L'ultimo caso è quello delle gemelle 16enni di origini somale partite da Manchester. L'intelligence francese ha ricevuto decine di segnalazioni di giovani che vorrebbero volare a Damasco per offrirsi ai combattenti
Lasciano l’Europa per andare in Siria e sposare jihadisti che combattono contro il regime di Bashar al-Assad o contro i ribelli. E spesso si sposano via videochat prima di partire, per potere viaggiare da sole senza violare la morale islamica. E’ l'”esercito” delle musulmane occidentali, che secondo una ricerca dell’International Centre for the Study of Radicalisation (ICSR) di Londra è in aumento e continua a ricevere richieste di affiliazione. Nello studio sono citati numerosi casi di donne partite dal Regno Unito, ma anche dalla Francia, dal Belgio, dalla Svezia e dalla Serbia. Ultimo caso è quello delle gemelle 16enni di origini somale partite da Manchester e giunte in Siria per offrirsi in spose ai combattenti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). Secondo il Daily Mail, il loro fratello era già stato arruolato dai miliziani mentre le due ragazze sono fuggite di casa in piena notte e salite su un aereo per Istanbul. Da lì hanno poi chiamato i genitori per dire che non avevano intenzione di tornare in patria.
Si stima che siano 1.500 i cittadini britannici a combattere contro il regime di Assad. Il capo della polizia di Manchester, Peter Fahy, ha denunciato il ”lavaggio del cervello” fatto ai giovani che “stanno tentando di entrare in Siria”. In particolare, le ragazze “credono di andare là per diventare spose del jihad, lasciando a casa genitori disperati”. Tra i casi citati dal rapporto del centro inglese, quello di quattro donne britanniche, due di Portsmouth, una di Londra e una del Surrey, che sono andate in Siria per sposare jihadisti anglofoni. Tre delle donne, pur vivendo nel Regno Unito, sono originarie di paesi arabi, mentre una di loro è una britannica convertita all’Islam. Poi, secondo lo studio, ci sono altre decine di donne e ragazze in altri Paesi europei.
“Sono amori nati via chat o su forum online“, spiega Shiraz Maher, uno degli autori dello studio inglese. “Spesso i matrimoni sono celebrati via videochat, in modo che le donne possano viaggiare sole verso la Siria, senza violare la rigida morale islamica”. L’Icsr ha creato un database del profilo di 190 europee che nell’ultimo anno si sono unite a gruppi jihadisti: due su tre hanno preferito andare tra le fila del nascente Califfato islamico dell’Isil. Se al conto si uniscono gli uomini, “fra 2011 al 2013 dall’occidente fino a 11mila persone sono andate in Siria per combattere il governo di Assad”.
Non mancano aspiranti jihadiste anche in Francia, dove metà dei militanti che partono alla volta dei Paesi arabi è donna. Dati che arrivano dalla nuova piattaforma telefonica lanciata a fine aprile dal governo di Parigi per raccogliere segnalazioni sui “combattenti” che cercano di andare tra le fila degli eserciti islamici in Siria. Aperta da poco più di due mesi, la piattaforma ha ricevuto oltre 200 chiamate, e di queste oltre il 45% riguarderebbe donne prevalentemente di nazionalità francese.
Nelle fila dei combattenti estremisti in Siria, spiegano alcuni esperti dell’intelligence transalpina citati dal sito di Le Figaro, le donne francesi sarebbero oggi tra 100 e 150, oltre un terzo dei militanti arrivati dalla Francia. Ma rispetto alle segnalazioni, quelle di potenziali guerriglieri donne sono maggiori rispetto a quelle maschili. “I genitori di queste ragazze, in gran parte musulmani provenienti da zone svantaggiate, sono più attenti alle derive delle loro figlie che a quelle dei ragazzi”, spiega l’ex capo della sicurezza dei servizi segreti interni Alain Chouet al quotidiano francese. Così, per i ragazzi, che godono di “una libertà abbastanza ampia”, diventa più facile avvicinarsi agli ambienti islamici radicali e organizzare una partenza per la Siria, rispetto a quanto lo sia per le figlie femmine. Ai casi delle spose europee, secondo il quotidiano Asharq al-Awsat, devono aggiungersi quelle che ad Aleppo, secondo i ribelli, sono costrette a sposare gli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.