'incidente era avvenuto sabato scorso. La Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta. Gli avvocati della famiglia: "Tragedia che poteva e doveva essere evitata"
E’ morto per arresto cardiaco Salvatore Giordano, il 14enne di Marano colpito dai calcinacci caduti in via Toledo all’altezza della Galleria Umberto I lo scorso sabato. E’ quanto conferma la direzione sanitaria dell’Ospedale Loreto Mare dove Salvatore era ricoverato. Il ragazzo è deceduto in seguito allo schiacciamento del torace e al grave trauma cranico subito. Già da ieri le condizioni di Salvatore erano disperate: il ragazzo si trovava in “coma profondo ariflessico”. Inutili gli sforzi dell’equipe di rianimatori che hanno quindi avviato le procedure per constatarne lo stato di morte cerebrale. “E’ stato fatto tutto il possibile”, spiegano dalla direzione sanitaria.
Nei giorni scorsi sono stati effettuati alcuni sopralluoghi sull’edificio che costituisce la galleria e su quelli adiacenti. La Procura di Napoli, pm Stefania Di Dona e Lucio Giugliano, ha aperto un’inchiesta per far luce su responsabilità e competenze della manutenzione di facciate e cornicioni. Occorre capire, cioè, se la colpa sia dei privati che nell’edificio hanno uffici, oppure del Comune o della Sovrintendenza. Il problema è che non è ancora stato chiarito di chi sia la proprietà di quel pezzo di cornicione crollato. Per ricostruire l’incidente, i Carabinieri hanno chiesto alle testate giornalistiche di mettere a disposizione materiale fotografico e video del crollo, oltre a ogni immagine della facciata esterna della Galleria Umberto I, sul lato di via Toledo, anche prima dell’accaduto.
I legali dei genitori del 14enne, Angelo e Sergio Pisani, hanno nominato i periti per gli accertamenti di rito e hanno parlato “tragedia che poteva e doveva essere evitata”. Risponde su Twitter Gianni Lettieri, capo dell’opposizione in Consiglio comunale di Napoli: “Quella di Salvatore è una morte ingiustificabile che uccide la dignità di tutta Napoli. Ora è il momento del lutto. Poi punire i responsabili“