Finito lo spoglio per l'elezione del Consiglio superiore della magistratura anche per i giudici, è risultato tra gli eletti Lorenzo Pontecorvo, presidente di sezione al tribunale di Roma e segretario di Magistratura Indipendente, con 616 voti: molti di più dei 379 che aveva raccolto nelle primarie di aprile. Mentre l’altro magistrato del sms, Luca Forteleoni è primo tra i pm, con 1571 voti
Sono Area, il cartello delle correnti di sinistra delle toghe, e Magistratura Indipendente, il gruppo più moderato, i vincitori delle elezioni per i togati del Csm: tutte e due le formazioni guadagnano un consigliere in più. È questo l’esito che emerge dallo spoglio appena terminato. Area passa dagli attuali sei a sette togati; Mi cresce dagli attuali tre a quattro. Perde invece Unità per la Costituzione, che passa da sei a cinque consiglieri.
Siederanno nel nuovo Csm i due togati che il sottosegretario Cosimo Ferri aveva invitato a votare con un sms che ha scatenato polemiche. Finito lo spoglio anche per i giudici, è risultato tra gli eletti Lorenzo Pontecorvo, presidente di sezione al tribunale di Roma e segretario di Magistratura Indipendente, con 616 voti: molti di più dei 379 che aveva raccolto nelle primarie di aprile. Mentre l’altro magistrato del sms, Luca Forteleoni è primo tra i pm, con 1571 voti.
Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Giustizia aveva fatto irruzione nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura facendo girare un messaggino in cui si chiedeva il voto per due candidati di Magistratura Indipendente. Alcuni magistrati di altre correnti, ma anche della stessa Mi, avevano duramente criticato il comportamento dell’esponente di governo ritenendolo una indebita ingerenza. Il Fatto Quotidiano aveva letto il messaggio che Ferri ha inviato al cellulare di un magistrato-elettore: “Per le prossime elezioni del Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm). Ti ringrazio per la squisita attenzione, Cosimo Ferri”. Le polemiche e le richieste di dimissioni non sono mancate, ma da partito del premier – tranne un incontro del sottosegretario con il ministro della Giustizia – c’era stato un sostanziale silenzio. Nel colloquio, Orlando non avrebbe sollecitato Ferri a dimettersi ma gli avrebbe chiesto tutti i chiarimenti necessari per riferire a Renzi.
A urne chiuse l’Associazione nazionale magistrati si era scagliata contro Ferri parlando di “un’evidente e grave interferenza. Il sindacato delle toghe, aveva fatto notare come emergesse “ancora una volta la problematicità dei rapporti tra politica e magistratura e la necessità di porre dei limiti per assicurare una netta distinzione di ruoli e funzioni”. E il fatto che Ferri “sia un magistrato che al momento della nomina ricopriva la carica di membro del Comitato direttivo centrale dell’Anm, nonché di segretario nazionale di una delle componenti della magistratura associata, sia circostanza non trascurabile che ripropone il dibattito, sempre aperto, relativo alla partecipazione dei magistrati alla vita politica”.
A firmare il comunicato di “massima soddisfazione per l’indiscutibile successo elettorale conseguito dai suoi candidati” è proprio Lorenzo Pontecorvo, Segretario Generale di Magistratura Indipendente. Il segretario di Mi sottolinea inoltre “come, sia nella quota dei pm che in quella dei giudici, i candidati più votati sono stati Luca Forteleoni e Claudio Galoppi appartenenti al proprio gruppo. Si tratta del segno più evidente di quanto i colleghi non siano interessati a polemiche e clamori pretestuosi ma, anzi, inviino, per l’ennesima volta, all’Associazione magistrati e all’organo di autogoverno un messaggio chiaro, centrato sul miglior funzionamento della giustizia e sulle migliori condizioni di lavoro dei magistrati. Da tempo Magistratura indipendente chiede all’Anm di fare autocritica in tal senso ed i risultati dello scrutinio evidenziano una sempre maggiore condivisione tra i colleghi dei nostri ideali e dei nostri programmi”.